Area dell'identificazione
Segnatura/e o codice/i identificativo/i
Denominazione o titolo
Data/e
- 1944-1983 (con lacune e documenti del [1930-1943?]) (Creazione)
Livello di descrizione
Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)
Area delle informazioni sul contesto
Denominazione del/dei soggetto/i produttore/i
Storia istituzionale/amministrativa
L'attività della Sezione del PCI di Fano è attestata già dal settembre 1944, immediatamente dopo la liberazione della città, avvenuta il 27 agosto, dall'occupazione nazifascista (I). Nonostante le fonti documentino, durante il Ventennio fascista, l'esistenza di organizzazioni clandestine comuniste sia a Fano sia nella provincia di Pesaro e Urbino (II), con la fine della guerra e il ritorno alla legalità dei partiti antifascisti la forma istituzionale ed organizzativa del PCI mutò profondamente (III). Tale trasformazione si deve soprattutto alle disposizioni statutarie approvate durante il V Congresso nazionale del Partito - svoltosi a Roma tra il 29 dicembre e il 5 gennaio 1946 - che diede al PCI un'organizzazione che non ha subito, nei successivi quarantacinque anni della sua storia, modifiche tali da alterarne la struttura definita nell'immediato secondo dopoguerra (IV).
Gli statuti approvati dai congressi del PCI dispongono che l'organizzazione di base del Partito sia la cellula, costituita sul luogo di lavoro o su basi territoriali a seconda del luogo di abitazione degli iscritti. Un ruolo conservato, di fatto, fino alla seconda metà degli anni Cinquanta, quando la Sezione, costituita dalle cellule esistenti nel suo territorio, divenne la vera organizzazione periferica di base del Partito (V).
Le Sezioni, secondo quanto disposto dagli statuti, dovevano tendere ad avere una sede permanente e ad essere il centro di vita politica, sociale e culturale per tutti i lavoratori della località in cui la Sezione esercitava la sua giurisdizione. Per le Sezioni - così come per le Federazioni e per il Partito nel suo complesso - il congresso rappresentava il massimo momento deliberativo, le cui decisioni erano obbligatorie per tutti gli iscritti e per tutte le organizzazioni subordinate. Nel caso delle Sezioni, i congressi (ai quali partecipavano i delegati delle cellule in essa comprese), dovevano essere convocati almeno una volta l'anno (VI) ed eleggere il Comitato direttivo, il Collegio dei sindaci e i probiviri.
I Comitati direttivi sono responsabili dell'attività svolta nel territorio della Sezione: controllano il lavoro delle cellule e verificano l'esecuzione delle decisioni del congresso, delle proprie e di quelle di organismi superiori (nel caso di Fano le decisioni della Federazione comunista di Pesaro-Urbino) (VII).
Il Collegio dei sindaci, previsto dalle disposizioni statutarie solamente per gli anni 1957-1962, è deputato al controllo del bilancio preventivo e consuntivo della Sezione.
I probiviri, infine, formano un organo di controllo (istituito dal 1956) che vigila sul rispetto dello Statuto e della disciplina di Partito e che, dal 1962, eredita i compiti già assegnati al Collegio dei sindaci.
La documentazione conservatasi nell'Archivio della Sezione Bruno Venturini e del Comitato di zona del PCI di Fano non consente di affermare con certezza quale fu la prima sede della Sezione, che soltanto nel 1945 si insediò 'ufficialmente' presso Palazzo Bambini, in via De Cuppis (VIII).
La stessa documentazione, al contrario, dimostra che tra il 1945 e il 1950 ricoprirono il ruolo di segretario alcuni tra i protagonisti dell'organizzazione clandestina comunista attiva a Fano all'inizio degli anni Trenta, ovvero, nell'ordine, Silvio Battistelli (sindaco di Fano dal 1946 al 1951), Enzo Capalozza (sindaco di Fano negli anni 1944-1945) e Remo Rovinelli.
