Zone d'identification
Type d'entité
Personne
Forme autorisée du nom
Angelini, Giuseppe
Forme(s) parallèle(s) du nom
Forme(s) du nom normalisée(s) selon d'autres conventions
Autre(s) forme(s) du nom
Numéro d'immatriculation des collectivités
Zone de description
Dates d'existence
1920 gen.15 - 2007 gen. 8
Historique
Giuseppe Angelini nasce a Novafeltria il 15 gennaio 1920, frequenta il liceo classico “Giulio Cesare” a Cesena e, una volta terminati gli studi, viene ammesso nel 1938 alla Scuola Normale di Pisa alla Facoltà di Lettere e filosofia. Incrocia docenti di rigorosa ispirazione democratica e liberalsocialista, come Luigi Russo, Guido Calogero, Giorgio Pasquali. Tra i suoi compagni di studio si annoverano Scevola Mariotti, poi latinista e filologo classico, e Alessandro Natta, divenuto Segretario nazionale del Pci alla morte di Berlinguer
Sollecitato da Natta e, probabilmente, motivato dagli stimoli suscitati dai docenti incontrati nella sua esperienza universitaria, si indirizza verso il liberalsocialismo, movimento fondato da Guido Calogero e Aldo Capitini, che proprio dalla Normale era stato licenziato in seguito al suo rifiuto di prendere la tessera del partito fascista.
La guerra gli impedisce di terminare gli studi universitari. Richiamato alle armi nel 1942, frequenta a L’Aquila il corso allievo ufficiale, ma una volta che emerge il suo antifascismo, viene trasferito a Bari all’Ufficio imbarchi e sbarchi. Qui il suo percorso ideale conosce una nuova svolta. In seguito ad alcuni incontri a Bari aderisce a posizioni marxiste. Quando Togliatti annuncia la ‘svolta di Salerno’ nel marzo 1944, la sua adesione intima al Pci è compiuta.
Trovandosi al sud quando giunge l’8 settembre, decide di arruolarsi nel Corpo italiano di liberazione, dove ottiene il grado di sergente combattendo i tedeschi al fianco degli alleati. Nel dopoguerra torna a Novafeltria e si iscrive al Pci, venendo ammesso, già nel 1946, nel Comitato federale del partito. Il 15 aprile 1946 è eletto sindaco, incarico ricoperto fino al 25 maggio 1947. Nel settembre de 1946 sposa Anna Maria Cucci, da cui ha due figlie, Chiara e Angela. Nel frattempo riprende e completa gli studi laureandosi in Lettere e filosofia all’Università di Bologna nel 1949, con una tesi di laurea, su Piero Gobetti.
In seguito all’abbandono della segreteria della Camera del Lavoro pesarese da parte di Angelo Arcangeli, data la sua vasta preparazione culturale e le sue qualità politiche, viene nominato segretario generale. Fino ad allora, nel’ambito della Cgil, aveva diretto un ufficio studi, che aveva dato un buon supporto ai vari convegni. Mantiene questo ruolo dal 1951 al 1956, salvo pochi mesi nel 1953, quando è sostituito da Giuseppe Chiappini. Nonostante la scissione sindacale, si tratta di una camera vitale e forte. Durante la segreteria, Angelini procede a una progressiva riorganizzazione, sostituendo le camere mandamentali con camere comunali, per accrescerne la presenza nel territorio in una fase storica in cui vi sono molti fronti aperti: quello delle vertenze mezzadrili, la lotta alla disoccupazione, l’attuazione del Piano del lavoro. In particolare, nella veste di segretario si adopera contro la smobilitazione della miniera di zolfo di Cabernardi, occupata dai minatori per trentanove giorni nel 1952, e il progressivo ridimensionamento di quella di Perticara. Al convegno del 15 luglio 1952, organizzato dalla Camera di commercio di Pesaro sul potenziamento delle risorse solfifere, mosso dalle forti ricadute sull’occupazione conseguenti alla chiusura dei due bacini solfiferi, sollecita il ministro Campilli a promuovere nuove ricerche da parte delle società concessionarie e a trasformare l’Ente zolfi italiano da organismo finanziario in produttore. Si tratta in realtà di un progetto irrealizzabile: il destino delle due miniere in via di esaurimento è segnato. La proposta di Angelini si colloca tuttavia in una strategia più ampia, volta all’ammodernamento delle valli pesaresi, attraverso un piano di industrializzazione e uno irriguo che favorisse la modernizzazione dell’agricoltura, l’utilizzo delle acque per produrre energia elettrica, la difesa del suolo e dell’assetto idrogeologico dei bacini fluviali. Porta le sue idee al 2° Corso di studi comunisti a Roma, nel maggio del 1955. Il saggio finale, intitolato Le lotte per la rinascita della montagna e delle cinque valli della provincia di Pesaro, affronta le questioni a cui è più sensibile. Il giudizio del direttore Edoardo D’Onofrio è molto lusinghiero.
