Del Monaco, Mario

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Del Monaco, Mario

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Date di esistenza

1915 lug. 27 - 1982 ott. 16

Storia

Mario Del Monaco nasce a Firenze il 27 luglio 1915 da Ettore, funzionario dell'amministrazione comunale, e da Flora Giachetti, che gli trasmette l'amore per la musica. Trasferitasi la famiglia a Cremona, viene avviato allo studio del solfeggio e del pianoforte da certo maestro Dondi.
Nel 1925 deve lasciare l'Italia per Misurata (Libia), dove il padre viene inviato quale commissario coloniale. Trasferitosi poi a Tripoli, torna a coltivare i suoi interessi musicali, frequentando il teatro Miramare, dove si avvicendano compagnie teatrali provenienti dai maggiori centri musicali italiani. Può così assistere a una rappresentazione dell'Aida di G. Verdi, in cui il ruolo di Radames era sostenuto dal tenore Attilio Barbieri, che in seguito sarebbe divenuto suo insegnante. Lasciata la Libia, si stabilisce a Pesaro; nel 1928 si iscrive nella classe di violino del liceo musicale "G. Rossini", studio che ben presto abbandona avendo scoperto di possedere una voce tenorile robusta e squillante. Completa comunque la sua educazione musicale, e, contemporaneamente, si iscrive al locale liceo artistico.
Introdotto negli ambienti musicali della città, per un breve periodo studia canto con il Barbieri, prodigo di consigli e che favorisce il suo primo esordio nel 1931 al teatro Beniamino Gigli di Mondolfo nelle Marche, dove sostiene un breve ruolo nel Narciso di J. Massenet. Partecipa poi ad una rappresentazione del Don Pasquale di G. Donizetti con una compagnia formata da allievi del liceo e dilettanti in un teatrino di Ancona. Interpreta poi Arturo nella Lucia di Lammermoor di Donizetti a Sant'Angelo di Lizzola. Dopo questa parentesi dilettantesca prende lezioni Private di canto da L. Melai Palazzini, un'allieva di A. Bonci che, tuttavia, indirizzandolo verso un repertorio di agilità, se facilita il registro acuto, assottiglia la sua voce danneggiandone la potenza e il timbro. L'inesperienza e la naturale facilità d'emissione lo inducono ad accostarsi al repertorio settecentesco e inizia a percorrere varie località delle Marche e della Romagna per esibirsi nelle chiese in applauditi a solo; in seguito intraprende un serio corso di studi con A. Melocchi, insegnante nel liceo musicale di Pesaro. Rieducata la voce con appropriati esercizi, riacquista gradualmente la potenza, l'ampiezza e la facilità naturale, raggiungendo piena omogeneità nella gamma che dal si bemolle giunge sino al re bemolle sovracuto; tuttavia, non ancora soddisfatto dei progressi raggiunti, inizia a creare una sua tecnica con cui riesce ad ottenere il meglio dalla sua voce.
Risultato vincitore di una borsa di studio al teatro dell'Opera di Roma dopo essersi presentato alla giuria presieduta da T. Serafin con brani di U. Giordano, G. Puccini, F. Cilea e G. Donizetti, viene ammesso a frequentare la scuola di perfezionamento del teatro. Tuttavia, anche questa esperienza si rivela deludente: l'errata scelta del repertorio impostogli dall'insegnante di canto danneggia ulteriormente la sua voce costretta ad affrontare ruoli non congeniali. In breve tempo perde quasi completamente la voce e agli inizi del 1938 torna a Pesaro, ove riprende a studiare col Melocchi; richiamato alle armi, viene mandato all'autocentro di Milano, dove può continuare lo studio del canto. Seguendo i consigli del vecchio insegnante riacquista la voce e riesce ad ottenere brevi scritture per i concerti domenicali del locale dopolavoro.