E' molto probabilmente del 1946, invece, l'intitolazione della Sezione al partigiano e dirigente comunista Bruno Venturini, nato a Fano il 28 settembre 1909 e ucciso dai fascisti a Brescia il 29 novembre 1944 (IX).
La giurisdizione della Sezione, fino al 1947, si estese per gran parte del territorio comunale fanese; gli iscritti, al 31 dicembre 1946, erano 2034, di cui 1427 uomini e 607 donne (X). Se è vero, infatti, che già tra il 1945 e il 1946 è documentata l'esistenza di Sezioni comuniste presso le frazioni di Cuccurano, Marotta e Carignano (XI), è altrettanto vero che soltanto tra il 1947 e il 1948 il territorio della Venturini si ridusse sostanzialmente. In seguito alle direttive della Conferenza di organizzazione del PCI svoltasi a Firenze nel 1947, "su pressione" della Federazione comunista di Pesaro e Urbino, la Sezione fu infatti scissa nelle Sezioni intitolate ad Alberto Iacucci, Antonio Gramsci (il cui territorio coincideva con il quartiere Gimarra) e (Alessandro?) Bertini e nella Sezione di Fenile, il cui territorio coincideva con l'omonima zona (XII).
Tra il 1945 e il 1962, ovvero l'anno in cui venne costituito il Comitato di zona Basso Metauro, si registra una diminuzione delle Cellule della Sezione da 51 a 34 (XIII). Nonostante questo significò per la Sezione una diminuzione del territorio nel quale esercitava la propria giurisdizione - alcune sue cellule infatti erano state 'promosse' al rango di sezioni - la documentazione conservata nel suo archivio dimostra che la Venturini, che nei documenti è spesso identificata come la "Sezione centrale" o la "Sezione Centro" (XIV), continuò a rappresentare, almeno fino alla costituzione del Comitato di zona, il punto di riferimento per lo svolgimento dell'azione politica, sociale e culturale non soltanto dei suoi iscritti ma anche di quelli delle altre Sezioni della città.
Con l'istituzione del Comitato di zona, infatti, la Sezione Venturini, come del resto suggerisce la minore documentazione prodotta, diminuì le sue attività lasciando di fatto al Comitato l'iniziativa politica e il coordinamento dell'azione delle diverse Sezioni fanesi.
A questo proposito, alcuni documenti conservati nell'Archivio della Sezione e del Comitato di zona, spiegano efficacemente in che modo si ridussero l'autonomia e le attività della Sezione Venturini (e delle altre Sezioni fanesi) successivamente all'istituzione del Comitato.
Nel 1967, infatti, il segretario della Sezione fanese di Gimarra, Damiano Savio, intervenendo sul mensile "Vita di Sezione", "critica il funzionamento spesso burocratico dei comitati di zona che convocano assemblee e riunioni non per discutere ma solo per ratificare quanto discusso dalla segreteria" (XV).
Nel 1971, inoltre, è utile osservare come il piano di lavoro definito dal Comitato di zona per la preparazione della Conferenza di organizzazione che si svolse il 13 giugno prevedesse il rafforzamento della struttura del Partito e più precisamente lo svolgimento di "un lavoro politico-organizzativo nelle sezioni più deboli" (XVI). Tra queste, appunto, è compresa la Sezione Fano Centro, ovvero la Sezione Venturini (XVII).
Nel 1976, infine, nel suo intervento pronunciato durante la Conferenza di organizzazione del Comitato di zona svoltasi l'11 e il 12 giugno, Giuliano Roberti (membro del Comitato direttivo della Sezione Venturini), affrontò il "problema delle sezioni" ricordando come le Sezioni della zona di Fano si siano "spesso riunite solamente per discutere sul tesseramento e sulla sottoscrizione della stampa" e denunciando come tale attività sia di fatto insufficiente (XVIII).
Nel corso degli anni Sessanta, del resto, il numero degli iscritti e delle Cellule della Sezione si era ridotto ulteriormente: nel 1972, infatti, la "Sezione Centro" annoverava 307 iscritti e comprendeva soltanto 4 cellule (XIX), mentre a Fano erano presenti Sezioni che nella documentazione dei decenni precedenti risultavano essere Cellule della Venturini (si pensi ad esempio alle Sezioni ubicate presso la località di Metaurilia o alla Sezione Leda Antinori di via Fanella) (XX).