Contestualmente all’impegno nella Camera del lavoro, Angelini porta avanti quello nel consiglio provinciale, dove siede dal 1951 al 1969. Dal 1951 al 1956, in concomitanza con il suo mandato alla segreteria nella Camera del lavoro, ricopre il ruolo di assessore allo sviluppo economico nella giunta social-comunista guidata da Wolframo Pierangeli. Nello stesso periodo è segretario della Federazione del Pci di Pesaro.
Dal 1958 al 1968 è eletto per due legislature deputato alla Camera. La sua attività da parlamentare riflette il suo impegno precedente. Dal 1958 al 1965 è membro della IX Commissione permanente Lavori pubblici, nella quale ricopre l’incarico di segretario dal 12 luglio 1963 al 20 gennaio 1965. Dopo un anno trascorso nella VII Commissione permanente Difesa, dal gennaio 1965 al gennaio 1966, viene nominato alla XI Commissione permanente Agricoltura fino al giugno 1968. Inoltre tra il giugno del 1966 e il giugno del 1968 è membro della Commissione speciale per l’esame di progetti relativi alle zone depresse del centro nord. Partecipa complessivamente alla presentazione di 45 progetti di legge, di cui 4 vengono approvati. Di due, non ratificati, è primo firmatario: la proposta di estensione a tutti i comuni del Mezzogiorno e delle isole o di altri comuni che si trovano in condizioni similari delle disposizioni indicate all’articolo 13 della legge 589 del 1949, che prevedeva la garanzia statale sui mutui contratti per opere di interesse generale, soltanto per province e comuni del Mezzogiorno e di altre aree che si trovavano al di sotto di un certo numero di abitanti (1959); la richiesta di allargamento delle tutele previste per i lavoratori colpiti da malattie professionali dovuti all’esposizione di anidride solforosa o acido solforico (1963). Nei suoi 49 interventi in aula continua a manifestare particolare attenzione alle questioni più complesse del territorio di Pesaro Urbino e del Montefeltro: assetto idrogeologico, viabilità, trasporti, attività economiche, problemi del lavoro. Le sue interrogazioni denunciano le condizioni di vita e lavoro dei lavoratori della industria estrattiva, del mobile, del comparto agricolo e ortofrutticolo, chiedono misure economiche e previdenziali in loro favore, sostengono la difesa del posto dell’occupazione. Anche la sua sensibilità verso le difficili condizioni di vita nelle zone di montagna e in diversi entroterra è ben presente nella sua attività parlamentare. In particolare è tra i firmatari della proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione di un fondo nazionale per la montagna. Inoltre rappresenta il Pci nell’Unione nazionale dei comuni e degli enti montani.
L’impegno parlamentare si accompagna alla sua partecipazione alla vita politica pesarese, dove siede al Consiglio provinciale. Non abbandona nemmeno il suo legame con l’impegno sindacale. Lo troviamo ad esempio alla guida, assieme ai dirigenti della Camera del lavoro Elmo Del Bianco e Alfideo Mili, alla colonna motorizzata che da Perticara arriva a Pesaro l’11 luglio 1958 per protestare contro lo smantellamento della miniera. Avendo difeso il diritto dei manifestanti a entrare in città di fronte al blocco della polizia è denunciato, assieme ad altri per i reati di oltraggio a pubblico ufficiale, istigazione a disobbedire alle leggi e promozione di riunione in luogo pubblico senza preventivo avviso dall’autorità. Il 20-21 febbraio 1960 figura tra i relatori del VI congresso provinciale di Pesaro della Federmezzadri. Viene colpito da una nuova denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale, a cui segue una richiesta di autorizzazione a procedere respinta dal Parlamento, in seguito alla sua partecipazione allo sciopero dei lavoratori del legno, indetto dal 21 al 23 dicembre 1960 in vari mobilifici pesaresi. Aveva infatti accusato il maresciallo dei carabinieri intervenuto di « commettere degli arbitri e di non conoscere la legge».