Il suo vero esordio ha luogo il 10 marzo 1940 con una compagnia di giro in Cavalleria rusticana di P. Mascagni al teatro di Cagli, dove il soprano Rina Filippini, che nel 1941 diventerà sua moglie, esordisce come Nedda in Ipagliacci di R. Leoncavallo. Ottenuta per interessamento della Filippini un'audizione da Fausto De Tura, impresario del teatro Puccini di Milano, viene scritturato per Madama Butterfly di Puccini; il suo debutto nel ruolo di Pinkerton, avvenuto il 29 dicembre 1940, ha un esito trionfale. Il successo riportato nell'opera pucciniana gli procura numerose scritture in vari teatri italiani: dopo una tournée in Sicilia al teatro Biondo di Palermo per Cavalleria rusticana e Tosca di Puccini, è al teatro Massimo Bellini di Catania per Bohème. Nel 1941, nonostante l'incalzare degli eventi bellici e la distruzione del teatro alla Scala, la cui compagnia stabile si trasferisce a Como, viene scritturato dal complesso scaligero per lo spettacolo inaugurale della stagione, cantando in Bohème diretta da G. Del Campo. Viene poi scritturato da G. Lanfranchi, impresario del teatro Regio di Parma, per quattro recite di Tosca, accanto a Maria Caniglia e M. Basiola, direttore A. Erede: incoraggiato dal tenore F. Merli, presente allo spettacolo, riscosse entusiastici consensi che gli spalancarono le porte dei maggiori teatri italiani. Riconfermato a Parma per Bohème, Manon Lescaut, Turandot di Puccini e Ariodante di N. Rota, fu poi prescelto da A. Votto quale protagonista della Madama Butterfly a Rosignano Solvay. Dopo l'armistizio viene scritturato dal teatro La Fenice di Venezia per l'inaugurazione della stagione 1943-44, in cui è Rodolfo in Bohème accanto a Mafalda Favero; è poi a Padova e quindi nuovamente a Venezia, ove viene prescelto dal sovrintendente della Fenice come sostituto di A. Pertile per la prima rappresentazione di Un ballo in maschera di Verdi accanto alla Favero, con cui il 25 apr. 1945 condivide il trionfo, consolidando definitivamente la sua affermazione. Finita la guerra, inizia a percorrere i maggiori centri musicali della penisola: dopo Madama Butterfly e Gioconda di A. Ponchielli con G. Cigna, C. Tagliabue, direttore Votto, ancora a Venezia, fu a Bergamo (Tosca) e Trieste (Turandot di Puccini e Aida). Nel 1946 conosce U. Giordano, che lo vuole protagonista dell'Andrea Chénier, preparandolo personalmente per il ruolo del protagonista; è poi al S. Carlo di Napoli per Gioconda, Tosca e Aida dirette da F. Capuana: va così ampliando il suo repertorio arricchendolo di quei ruoli che diverranno rappresentativi della sua personalità e della sua carriera. Il successo napoletano gli procura una scrittura per l'arena di Verona, dove è un Radames particolarmente apprezzato; è quindi a Firenze per Turandot con G. Cigna. Ormai affermato in campo nazionale, può affrontare i pubblici europei e nel settembre dello stesso anno con la compagnia del S. Carlo canta al Covent Garden di Londra nei Pagliacci di R. Leoncavallo accanto a M. Carosio; il successo riscosso è tale che viene invitato ad effettuare una registrazione in disco per la Voce del padrone.
Nel 1947, ormai entrato a far parte dell'olimpo dei grandi protagonisti del teatro lirico internazionale, totalizza oltre cento recite, esibendosi nei maggiori teatri del mondo e giungendo in tournée fino in Brasile. Al teatro Municipal di Rio de Janeiro nel 1947 appare in Andrea Chénier riportando un grande successo, rinnovato poi in Trovatore di Verdi, Mefistofele di A. Boito e Guarany di A. Gomes. Tornato in Europa, è a Charleroi, a Stoccolma (Tosca e Bohème con T. Gobbi e M. Favero), nel 1948 al Carlo Felice di Genova per Turandot con M. Callas agli esordi, rappresentata poi a Buenos Aires e diretta da T. Serafin. Ormai consolidata la sua fama, nel 1949 viene invitato ad esibirsi alla Scala in Manon Lescaut di Puccini e quindi prescelto da V. De Sabata per Andrea Chénier accanto a Renata Tebaldi, altro astro nascente. Nel 1950 affronta, non senza esitazione, lo studio di Otello. L'occasione di debuttare nel ruolo che consacrerà la sua fama nel mondo e che canterà ben quattrocentoventisette volte, raggiungendo un primato forse ineguagliato nella storia del teatro musicale, si presenta allorché gli perviene una richiesta dal teatro Colón di Buenos Aires (21 luglio 1950). Diretto ancora dal Votto, riporta un autentico trionfo, che si rinnova poi a Rio de Janeiro e in tutti i teatri del mondo per l'intero arco della sua carriera.