Anche relativamente al modus operandi della Sezione, la documentazione conservata nel suo archivio attesta profonde differenze nel periodo compreso tra l'immediato secondo dopoguerra e i decenni successivi: se ancora all'inizio degli anni Cinquanta, infatti, la Sezione ripartisce le proprie attività tra il Comitato direttivo, la Segreteria e commissioni incaricate di seguire branche di lavoro diverse (lavoro di massa, organizzazione, lavoro sindacale, lavoro giovanile, lavoro femminile, amministrazione, stampa e propaganda) (XXI), negli anni successivi l'attività della Venturini appare di fatto demandata prevalentemente al lavoro dei segretari (soprattutto Aldo Amati ma anche Walter Leonardi, Mario Omiccioli, Sergio Marchegiani e Oscardo Severi) e dei componenti i Comitati direttivi.
La Sezione Bruno Venturini, che condivideva la propria sede con Comitato di zona, nel 1968 si trasferì da Palazzo Bambini in via de Petrucci, dove rimase fino al 1976, quando si spostò nella sede di viale Gramsci, presso cui restò fino al suo scioglimento, avvenuto nel 1991(XXII).
Note
(I) Cfr. i docc. conservati in APCISBVCZF, serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli, sottoserie Documenti 1944, fasc. [1944. 1206 Comitato di Sezione e di coordinamento Bruno Venturini Fano; 1206.05 Corrispondenza, convocazioni] (b. 1, fasc. 6).
(II) Cfr. ivi, serie Carteggio amministrativo, fasc. [Carteggio amministrativo 1944-1946] (b. 16, fasc. 1), la relazione della Federazione comunista di Pesaro e Urbino sul lavoro svolto nella provincia per l'applicazione della politica del Partito dalla liberazione al set. 1945; vedi anche le informazioni contenute in L. Venturini Callegari, Bruno Venturini. Umanità razionalità e passionalità politica di un combattente per la libertà, Vangelista, Milano, 1987, pp. 15-36.
(III) Per una sintetica ma utile ricostruzione della storia istituzionale del PCI cfr. S. Twardzik (a cura di), I manifesti della Federazione milanese del PCI (1956-1984). Inventario, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali-Ufficio centrale per i beni archivistici, 1999, il capitolo L'assetto organizzativo della Federazione milanese del Partito comunista italiano, pp. 20-40.
(IV) Cfr. Statuto del Partito comunista italiano. Approvato dal V congresso nazionale del PCI, Roma, UESISA, [1946].
(V) Cfr. Twardzik (a cura di), I manifesti della Federazione milanese del PCI (1956-1984) cit., p. 23: la 'crisi' delle cellule è di fatto 'ratificata' dalle disposizioni statutarie del 1966 che, prevedendo la possibilità di costituire anche sezioni aziendali, determinarono la loro introduzione al posto dei comitati di fabbrica (ai quali, secondo quanto disposto dallo Statuto approvato al termine del IX Congresso svoltosi nel 1960, era stato riconosciuto il ruolo di direzione e coordinamento delle attività svolte dal Partito nelle fabbriche, aziende e istituti presso i quali esistevano più cellule).
(VI) Nel caso della Sezione di Fano è possibile affermare che tale disposizione statutaria venne disattesa (cfr. i documenti conservati in APCISBVCZF, serie Congressi di sezioni, sottoserie Congressi della Sezione Bruno Venturini).
(VII) Nel caso dei documenti conservati nell'Archivio della Sezione Bruno Venturini e del Comitato di zona del PCI di Fano il Comitato direttivo è per lo più indicato come "Comitato di Sezione".