Tra il 1964 e il 1970, è nominato alla segretaria regionale del Pci marchigiano. In questa veste sostiene finanziariamente la nascita a Pesaro del Circolo culturale Antonio Gramsci, alveo della futura classe dirigente del Partito comunista pesarese. Pur entrando presto in conflitto con l’eterodossa larghezza di idee che anima il Circolo, non avrebbe mai interrotto il rapporto con questa nuova realtà. Tra il 1963 e il 1969, Angelini partecipa all’attività dell’ISSEM, l’Istituto per lo studio dello sviluppo economico delle Marche, nato ad Ancona, principale luogo del dibattito sulla programmazione economica, sociale e territoriale di cui si sarebbe dovuta incaricare il futuro ente regionale marchigiano. Il suo impegno a inquadrare la fase di transizione che attraversa le Marche si manifesta anche all’interno del partito: in qualità di segretario scrive una lettera ai compagni del comitato regionale per un piano di sviluppo economico e democratico della regione Marche. Interviene inoltre al XII Congresso del Pci, evidenziando il definitivo superamento della mezzadria nell’Italia centrale come ‘chiave di volta’ dell’economia agricola, individuando una nuova strategia nella creazione di un blocco sociale tra classe operaia, contadini e ceti medi.
Il suo rilievo nella politica marchigiana lo si evince anche dall’inserimento del suo nome, nel luglio del 1964, nella lista di 731 politici e sindacalisti ‘sovversivi’ da arrestare, secondo il progetto di colpo di Stato prospettato dal generale dell’arma dei carabinieri Giovanni De Lorenzo, noto come Piano Solo.
Dal 1967 al 1970 è nominato vicepresidente dell’Ente regionale di sviluppo. Intanto, terminata l’esperienza in Parlamento, riprende quella all’interno del Consiglio provinciale, dove siede fino alla metà degli anni Ottanta. Nel quinquennio tra 1970 e 1975 è nominato vicepresidente nella giunta social-comunista presieduta dal socialista Salvatore Vergari. In seguito diventa presidente provinciale e regionale dell’Alleanza nazionale dei contadini, fino al 1977, quando questa confluisce nella Costituente contadina. Nello stesso periodo ricopre il ruolo di membro del Comitato Centrale del Pci.
Continua la sua militanza comunista fino al Congresso di Rimini del 1991 che porta allo scioglimento del Pci nel Pds. Già da tempo aveva manifestato la propria disapprovazione rispetto al nuovo corso impresso dai dirigenti nazionali del partito. Nell’aprile 1986 aveva inviato una dura lettera al congresso regionale e, un mese dopo, aveva attaccato pubblicamente i dirigenti pesaresi sul Resto del Carlino. Era stato inoltre tra i promotori del Circolo culturale Antonio Pesenti attorno al quale si erano raccolte molte anime della sinistra dissenziente pesarese. Dopo 47 anni lascia così il Partito comunista, aderendo a Rifondazione comunista, ma senza più ricoprire incarichi istituzionali e nel partito. Muore l’8 gennaio 2007, all’età di 86 anni.
Sollecitato da Natta e, probabilmente, motivato dagli stimoli suscitati dai docenti incontrati nella sua esperienza universitaria, si indirizza verso il liberalsocialismo, movimento fondato da Guido Calogero e Aldo Capitini, che proprio dalla Normale era stato licenziato in seguito al suo rifiuto di prendere la tessera del partito fascista.
La guerra gli impedisce di terminare gli studi universitari. Richiamato alle armi nel 1942, frequenta a L’Aquila il corso allievo ufficiale, ma una volta che emerge il suo antifascismo, viene trasferito a Bari all’Ufficio imbarchi e sbarchi. Qui il suo percorso ideale conosce una nuova svolta. In seguito ad alcuni incontri a Bari aderisce a posizioni marxiste. Quando Togliatti annuncia la ‘svolta di Salerno’ nel marzo 1944, la sua adesione intima al Pci è compiuta.
