Bei, Adele

Area dell'identificazione

Tipologia del soggetto produttore

Persona

Forma/e autorizzata/e del nome

Bei, Adele

Forme parallele del nome

Forme del nome normalizzate secondo altre regole

Altre forme del nome

Codici identificativi di enti

Area della descrizione

Date di esistenza

1904 mag. 4 – 1976 ott. 15

Storia

Adele Bei nasce a Cantiano il 4 maggio del 1904 da Angela Broccoli e Davide Bei. La sua famiglia, molto povera e numerosa, Adele era infatti la terza di unici figli, era già politicizzata, il padre socialista lavorava come boscaoiolo e anche Adele inizia a lavorare, poco più che bambina, nei campi come salariata agricola. Matura in quel contesto un sentimento di ribellione verso le ingiustizie sociali, seguito da una profonda avversione contro il fascismo. La sua formazione politica continua con la conoscenza di Domenico Ciufoli, che nel 1921 era uscito dal partito socialista e aveva contribuito con Amedeo Bordiga, Antonio Gramsci, Pietro Secchia e Umberto Terracini alla fondazione del Partito Comunista d’Italia. Adele e Ciufoli si sposano il 29 ottobre 1922 e, dopo il matrimonio alla fine del 1923 per sfuggire all’arresto da parte dei fascisti, si rifugiano in Belgio dove nel 1924 nasce la prima figlia Angela, poi in Lussemburgo, dove nel 1026 nasce il figlio Ferrero, e poi in Francia prima a Marsiglia e poi a Parigi. Domenico Ciufoli in Francia lavora in fabbrica e in miniera, ma si impegna nel Partito comunista, che anche all’estero operava in clandestinità. Adele si occupa dei figli, ma lavora anche come sarta e operaia in una fabbrica di conserve. Anche lei si impegna nella lotta antifascista e nel 1931 aderisce al Partito comunista. Compie azioni di propaganda e di collegamento del centro estero del partito con l’Italia. Nel 1933 viene inviata a Roma dove si era recata per diffondere materiale antifascista e il 18 novembre viene arrestata e rinchiusa per cinque mesi nel carcere delle Mantellate. Deferita al Tribunale speciale per la difesa dello Stato, nel luglio 1934, viene condannata a diciotto anni di reclusione e rinchiusa nel carcere femminile di Perugia.
Dopo la sua condanna i figli furono accolti in Russia, presso la Casa internazionale dei bambini di Ivanovo, un istituto per i figli delle vittime del fascismo, dove rimasero fino alla fine della seconda guerra mondiale. Ciufoli, che sempre più impegnato nel partito si divideva tra gli incarichi a Parigi e quelli presso l’Internazionale comunista a Mosca, viene arrestato nel 1939 e trasferito nel campo di Buchenwald, dove rimane fino alla Liberazione.
Adele dopo 8 anni di reclusione viene inviata al confino nell'isola di Ventotene. Nei due anni trascorsi a Ventotene prende contatti con esponenti di rilievo del Partito comunista e rafforza i legami con quelli conosciuti negli anni dell’esilio. In particolare si crea un'intesa umana e politica con Giuseppe Di Vittorio, favorita dalla comune origine contadina, che si rafforzò poi negli anni dell’impegno sindacale. Dopo la caduta del fascismo, il 18 agosto, ritorna a Roma dove prende contatto con le bande partigiane operanti nel Lazio e collabora attivamente alla Resistenza con il compito specifico di organizzare i gruppi di azione femminile. Per la sua attività nella Resistenza con il Decreto presidenziale del 17 gennaio 1957 le viene assegnata la Croce di guerra al valore militare.
Dopo la liberazione di Roma, il 4 giugno 1944, inizia il suo lavoro tra le donne e l’impegno sindacale. Assume l’incarico di responsabile della commissione consultiva femminile della CGIL e, nel settembre 1944, collabora alla fondazione dell’Unione donne italiane (UDI). Al primo congresso dell’UDI, tenutosi a Firenze nell’ottobre 1945, Adele Bei viene eletta nel consiglio nazionale.
Nel luglio del 1945 va in Unione Sovietica con una delegazione sindacale e ha così la possibilità di riabbracciare i figli e di riportarli in Italia. La sua vita però è travolta dalla morte del figlio Ferrero, seguita dalla separazione dal marito. Nel 1945 viene designata dal sindacato nella Consulta nazionale, un organismo non elettivo che inaugura i suoi lavori il 25 settembre 1945 per dare pareri sui provvedimenti legislativi del governo e costruire il percorso giuridico per condurre il Paese all'elezione delle amministrazioni locali e di un’Assemblea costituente. Il 2 giugno 1946 è una delle 21 donne all’Assemblea Costituente. Continua attivamente l'impegno per l'organizzazione delle donne nel partito comunista per spingerle ad avere un ruolo attivo in politica anche contro le resistenze degli stessi dirigenti del partito. Anche al I Congresso della Cgil a Firenze nel 1947, Adele Bei denuncia la disparità di trattamento delle donne lavoratrici stigmatizzando l’accordo con gli industriali che prevedeva per le lavoratrici una retribuzione inferiore del 30% rispetto a quella dei lavoratori.
Adele Bei, dal settembre 1946 all'ottobre del 1947 è segretaria della Terza commissione per l'esame dei disegni di legge dell'Assemblea costituente. Nel febbraio del 1947 non esita a intervenire con forza per esprimere la sua contrarietà sulla soppressione del ministero dell’Assistenza postbellica, con conseguente taglio di fondi alle opere assistenziali svolte per iniziativa pubblica a favore delle famiglie più bisognose, nonostante il parere favorevole del suo partito. Adele Bei è eletta al Senato nella I legislatura, dal 1948 al 1953 e sarà poi eletta alla Camera dei Deputati nella lista del PCI per il XVIII collegio delle Marche (relativo alle province di Ancona, Pesaro, Macerata e Ascoli Piceno) dal 1953 al 1958.
Nel febbraio del 1948, lasciato l’incarico nella commissione femminile della CGIL, Bei diventa presidente dell’Associazione donne della campagna, si dedica a questo nuovo incarico, organizzando convegni, incontri e comizi in tutta Italia, con l’obiettivo di fare uscire dall’isolamento le donne della campagna e di renderle consapevoli dei loro diritti. Nel 1951 fino al 1960 Adele Bei assume nella Cgil l’incarico di segretaria nazionale delle lavoratrici del tabacco. Il Sindacato nazionale delle tabacchine si era costituito nel dopoguerra quando la protesta delle lavoratrici del tabacco, precedentemente spontanea e dispersa tra le molte concessioni, aveva cominciato a essere guidata dalle leghe e dalla Confederterra e si era trasformata in un movimento più politicamente orientato. Le dure condizioni di lavoro avevano favorito la combattività delle lavoratrici e spinte a richiedere con forza aumenti salariali, denunciando il sistema del cottimo, la diminuzione dei ritmi di lavoro e richiedendo l’inquadramento tra i lavoratori dell’industria per beneficiare di una maggiore tutela previdenziale e assistenziale. Adele Bei si pone alla testa del movimento che, nel 1952, si riunisce a congresso per fondare il Sindacato nazionale tabacchine. Adele Bei dedica al Sindacato tabacchine tutti i suoi sforzi, rilasciando interviste, scrivendo articoli, presentando interrogazioni parlamentari, fa conoscere le loro condizioni di lavoro, fonda il bollettino mensile del sindacato "La Tabacchina". Alla fine degli anni Cinquanta le tabacchine riescono a ottenere miglioramenti salariali e il trattamento previdenziale e assistenziale assimilabile a quello dei lavoratori dell’industria. Nel 1960 il Sindacato nazionale tabacchine confluisce nella Fila (Federazione italiana lavoratori alimentaristi) e Adele Bei conclude il suo impegno nel Sindacato.
Conclusa l’esperienza sindacale, Adele Bei continua a impegnarsi nel Partito, nell'Udi e dal 1968 nell'Associazione nazionale perseguitati politici antifascisti.
Muore a Roma il 15 ottobre 1976 ed è sepolta al Cimitero Verano di Roma.