(VIII) Cfr. ivi, serie Carteggio amministrativo, fasc. Mat[eriale] vario [1949] (b. 16, fasc. 4), l'estratto di deliberazione della Giunta comunale di Fano del 24 gen. 1946: il Comune di Fano aveva affittato alla Sezione i locali del secondo e del terzo piano di Palazzo Bambini con deliberazione del 23 set. 1944; questi, però, "furono requisiti subito dopo dalle truppe alleate fino al 6 giugno 1945"; dopo la fine dei lavori di restauro che riguardarono sette locali del primo piano, avvenuta il 29 lug. 1945, la Sezione usufruì complessivamente di diciotto ambienti; la deliberazione del gen. 1946, quindi, stabiliva che la Sezione dovesse pagare un affitto annuo di 12000 lire per il periodo compreso tra il 1° agosto 1945 e il 31 luglio 1946 e, successivamente al compimento dei lavori di restauro degli ambienti del secondo piano, un affitto annuo di 18000 lire. Cfr. anche, ivi, serie serie Documenti 1946-1950 in fascicoli originali, fasc. "Ricevute pagate" (b. 9, fasc. 4): dalla documentazione conservata si evince che nel 1946 la sede della Sezione era sicuramente in via de Cuppis, presso Palazzo Bambini.
(IX) Cfr. i docc. conservati in ibidem. Cfr. anche Venturini Callegari, Bruno Venturini cit., p. 74, il testo della lettera del dic. 1945 inviata da Maria Bellinato (amica di Bruno Venturini e di sua moglie Libera) a Giancarlo Pajetta. La Bellinato chiede a Pajetta di adoperarsi per l'intitolazione a Venturini di una Sezione del Partito.
(X) Cfr. APCISBVCZF, serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli, sottoserie Documenti 1947, fasc. [1947. 1105 Congressi, conferenze, convegni di zona e di sezione di Pesaro; 1105.01 Congressi, conferenze, convegni delle sezioni di Fano] (b. 4, fasc. 4), la relazione organizzativa presentata al congresso del 21 set. 1947.
(XI) Cfr. i docc. conservati in ivi, sottoserie Documenti 1945, fasc. [1945. 1206 Comitato di Sezione e di coordinamento Bruno Venturini Fano; 1206.03 Riunioni Comitati di rione; 1206.05 Corrispondenza, convocazioni] (b. 2, fasc. 6); ivi, sottoserie Documenti 1946, fasc. [1946. 1206 Comitato di Sezione e di coordinamento Bruno Venturini Fano; 1206.03 Riunioni Comitati di rione; 1206.05 Corrispondenza, convocazioni] (b. 3, fasc. 5); ivi, fasc. [1946. 1209 Cellule della Sezione di Fano; 1209.03 Relazioni riunioni di cellula; 1209.05 Convocazioni, corrispondenza] (b. 3, fasc. 7).
(XII) Cfr. ivi, sottoserie Documenti 1948, [1948. 1104 Conferenze e convegni provinciali svoltisi a Pesaro. 1105 Congressi, conferenze, convegni di zona e di sezione di Pesaro; 1105.01 Congressi, conferenze, convegni delle sezioni di Fano] (b. 5, fasc. 4), il verb. dei lavori del congresso della Sezione svoltosi il 16 mag. 1948.
(XIII) Cfr. i docc. conservati in ivi, sottoserie Documenti 1945, fasc. [1945. 1209 Cellule della Sezione di Fano; 1209.01 Elenchi componenti e segretari delle cellule e dei Comitati di cellula; 1209.02 Relazioni politico-amministrative mensili; 1209.03 Relazioni riunioni di cellula] (b. 2, fasc. 7) e ivi, serie Congressi di sezioni, sottoserie Congressi della Sezione Bruno Venturini, fasc. "Materiale congressuale X° Congresso [nazionale]" (b. 12, fasc. 6).
(XIV) Cfr. ad esempio i docc. conservati in ivi, serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli, sottoserie Documenti 1948; ivi, serie Verbali, fasc. "Comitato di coordinamento [e amministratori]" (b. 15, fasc. 5); ivi, serie Congressi di sezioni, sottoserie Congressi della Sezione Bruno Venturini, fasc. "XIII Congresso Fano 15-16 gennaio 1972" (b. 12, fasc. 9).