Trovandosi al sud quando giunge l’8 settembre, decide di arruolarsi nel Corpo italiano di liberazione, dove ottiene il grado di sergente combattendo i tedeschi al fianco degli alleati. Nel dopoguerra torna a Novafeltria e si iscrive al Pci, venendo ammesso, già nel 1946, nel Comitato federale del partito. Il 15 aprile 1946 è eletto sindaco, incarico ricoperto fino al 25 maggio 1947. Nel settembre de 1946 sposa Anna Maria Cucci, da cui ha due figlie, Chiara e Angela. Nel frattempo riprende e completa gli studi laureandosi in Lettere e filosofia all’Università di Bologna nel 1949, con una tesi di laurea, su Piero Gobetti.
In seguito all’abbandono della segreteria della Camera del Lavoro pesarese da parte di Angelo Arcangeli, data la sua vasta preparazione culturale e le sue qualità politiche, viene nominato segretario generale. Fino ad allora, nel’ambito della Cgil, aveva diretto un ufficio studi, che aveva dato un buon supporto ai vari convegni. Mantiene questo ruolo dal 1951 al 1956, salvo pochi mesi nel 1953, quando è sostituito da Giuseppe Chiappini. Nonostante la scissione sindacale, si tratta di una camera vitale e forte. Durante la segreteria, Angelini procede a una progressiva riorganizzazione, sostituendo le camere mandamentali con camere comunali, per accrescerne la presenza nel territorio in una fase storica in cui vi sono molti fronti aperti: quello delle vertenze mezzadrili, la lotta alla disoccupazione, l’attuazione del Piano del lavoro. In particolare, nella veste di segretario si adopera contro la smobilitazione della miniera di zolfo di Cabernardi, occupata dai minatori per trentanove giorni nel 1952, e il progressivo ridimensionamento di quella di Perticara. Al convegno del 15 luglio 1952, organizzato dalla Camera di commercio di Pesaro sul potenziamento delle risorse solfifere, mosso dalle forti ricadute sull’occupazione conseguenti alla chiusura dei due bacini solfiferi, sollecita il ministro Campilli a promuovere nuove ricerche da parte delle società concessionarie e a trasformare l’Ente zolfi italiano da organismo finanziario in produttore. Si tratta in realtà di un progetto irrealizzabile: il destino delle due miniere in via di esaurimento è segnato. La proposta di Angelini si colloca tuttavia in una strategia più ampia, volta all’ammodernamento delle valli pesaresi, attraverso un piano di industrializzazione e uno irriguo che favorisse la modernizzazione dell’agricoltura, l’utilizzo delle acque per produrre energia elettrica, la difesa del suolo e dell’assetto idrogeologico dei bacini fluviali. Porta le sue idee al 2° Corso di studi comunisti a Roma, nel maggio del 1955. Il saggio finale, intitolato Le lotte per la rinascita della montagna e delle cinque valli della provincia di Pesaro, affronta le questioni a cui è più sensibile. Il giudizio del direttore Edoardo D’Onofrio è molto lusinghiero.
Contestualmente all’impegno nella Camera del lavoro, Angelini porta avanti quello nel consiglio provinciale, dove siede dal 1951 al 1969. Dal 1951 al 1956, in concomitanza con il suo mandato alla segreteria nella Camera del lavoro, ricopre il ruolo di assessore allo sviluppo economico nella giunta social-comunista guidata da Wolframo Pierangeli. Nello stesso periodo è segretario della Federazione del Pci di Pesaro.
Dal 1958 al 1968 è eletto per due legislature deputato alla Camera. La sua attività da parlamentare riflette il suo impegno precedente. Dal 1958 al 1965 è membro della IX Commissione permanente Lavori pubblici, nella quale ricopre l’incarico di segretario dal 12 luglio 1963 al 20 gennaio 1965. Dopo un anno trascorso nella VII Commissione permanente Difesa, dal gennaio 1965 al gennaio 1966, viene nominato alla XI Commissione permanente Agricoltura fino al giugno 1968. Inoltre tra il giugno del 1966 e il giugno del 1968 è membro della Commissione speciale per l’esame di progetti relativi alle zone depresse del centro nord. Partecipa complessivamente alla presentazione di 45 progetti di legge, di cui 4 vengono approvati. Di due, non ratificati, è primo firmatario: la proposta di estensione a tutti i comuni del Mezzogiorno e delle isole o di altri comuni che si trovano in condizioni similari delle disposizioni indicate all’articolo 13 della legge 589 del 1949, che prevedeva la garanzia statale sui mutui contratti per opere di interesse generale, soltanto per province e comuni del Mezzogiorno e di altre aree che si trovavano al di sotto di un certo numero di abitanti (1959); la richiesta di allargamento delle tutele previste per i lavoratori colpiti da malattie professionali dovuti all’esposizione di anidride solforosa o acido solforico (1963). Nei suoi 49 interventi in aula continua a manifestare particolare attenzione alle questioni più complesse del territorio di Pesaro Urbino e del Montefeltro: assetto idrogeologico, viabilità, trasporti, attività economiche, problemi del lavoro. Le sue interrogazioni denunciano le condizioni di vita e lavoro dei lavoratori della industria estrattiva, del mobile, del comparto agricolo e ortofrutticolo, chiedono misure economiche e previdenziali in loro favore, sostengono la difesa del posto dell’occupazione. Anche la sua sensibilità verso le difficili condizioni di vita nelle zone di montagna e in diversi entroterra è ben presente nella sua attività parlamentare. In particolare è tra i firmatari della proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione di un fondo nazionale per la montagna. Inoltre rappresenta il Pci nell’Unione nazionale dei comuni e degli enti montani.
