Del Bianco, Elmo

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Tipologia del soggetto produttore

Persona

Forma/e autorizzata/e del nome

Del Bianco, Elmo

Forme parallele del nome

Forme del nome normalizzate secondo altre regole

Altre forme del nome

Codici identificativi di enti

Area della descrizione

Date di esistenza

1921 set. 29 - 2016 gen. 22

Storia

Elmo Del Bianco nasce a Urbino il 29 settembre del 1921. La famiglia, di origini operaie (il padre minatore e la madre casalinga), proviene da Montecalende, frazione urbinate. Le condizioni economiche non consentono al futuro dirigente sindacale di proseguire gli studi, per cui egli frequenta la scuola elementare e «tre corsi di scuola di arte-mestieri» come precisa in una sua memoria scritta degli anni Cinquanta. Dal 1940 al 1942 è operaio presso la ditta Benelli e proprio nel 1942 inizia ad occuparsi di politica. Nel 1943 s’iscrive al Pci (partito a cui aderisce per lo più tutta la numerosa famiglia dopo una precedente formazione socialista) nella sezione di Montecalende. Partecipa alla guerra di Liberazione come partigiano, con grado di sottotenente, nella Brigata GAP di Schieti (frazione di Urbino) guidata da Angelo Arcangeli. All’interno del Pci i suoi primi incarichi lo vedono prima segretario di cellula, poi, nel 1948, segretario della sezione di Montecalende. Egli giunge alla Cgil nell’autunno del 1948 in qualità di segretario della Camera del Lavoro di Pergola (e vi rimane fino al 1951 dopo essere succeduto a Enzo Andreoli e Lottaldo Giuliani) in una congiuntura già segnata dalla rottura del fronte sindacale unitario, nonché dalla repressione governativa dei movimenti popolari particolarmente evidente nelle campagne dove le lotte mezzadrili erano state energiche ed avevano lasciato strascichi e ferite ancora aperte nelle aree di Macerata Feltria e Cagli. Lo stesso Del Bianco è condannato ad oltre dieci giorni di prigione per lotte legate al lavoro. L’esperienza pergolese si dispiega in una realtà territoriale e sociale caratterizzata sia dai problemi tipici delle zone rurali sia da quelli propri di un insediamento minerario che è interessato da un processo di drastico ridimensionamento con innegabili ripercussioni negative sul fronte della tenuta occupazionale. È il caso della miniera di zolfo di Cabernardi che in vista della dichiarazione di licenziamento di ben 860 lavoratori (decretata dall’azienda Montecatini) porterà all’occupazione dei pozzi della miniera nel maggio-luglio del 1952. Del Bianco, che già nel maggio del 1951 è segretario del sindacato provinciale degli edili e segretario dei minatori di Perticara e Formignano di Romagna, ha ricordato più volte le lotte di Cabernardi che portarono duecento minatori – i cosiddetti ‘sepolti vivi’ – ad occupare la miniera e calarsi nelle viscere della terra fino a 400 metri per quaranta giorni. In particolare, egli ha rievocato quanto le lotte guidate dal sindacato abbiano almeno permesso di dilazionare nel tempo il processo di smantellamento (riducendone gli effetti sul lato occupazionale) degli insediamenti industriali – in regime di monopolio sul versante minerario – della Montecatini nel più ampio territorio pesarese ed in parte anche anconetano. In quegli anni, sul fronte politico-istituzionale, Del Bianco entra nel Consiglio comunale di Pesaro, risultando successivamente rieletto nelle liste del Partito comunista, rimanendovi costantemente dal 1952 al 1964. Sul fronte sindacale, nel 1956 Del Bianco entra nella segreteria della Camera del Lavoro provinciale e vi rimane ininterrottamente fino al 1963. In questa congiuntura si dispiega un ciclo di lotte importanti che vedono il sindacato in prima fila nelle rivendicazioni di diverso tipo (tra esse quelle per il diritto alla pensione a favore di mezzadri, commercianti e artigiani. Si pone, inoltre, con forza la questione dello sviluppo agricolo e industriale delle vallate del Foglia e del Metauro, territori che sulla scorta di precedenti manifestazioni di ampio respiro e unitarie nel 1953 erano stati caratterizzati da – come ricorda più volte Del Bianco – «due marce della rinascita e dello sviluppo […], dove migliaia e migliaia di lavoratori in sella alla bicicletta percorsero [decine di chilometri] da Belforte all’Isauro a Pesaro e da Cantiano a Fano [a volte] in due, con la moglie o con un compagno. Manifestazioni tutte precedute da […] assemblee e comizi lungo il percorso». In questa direzione, a distanza di circa un decennio, inizia ad affermarsi una trasformazione produttiva del territorio