(XV) Cfr. ivi, Carteggio amministrativo, fasc. "Comitato zona Fano-Fossombrone 5-3-1967. Comitato sezione" (b. 17, fasc. 33), "Vita di Sezione", n. 6, mag. 1967.
(XVI) Cfr. ivi, serie Conferenze di organizzazione del Comitato di zona di Fano, fasc. "13 giugno 1971. Piano di lavoro-Conferenza di organizzazione" (b. 14, fasc. 4).
(XVII) Ibidem.
(XVIII) Cfr. ivi, fasc. "Verbali Congressi di Sezione e Conferenza d'organizzazione" (b. 14, fasc. 5), il verb. del Congresso della Sezione Venturini svoltosi il 20 dic. 1975 e relativo anche all'elezione degli organismi dirigenti della Sezione e dei delegati alla Conferenza di organizzazione della zona e l'intervento alla Conferenza di Roberti, che disse anche le seguenti parole: "bisogna fare molto di più, oggi compagni è necessario discutere di tutto con assiduità e specificatamente problema per problema, bisogna trovare il modo che la sezione diventi il fulcro del Partito[,] la sede dove si elaborano e si apportano i maggiori contributi per la risoluzione di tutti i nodi che sono da affrontare, è necessario promuovere all'interno di essa una più massiccia partecipazione perchè esse sono il più diretto strumento per recepire e contribuire a risolvere le giuste istanze di tutti i cittadini, di tutta la popolazione di una zona [...]".
(XIX) Cfr. ivi, serie Congressi di sezioni, sottoserie Congressi della Sezione Bruno Venturini, fasc. "XIII Congresso Fano 15-16 gennaio 1972" (b. 12, fasc. 6), il verb. del congresso della Sezione svoltosi il 15-16 gen. 1972.
(XX) Cfr. ibidem, il "Piano dei congressi di sezione" della zona di Fano, [1972].
(XXI) Cfr. soprattutto i docc. conservati in ivi, serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli.
(XXII) Informazioni dedotte dalla documentazione conservata in APCISBVCZF e da un'intervista rivolta a Franco Costanzi (responsabile del Comitato di zona tra il 1968 e il 1976).
Denominazione del/dei soggetto/i produttore/i
Storia istituzionale/amministrativa
Dopo la breve esperienza del Comitato di zona di Fano formatosi nel 1949, la cui attività, con ogni probabilità, non durò per più di tre anni(1), un 'nuovo' Comitato, denominato "Comitato di zona Basso Metauro", venne costituito nel 1962(2).
Sulla discontinuità dei due organismi, infatti, non ci sono dubbi. Al di là dell'assenza di fonti documentarie che attestino l'attività, nel decennio compreso tra il 1952 e il 1962, del Comitato istituito nel 1949(3), l'istituzione ex novo del Comitato è dimostrata dalla lettera con cui Alfideo Mili (a nome della Commissione Organizzazione della Federazione del PCI di Pesaro-Urbino) informò i Comitati direttivi delle Sezioni e delle Cellule di Fano che il Comitato federale "ha deciso la costituzione del Comitato Zona del Basso Metauro"(4).
Secondo quanto scritto da Mili, la "necessità" che aveva spinto la Federazione a "dare vita" al Comitato, la cui costituzione ufficiale avvenne l'8 aprile 1962 durante una riunione organizzata presso "la Sezione di Fano" (ovvero la Sezione Venturini), era stata determinata dallo "sviluppo industriale e alberghiero del Basso Metauro e di altri comuni il cui centro rimane Fano"(5).
Nella lettera di Mili, inoltre, sono elencati i comuni compresi nel 'nuovo' Comitato, ovvero Fano, Mondolfo, San Costanzo, Montemaggiore, Saltara e Cartoceto. Se si escludono le Sezioni del comune di Mondolfo, che non sempre furono comprese nel Comitato(6), e il breve periodo in cui questo si unì con il Comitato di Fossombrone(7), la zona di competenza del Comitato rimase invariata fino al suo scioglimento.