L’impegno parlamentare si accompagna alla sua partecipazione alla vita politica pesarese, dove siede al Consiglio provinciale. Non abbandona nemmeno il suo legame con l’impegno sindacale. Lo troviamo ad esempio alla guida, assieme ai dirigenti della Camera del lavoro Elmo Del Bianco e Alfideo Mili, alla colonna motorizzata che da Perticara arriva a Pesaro l’11 luglio 1958 per protestare contro lo smantellamento della miniera. Avendo difeso il diritto dei manifestanti a entrare in città di fronte al blocco della polizia è denunciato, assieme ad altri per i reati di oltraggio a pubblico ufficiale, istigazione a disobbedire alle leggi e promozione di riunione in luogo pubblico senza preventivo avviso dall’autorità. Il 20-21 febbraio 1960 figura tra i relatori del VI congresso provinciale di Pesaro della Federmezzadri. Viene colpito da una nuova denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale, a cui segue una richiesta di autorizzazione a procedere respinta dal Parlamento, in seguito alla sua partecipazione allo sciopero dei lavoratori del legno, indetto dal 21 al 23 dicembre 1960 in vari mobilifici pesaresi. Aveva infatti accusato il maresciallo dei carabinieri intervenuto di « commettere degli arbitri e di non conoscere la legge».
Tra il 1964 e il 1970, è nominato alla segretaria regionale del Pci marchigiano. In questa veste sostiene finanziariamente la nascita a Pesaro del Circolo culturale Antonio Gramsci, alveo della futura classe dirigente del Partito comunista pesarese. Pur entrando presto in conflitto con l’eterodossa larghezza di idee che anima il Circolo, non avrebbe mai interrotto il rapporto con questa nuova realtà. Tra il 1963 e il 1969, Angelini partecipa all’attività dell’ISSEM, l’Istituto per lo studio dello sviluppo economico delle Marche, nato ad Ancona, principale luogo del dibattito sulla programmazione economica, sociale e territoriale di cui si sarebbe dovuta incaricare il futuro ente regionale marchigiano. Il suo impegno a inquadrare la fase di transizione che attraversa le Marche si manifesta anche all’interno del partito: in qualità di segretario scrive una lettera ai compagni del comitato regionale per un piano di sviluppo economico e democratico della regione Marche. Interviene inoltre al XII Congresso del Pci, evidenziando il definitivo superamento della mezzadria nell’Italia centrale come ‘chiave di volta’ dell’economia agricola, individuando una nuova strategia nella creazione di un blocco sociale tra classe operaia, contadini e ceti medi.
Il suo rilievo nella politica marchigiana lo si evince anche dall’inserimento del suo nome, nel luglio del 1964, nella lista di 731 politici e sindacalisti ‘sovversivi’ da arrestare, secondo il progetto di colpo di Stato prospettato dal generale dell’arma dei carabinieri Giovanni De Lorenzo, noto come Piano Solo.
Dal 1967 al 1970 è nominato vicepresidente dell’Ente regionale di sviluppo. Intanto, terminata l’esperienza in Parlamento, riprende quella all’interno del Consiglio provinciale, dove siede fino alla metà degli anni Ottanta. Nel quinquennio tra 1970 e 1975 è nominato vicepresidente nella giunta social-comunista presieduta dal socialista Salvatore Vergari. In seguito diventa presidente provinciale e regionale dell’Alleanza nazionale dei contadini, fino al 1977, quando questa confluisce nella Costituente contadina. Nello stesso periodo ricopre il ruolo di membro del Comitato Centrale del Pci.