Luoghi

Cantiano (luogo di nascita), Roma (luogo di morte)

Condizione giuridica

Funzioni, occupazioni e attività

Mandato/Fonti normative

Struttura amministrativa/Genealogia

Contesto generale

Area delle relazioni

Entità collegata

Ciufoli, Domenico (1898 lug. 3 - 1975 apr. 30)

Codice identificativo dell'entità collegata

Categoria della relazione

famiglia

Tipo di relazione

Ciufoli, Domenico è coniuge di Bei, Adele

Date della relazione

Descrizione della relazione

Area di controllo

Codice identificativo del record d’autorità

MdM_IT_P_00015

Codici identificativi delle istituzioni responsabili

Norme e/o convenzioni

Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), regola E.1.1 Denominazione di autorità.
Sistema di datazione utilizzato per indicare le date nel record di autorità: Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), E.2.1 Date di esistenza. Normalizzazione. Allegato C. Normalizzazione della data.

Grado di elaborazione

Finale

Livello di completezza

Intermedio

Data/e della descrizione

Lingua/e

Scrittura/e

Fonti

M. Antonietta Serci, La sindacalista in abito bianco. Alcune note per una biografia di Adele Bei, [S.I. : s.n.] 2015. Adele Bei, Discorsi parlamentari, con un saggio di Nadia Ciani, Bologna : Il mulino, 2015. "BEI, Adele", di Nadia Ciani - Dizionario Biografico degli Italiani (2016), <http://www.treccani.it/enciclopedia/adele-bei_%28Dizionario-Biografico%29/>.

Note sulla compilazione


  • Creazione: Memorie di Marca in data 28 settembre 2018.
  • Compilazione: Anna Della Fornace in data 28 settembre 2018.
  • Revisione: Anna Della Fornace 25 marzo 2020.