che vede nella diffusione della piccola impresa, in particolare quella mobiliera, uno degli elementi che diventeranno sempre più specifici dell’economia locale. Su questo fronte, la capacità di adattarsi ai mutamenti in atto porta la Cgil a ripensare la sua strategia d’azione in cui le rivendicazioni salariali vengono ad iscriversi in una cornice più ampia correlandosi con la rappresentatività e l’agibilità sindacale in azienda conquistata sul campo. Emblematico, in tal senso, è il fatto legato ad un accordo separato tra la Cisl e gli industriali nel 1960 (con il beneplacito dell’Ufficio provinciale del lavoro) contro cui la Cgil chiama (e supporta) i lavoratori in una lunga vertenza, vincente, che si snoda in 33 giorni di sciopero (e tocca anche aziende guidate da imprenditori ed ex amministratori iscritti al Pci come Renato Fastiggi) in cui si chiedeva, tra l’altro, un aumento di paga doppio rispetto a quello concordato con la Cisl. Gli impegni sindacali lasciano posto momentaneamente a quelli più strettamente politici, sia sul versante della rappresentanza istituzionale (come già detto), sia in ambito partitico. Così, Del Bianco è segretario della Federazione comunista pesarese fino al 1967, lo stesso anno, inoltre, viene nominato segretario della Camera del Lavoro provinciale, succedendo al comunista Aldo Bianchi, incarico che ricopre fino al 1970. In questi anni egli ritrova una Cgil trasformata in seguito ai mutamenti già in atto in ambito produttivo con il tramonto dell’antico radicamento mezzadrile (e le correlative battaglie) e i processi ormai dispiegati di inurbamento delle coste a discapito dello spopolamento delle campagne dell’entroterra. Sono anni in cui l’‘autunno caldo’ ha i suoi effetti anche nel territorio pesarese, tanto che proprio nel 1969 – anno in cui si tiene il VII congresso nazionale della Cgil a cui Del Bianco partecipa in qualità di delegato provinciale – si apre un’ostica vertenza con la Montedison per impedire tagli occupazionali (che anche in questo caso di fatto verranno rinviati agli anni successivi fino alla chiusura, nella prima metà degli anni Ottanta, delle Costruzioni Meccaniche Pesaresi, la nuova denominazione della Montecatini-Montedison collocata alle porte della città di Pesaro). Ad ogni modo, proprio sul finire degli anni Sessanta la Cgil è impegnata nell’opera di denuncia dell’evasione contributiva delle imprese e si batte sul fronte del mancato riconoscimento delle qualifiche dei lavoratori; allo stesso tempo nelle manifestazioni si affaccia anche il protagonismo studentesco accanto a quello operaio. La guida di Del Bianco nel triennio della sua segreteria è improntata sulla continuità e si caratterizza per la capacità di tenere insieme tutte le principali correnti interne al sindacato (non a caso lo affiancano Enrico Biettini del Psiup, Umberto Polidori del Psi e i comunisti Giuseppe Monaldi e Olindo Venturi: tutti componenti già presenti anche nella segreteria di Aldo Bianchi nel 1965) e il perseguimento dei principali obiettivi programmati. La fine dell’esperienza sindacale corrisponde all’assunzione d’incarichi elettivi in regione. È infatti consigliere regionale del Pci per due consigliature, dunque fino al 1980. In questa veste si segnala come membro della Commissione regionale Sanità e Vicepresidente della Consulta regionale dell’emigrazione (dal 1974 al 1980). Su questo versante, si segnala come relatore alla Conferenza regionale dell’emigrazione tenutasi a Urbino nel novembre 1974. Egli ha inoltre presentato, insieme all’avvocato Sergio Marcheggiani, una proposta di legge regionale sull’emigrazione. Dopo l’esperienza politico-amministrativa regionale, Del Bianco si occupa di sanità e trasporti. In particolare, dal 1980 al 1986 è vicepresidente dell’Unità sanitaria di Pesaro e dal 1987 al 1988 è Presidente dell’Azienza trasporti e igiene del capoluogo di provincia. Da un punto di vista politico, dopo lo scioglimento del Pci, aderisce prima al Pds, poi ai Ds ed in infine al Partito democratico. Tra le sue pubblicazioni, per lo più di carattere memorialistico, si segnalano: Documenti e testimonianze sulle lotte nella Provincia di Pesaro e Urbino (1999); Brevi appunti. La vita delle popolazioni nelle borgate e nelle campagne dell’urbinate e dopo la fine della seconda guerra mondiale (2009). Alcuni estratti di queste pubblicazioni sono stati ripresi nel numero speciale dei quaderni del Consiglio regionale delle Marche, pubblicato postumo, intitolato L’insieme dei ricordi (2016). Del Bianco muore a Pesaro il 22 gennaio 2016.