Continua la sua militanza comunista fino al Congresso di Rimini del 1991 che porta allo scioglimento del Pci nel Pds. Già da tempo aveva manifestato la propria disapprovazione rispetto al nuovo corso impresso dai dirigenti nazionali del partito. Nell’aprile 1986 aveva inviato una dura lettera al congresso regionale e, un mese dopo, aveva attaccato pubblicamente i dirigenti pesaresi sul Resto del Carlino. Era stato inoltre tra i promotori del Circolo culturale Antonio Pesenti attorno al quale si erano raccolte molte anime della sinistra dissenziente pesarese. Dopo 47 anni lascia così il Partito comunista, aderendo a Rifondazione comunista, ma senza più ricoprire incarichi istituzionali e nel partito. Muore l’8 gennaio 2007, all’età di 86 anni.
Lieux
Statut juridique
Fonctions et activités
Textes de référence
Organisation interne/Généalogie
Contexte général
Zone des relations
Zone du contrôle
Identifiant de la notice d'autorité
Identifiant du service d'archives
Règles et/ou conventions utilisées
International standard archival authority - ISAAR (CPF), seconda edizione, ottobre 2003.
Norme italiane per l'elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), seconda edizione, luglio 2014, regola E.1.1 Denominazione di autorità (per la redazione dell'elemento 5.1.2 di ISAAR (CPF) Forma/e autorizzata/e del nome).
Norme italiane per l'elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), seconda edizione, luglio 2014, E.2.1 Date di esistenza. Normalizzazione (per la redazione dell'elemento di ISAAR (CPF) 5.2.1 (Date di esistenza)).
Norme italiane per l'elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), seconda edizione, luglio 2014, regola E.1.1 Denominazione di autorità (per la redazione dell'elemento 5.1.2 di ISAAR (CPF) Forma/e autorizzata/e del nome).
Norme italiane per l'elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), seconda edizione, luglio 2014, E.2.1 Date di esistenza. Normalizzazione (per la redazione dell'elemento di ISAAR (CPF) 5.2.1 (Date di esistenza)).
Statut
Final
Niveau de détail
Moyen
Dates de production, de révision et de suppression
Creazione del record di autorità: 8 dicembre 2020.
Compilazione del record di autorità: 16 dicembre 2020.
Compilazione del record di autorità: 16 dicembre 2020.
Langue(s)
- italien
Écriture(s)
Sources
Profilo biografico di Giuseppe Angelini a cura di Marco Labbate in Archivio storico Cgil Pesaro.
Atti parlamentari, Camera dei deputati, Domanda di autorizzazione a procedere in giudizio contro il deputato Angelini Giuseppe, 13 giugno 1961; Atti parlamentari, Camera dei deputati, Estensione a tutti i comuni del Mezzogiorno e delle isole, nonché alle provincie e ai comuni del resto del territorio nazionale in condizione similare al Mezzogiorno, delle disposizioni di cui all'articolo 13 della legge 3 agosto 1949, n. 589, atto C. 1722, 19 novembre 1959; Atti parlamentari, Camera dei deputati, Modifiche alla legge 15 novembre 1952, n. 1967, sulle malattie professionali, Atto C.674 del 29 ottobre 1963.
Dizionario biografico del movimento sindacale nelle Marche ( 1900-1970), a cura di R. Giulianelli e M. Papini, Ancona, Ediesse, 2006
Archivio storico Cgil Pesaro, Camera del lavoro territoriale di Pesaro, Organi direttivi; Segreteria.