Al di là della motivazione ufficiale riportata da Mili, ovvero lo sviluppo economico del Basso Metauro, la costituzione del Comitato di zona di Fano rappresenta anche il punto di arrivo di un percorso finalizzato al decentramento territoriale avviato e concluso dal Partito per mezzo delle disposizioni statutarie approvate al termine dell'VIII e del X Congresso nazionale del PCI, ovvero tra il 1956 ed il 1962(8).
Un percorso che ha determinato la trasformazione di organismi 'intermedi' quali i comitati comunali e i comitati di zona da "strutture puramente esecutive" ad organismi elettivi e dotati di una propria autonomia(9). Se lo Statuto approvato dall'VIII Congresso, infatti, prevedeva che il Comitato di zona fosse eletto annualmente dall'assemblea dei Comitati direttivi delle Sezioni esistenti nella zona(10), quello approvato al termine del X Congresso, nel tredicesimo articolo dedicato ai "Compiti degli organismi decentrati", precisava infatti come organismi quali il Comitato cittadino, il Comitato comunale e il Comitato di zona avessero "compiti di elaborazione, di stimolo e di direzione dell'iniziativa politica nel comune, nella città o nella zona, sotto la direzione del Comitato federale, nel quadro della politica generale del partito" e come questi fossero tenuti a rispondere dell'attuazione della linea politica del Partito "dinnanzi alle assemblee che li eleggono e al Comitato federale"(11).
Come scrive Mili, del resto, il Comitato, "visto nel quadro del decentramento politico, ha il dovere di assumere la dovuta autonomia che gli compete alfine di essere in grado di elaborare e portare avanti il lavoro [...]"(12). Il Comitato di zona Basso Metauro, che condivideva la propria sede con la Sezione Venturini presso Palazzo Bambini (in via De Cuppis), almeno a partire dal 1964 venne eletto durante le Conferenze di organizzazione alle quali partecipavano i delegati eletti dalle Sezioni comprese nella zona(13).
L'attività del Comitato, i cui primi responsabili, tra 1962 e il 1967, furono Aldo Amati e Lamberto Martellotti(14), venne portata avanti soprattutto dagli iscritti della Sezione Venturini: se si scorrono i nominativi dei compagni eletti nel Comitato e nella sua segreteria ma anche quelli dei suoi responsabili, ci si accorge infatti come questi provenissero in maggioranza da quella stessa Sezione(15).
Ciò, unitamente a quanto disposto dalle disposizioni statutarie citate, e probabilmente anche a causa della condivisione della stessa sede, ha determinato la riduzione delle attività della Venturini. La Sezione infatti, come suggerisce la documentazione conservata nel suo archivio (e la stessa 'sorte' riguardò anche le altre Sezioni fanesi), sembra ridurre progressivamente la sua azione e la sua autonomia(16).
E' indicativo, del resto, che la quantità di documentazione conservatasi nell'Archivio della Sezione e del Comitato di zona, a partire dagli anni Sessanta, risulti essere prodotta per lo più dal Comitato, che oltre a coordinare le attività connesse al funzionamento interno delle Sezioni della zona (tesseramento, organizzazione di sottoscrizioni, diffusione della stampa) e a dettare la linea politica (si vedano i documenti prodotti al termine delle Conferenze di organizzazione) si sostituisce alla Venturini anche nell'organizzazione delle Feste de l'Unità e della propaganda elettorale che precede le elezioni. La dimostrazione della centralità del ruolo ricoperto dal Comitato, infine, è provata dai convegni e dalle iniziative (comizi e manifestazioni) promossi a partire dallo stesso anno della sua costituzione(17).