Viene quindi scritturato dal War Memorial Opera di San Francisco per Aida (con R. Tebaldi) e altre opere di repertorio; in seguito, contattato da R. Bing, manager del Metropolitan di New York, ottiene un contratto di due anni con debutto il 13 nov. 1951 con Aida (protagonista Z. Milanov, direttore F. Cleva). La stessa opera, con altre di repertorio, porta nello stesso anno al teatro de Bellas Artes di Città del Messico, avendo Maria Callas quale partner. Nel 1952, dopo una memorabile Carmen di G. Bizet accanto a R. Stevens, inizia con il Metropolitan una collaborazione durata oltre dieci anni con un repertorio assai vario ed eterogeneo. Tornato alla Scala nel 1955 dopo due anni di assenza, fatta eccezione per una recita di Andrea Chénier con la Callas, Del Monaco apparve nei suoi cavalli di battaglia (Otello, Carmen, Andrea Chénier) e, dopo una parentesi veronese, affronta il pubblico scaligero con Norma di V. Bellini, accanto a Maria Callas; l'opera, andata in scena il 7 dic. 1955, nonostante gli screzi con la grande cantante che lo stesso Del Monaco aveva proposto per il ruolo della protagonista, ha esito trionfale, anche grazie al crescente antagonismo sorto tra i due protagonisti durante la rappresentazione. Dopo tournées a Lione per Sansone e Dalila di C. Saint-Säens (1956), New York (Ernani di Verdi e Norma), Milano (Francesca da Rimini di R. Zandonai e Lohengrin di R. Wagner, 1957), nel 1959 si reca nell'Unione Sovietica per Carmen e Pagliacci al teatro Bol'šoj di Mosca, quindi a Belgrado, Tokio e a Parigi per Carmen in lingua francese, che gli valse un'onorificenza da parte dell'Académie française.
Continua frattanto ad arricchire il suo già vasto repertorio e nel 1960 esordisce alla Scala ne ITroiani di H. Berlioz, interpretando il ruolo di Enea; interrotta per otto mesi la carriera nel 1964, in seguito a un incidente automobilistico, la riprende con rinnovato entusiasmo soprattutto negli Stati Uniti, potendo contare su mezzi vocali sostanzialmente integri. Al ritorno dagli Stati Uniti, riprende la carriera nei maggiori centri europei fino al 1974, quando, dopo un concerto alla Salle Pleyel di Parigi, dà l'addio alle scene europee con alcune recite di Pagliacci alla Staatsoper di Vienna e a quelle italiane con Il tabarro di G. Puccini a Torre del Lago (12 ag. 1974).
Dedicatosi in seguito all'insegnamento e alla stesura di un libro di memorie, La mia vita e i miei successi (Milano 1982), deve interrompere ogni attività in seguito all'insorgere d'una grave malattia. Ritiratosi nella villa di Lancenigo (Treviso), muore a Mestre il 16 ottobre 1982. La sua salma verrà poi trasferita presso il cimitero centrale di Pesaro.
Appare anche sullo schermo in L'uomo dal guanto grigio di C. Mastrocinque (1949), Melodie immortali di G. Gentilomo (1952), Giuseppe Verdi (1953) e Guai ai vinti di R. Matarazzo (1955), La donna più bella del mondo di R. Z. Leonard (1955).

Luoghi

Condizione giuridica

Funzioni, occupazioni e attività

Mandato/Fonti normative

Struttura amministrativa/Genealogia

Contesto generale

Area delle relazioni

Area di controllo

Codice identificativo del record d’autorità

Codici identificativi delle istituzioni responsabili

Norme e/o convenzioni


  • Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), regola E.1.1 Denominazione di autorità.
  • Sistema di datazione utilizzato per indicare le date nel record di autorità: Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), E.2.1 Date di esistenza. Normalizzazione.

Grado di elaborazione

Finale

Livello di completezza

Intermedio

Data/e della descrizione

Lingua/e

Scrittura/e

Fonti

Note sulla compilazione

Creazione: Memorie di Marca 31 gennaio 2019
Compilazione: Lucia Giagnolini 31 gennaio 2019