M. Lodovici, Lotte sociali, sindacato e identità dal dopoguerra alla grande trasformazione in A. Bianchini (a cura di), Lavoro, diritti, memoria. La Camera del lavoro della provincia di Pesaro e Urbino dalle origini ai primi anni ’70, Metauro Edizioni, Pesaro 2007; E. Del Bianco, Documenti e testimonianze sulle lotte nella provincia di Pesaro e Urbino, Tip. Melchiorri, Pesaro 1999; R. Giacomini, Il dibattito regionalistico, in P. Giovannini, B. Montesi, M. Papini (a cura di), Le Marche dalla ricostruzione alla transizione (1944-1960), Il lavoro editoriale, Ancona, 1999; P. Giannotti, E. Torrico, Le scelte provinciali dell’Amministrazione provinciale di Pesaro e Urbino, in A. Varni (a cura di), La Provincia di Pesaro e Urbino nel Novecento. Caratteri, trasformazioni, identità, t. II, Marsilio, Venezia, 2003; A. Girometti, L. Gorgolini, Il Piano del lavoro (1949-1950) e l’Italia della Ricostruzione. Dal contesto nazionale al caso pesarese, Ediesse, Roma 2016; R. Giulianelli, Marcello Stefanini: il modello marchigiano, le elezioni e il partito, in Id. (a cura di), Vivere l’idea. L’eredità culturale e politica di Marcello Stefanini, affinità elettive, Ancona 2005; R. Giulianelli, M. Papini (a cura di), Dizionario biografico del movimento sindacale nelle Marche 1900-1970, Ediesse, Roma 2006, voce di Ermanno Torrico; M. Ridolfi (a cura di), Autogoverno, territorio e politica a Pesaro negli anni di Marcello Stefanini (1965-1978), Milano, Franco Angeli, 2009; P. Zaghini, Il comunista romantico di Novafeltria, <https://www.chiamamicitta.it/giuseppe-angelini-comunista-romantico-novafeltria/> (data ultima consultazione: 17 dicembre 2020).
Atti parlamentari, Camera dei deputati, Domanda di autorizzazione a procedere in giudizio contro il deputato Angelini Giuseppe, 13 giugno 1961; Atti parlamentari, Camera dei deputati, Estensione a tutti i comuni del Mezzogiorno e delle isole, nonché alle provincie e ai comuni del resto del territorio nazionale in condizione similare al Mezzogiorno, delle disposizioni di cui all'articolo 13 della legge 3 agosto 1949, n. 589, atto C. 1722, 19 novembre 1959; Atti parlamentari, Camera dei deputati, Modifiche alla legge 15 novembre 1952, n. 1967, sulle malattie professionali, Atto C.674 del 29 ottobre 1963.
Dizionario biografico del movimento sindacale nelle Marche ( 1900-1970), a cura di R. Giulianelli e M. Papini, Ancona, Ediesse, 2006
Archivio storico Cgil Pesaro, Camera del lavoro territoriale di Pesaro, Organi direttivi; Segreteria.
M. Lodovici, Lotte sociali, sindacato e identità dal dopoguerra alla grande trasformazione in A. Bianchini (a cura di), Lavoro, diritti, memoria. La Camera del lavoro della provincia di Pesaro e Urbino dalle origini ai primi anni ’70, Metauro Edizioni, Pesaro 2007; E. Del Bianco, Documenti e testimonianze sulle lotte nella provincia di Pesaro e Urbino, Tip. Melchiorri, Pesaro 1999; R. Giacomini, Il dibattito regionalistico, in P. Giovannini, B. Montesi, M. Papini (a cura di), Le Marche dalla ricostruzione alla transizione (1944-1960), Il lavoro editoriale, Ancona, 1999; P. Giannotti, E. Torrico, Le scelte provinciali dell’Amministrazione provinciale di Pesaro e Urbino, in A. Varni (a cura di), La Provincia di Pesaro e Urbino nel Novecento. Caratteri, trasformazioni, identità, t. II, Marsilio, Venezia, 2003; A. Girometti, L. Gorgolini, Il Piano del lavoro (1949-1950) e l’Italia della Ricostruzione. Dal contesto nazionale al caso pesarese, Ediesse, Roma 2016; R. Giulianelli, Marcello Stefanini: il modello marchigiano, le elezioni e il partito, in Id. (a cura di), Vivere l’idea. L’eredità culturale e politica di Marcello Stefanini, affinità elettive, Ancona 2005; R. Giulianelli, M. Papini (a cura di), Dizionario biografico del movimento sindacale nelle Marche 1900-1970, Ediesse, Roma 2006, voce di Ermanno Torrico; M. Ridolfi (a cura di), Autogoverno, territorio e politica a Pesaro negli anni di Marcello Stefanini (1965-1978), Milano, Franco Angeli, 2009; P. Zaghini, Il comunista romantico di Novafeltria, <https://www.chiamamicitta.it/giuseppe-angelini-comunista-romantico-novafeltria/> (data ultima consultazione: 17 dicembre 2020).
Notes relatives à la mise à jour de la notice
Creazione del record di autorità: Memorie di Marca.
Compilazione del record di autorità: Anna Della Fornace
Compilazione del record di autorità: Anna Della Fornace