Luoghi

Condizione giuridica

Funzioni, occupazioni e attività

Mandato/Fonti normative

Struttura amministrativa/Genealogia

Contesto generale

Area delle relazioni

Area di controllo

Codice identificativo del record d’autorità

Codici identificativi delle istituzioni responsabili

Norme e/o convenzioni

International standard archival authority - ISAAR (CPF), seconda edizione, ottobre 2003.
Norme italiane per l'elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), seconda edizione, luglio 2014, regola E.1.1 Denominazione di autorità (per la redazione dell'elemento 5.1.2 di ISAAR (CPF) Forma/e autorizzata/e del nome).
Norme italiane per l'elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), seconda edizione, luglio 2014, E.2.1 Date di esistenza. Normalizzazione (per la redazione dell'elemento di ISAAR (CPF) 5.2.1 (Date di esistenza)).

Grado di elaborazione

Finale

Livello di completezza

Intermedio

Data/e della descrizione

Creazione del record di autorità: 30 maggio 2017.
Compilazione del record di autorità: 14 dicembre 2020.

Lingua/e

  • italiano

Scrittura/e

Fonti

Profilo biografico di Elmo Del Bianco a cura di Andrea Girometti in Archivio storico Cgil Pesaro.
E. Del Bianco, Documenti e testimonianze sulle lotte nella Provincia di Pesaro e Urbino, Pesaro, Tipografia Melchiorri, 1999; Del Bianco Elmo (a cura di E. Torrico) in R. Giulianelli, M. Papini (a cura di), Dizionario biografico del movimento sindacale nelle Marche 1900-1970, Ediesse, Roma, 2006, p. 164-166; Intervista a Elmo Del Bianco (a cura di Cristina Ortolani), in Cgil di Pesaro e Urbino (a cura di), Per una Causa Grande 1945 - 1990, Cgil Pesaro, [s.d.], p. 49-52; E. Del Bianco, L’insieme dei ricordi, “Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche”, n. 204, 2016; Archivio storico Cgil Pesaro, Camera del lavoro territoriale di Pesaro, b. 34, fasc. 2.5; Archivio Pci PS, b. 47, fasc. 11; b. 69, fasc. 5.

Note sulla compilazione

Creazione del record di autorità: Memorie di Marca.
Compilazione del record di autorità: Anna Della Fornace.