Dopo la già ricordata unificazione con il Comitato di zona di Fossombrone, avvenuta nel 1967 e durata probabilmente poco più di un anno(18), il Comitato, che nei documenti è quasi esclusivamente denominato come "Comitato di zona di Fano" tornò a comprendere quei comuni che gli erano stati assegnati al momento della sua costituzione (con l'eccezione, alla quale si è già accennato, del caso del comune di Mondolfo). Suoi responsabili furono quindi Franco Costanzi (dal 1968 al 1976) e Giuliano Lucarini (dal 1976)(19).
A testimonianza della crescente vitalità di questo organismo, infine, si sottolinea come, nella seconda metà degli anni Settanta, il Comitato diede vita a sei Commissioni di lavoro incaricate di affrontare le problematiche della zona inerenti l'organizzazione del Partito, i problemi del lavoro, le regioni e le autonomie locali, la scuola e la cultura, le diverse questioni femminili e la programmazione e la pianificazione territoriale(20).
L'attività del Comitato, che condivise con la Sezione Venturini anche le successive sedi di via de Petrucci (dal 1968) e viale Gramsci (dal 1976) si concluse nel 1991 contestualmente allo scioglimento del PCI(21).
Note
(1) Cfr. APCISBVCZF, serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli, sottoserie Documenti 1949, fasc. [1949. 1205 Segretario, Segreteria della Sezione di Fano Bruno Venturini. 1206 Comitato di Sezione e di coordinamento Bruno Venturini Fano; 1206.01 Segheria Cofalmeccanica di Fano. 1209 Cellule della Sezione di fano; 1209.02 Relazioni politico-amministrative mensili; 1209.03 Relazioni riunioni di cellula; 1209.04 Riunione segretari e Comitati di cellula] (b. 6, fasc. 4), il verb. di riunione del Comitato di coordinamento delle Sezioni del PCI di Fano del 30 mar. 1949, nel quale il segretario Manna "da notizia della costituzione del Comitato di zona, legge i nomi dei compagni a cui fanno parte e spiega le sue funzioni" [sic].
(2) Cfr. ivi, serie Carteggio amministrativo, fasc. "Documenti e Corrispondenza. Piani di lavoro" (b. 17, fasc. 28), la lettera inviata da Alfideo Mili ai Comitati direttivi delle Sezioni e delle Cellule di Fano, Pesaro 3 apr. 1962.
(3) Docc. che attestano l'attività del Comitato di zona nel 1950 sono conservati in ivi, serie Commissione Organizzazione della Sezione Bruno Venturini, fasc. "Comitato di zona" (b. 11, fasc. 7); nella biografia di Aldo Amati, da lui redatta nel 1954, egli afferma di essere stato responsabile del Comitato nel 1951: cfr. APCIFPU, fasc. "Biografie", b. 3, fasc. 1 (la segnatura è provvisoria in quanto il fondo è in procinto di essere riordinato).
(4) Vedi la lettera cit. nella nota 2.
(5) Come sopra.
(6) Cfr. i docc. conservati in APCISBVCZF, serie Organizzazione e amministrazione, sottoserie Tesseramento e sottoscrizioni, fascc. 13 e seguenti; il dato è stato confermato anche da Franco Costanzi, responsabile del Comitato dal 1968 al 1976.
(7) Cfr. ivi, serie Carteggio amministrativo, fasc. "Comitato zona Fano-Fossombrone 5-3-1967. Comitato sezione" (b. 17, fasc. 33).
(8) Su questo argomento e per una sintetica ricostruzione della storia istituzionale del PCI e delle vicende connesse all'istituzione e alle caratteristiche dei Comitati di zona cfr. S. Twardzik (a cura di), I manifesti della Federazione milanese del PCI (1956-1984). Inventario, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali-Ufficio centrale per i beni archivistici, 1999, il capitolo L'assetto organizzativo della Federazione milanese del Partito comunista italiano, pp. 20-40.
(9) Ivi, p. 37. La possibilità di istituire Comitati di zona venne prevista per la prima volta dallo statuto approvato dal VI Congresso nazionale del Partito svoltosi a Milano dal 4 al 10 gen. 1948. Cfr. Partito comunista italiano, Statuto. Approvato dal VI congresso del PCI, Roma, 1949, l'art. 20: "Le sezioni di partito possono essere raggruppate in zone composte da più comuni e dirette da un Comitato di zona. Il Comitato di zona è designato dal Comitato federale, sentiti i comitati direttivi di sezione".
(10) Statuto del Partito Comunista Italiano. Testo approvato all'VIII Congresso nazionale, Roma, Seti, 1957.
(11) Statuto del Partito Comunista Italiano. Testo approvato dal X Congresso del PCI, Roma, 2-8 dicembre 1962, Roma, Seti, 1963.
(12) Vedi la lettera cit. nella nota 2.
(13) Cfr. i docc. conservati in ivi, serie Conferenze di organizzazione del Comitato di zona di Fano.
(14) Cfr. ad esempio i docc. conservati in ivi, serie Carteggio amministrativo, fasc. Fano varie [1962-1963] (b. 17, fasc. 29) e in ivi, serie Piani di lavoro del Comitato di zona di Fano, fasc. [Piani di lavoro dal 26 maggio al 13 giugno 1966] (b. 21, fasc. 5).
(15) Cfr. ad esempio ivi, serie Conferenze di organizzazione del Comitato di zona di Fano, fasc. "Comitato zona Fano[. Conferenza di organizzazione dell'8 marzo 1964]" (b. 14, fasc. 3) e ivi, fasc. "13 giugno 1971. Piano di lavoro-Conferenza di organizzazione" (b. 14, fasc. 4).
(16) Su questo argomento cfr. il profilo storico-istituzionale della Sezione Venturini.
(17) Cfr. i docc. conservati in ivi, serie Ambiti di intervento, sottoserie Convegni, manifestazioni, celebrazioni e gite.
(18) Cfr. ivi, serie Carteggio amministrativo, fasc. "Comitato zona Fano-Fossombrone 5-3-1967. Comitato sezione" (b. 17, fasc. 33); ivi, serie Conferenze di organizzazione del Comitato di zona di Fano, fasc."13 giugno 1971. Piano di lavoro-Conferenza di organizzazione" (b. 14, fasc. 4).
(19) L'avvicendamento tra Costanzi e Lucarini è attestato dal "Commento al videogiornale di Telefano" relativo allo svolgimento della Conferenza di organizzazione svoltasi nel gen. 1976 e conservato in ivi, "fasc. Verbali Congressi di Sezione e Conferenza d'organizzazione" (b. 14, fasc. 5). Nel doc. cit., infatti, si legge che "E' stato rinnovato l'organismo dirigente di zona composto da 27 membri che a loro volta hanno eletto quale Segretario di zona Giuliano Lucarini che sostituisce Franco Costanzi [...]".
(20) Cfr. ibidem, l'elenco delle Commissioni e dei suoi componenti.
(21) Informazioni ricavate dalla documentazione conservata in APCISBVCZF e da un'intervista rivolta a Franco Costanzi.
Istituto conservatore
Storia archivistica
A partire dal 1945 l'Archivio della Sezione Bruno Venturini e del Comitato di zona di Fano si sedimentò presso la sede della Sezione ubicata in via De Cuppis, nei locali di Palazzo Bambini (I).
Con lo spostamento delle sedi della Sezione e del Comitato in via De Petrucci (nel 1968) e in viale Gramsci (nel 1976) (II) anche le carte della Sezione e del Comitato vennero trasferite.
Nel 1974, però, una parte dell'Archivio venne distrutta a causa dell'incendio, provocato probabilmente dal lancio di una molotov, che interessò la sede della Sezione e del Comitato (III). Secondo la testimonianza di Franco Costanzi, in quel periodo responsabile del Comitato di zona, il fuoco - ma anche l'acqua con cui i pompieri lo spensero - provocarono danni, oltre che alla struttura e ai mobili della sede di via De Petrucci, anche a parte della documentazione lì conservata (IV).
Tra il 1978 e il 1979, inoltre, la bozza di una lettera di Carlo Paladini, conservata presso l'Archivio della Federazione comunista di Pesaro e Urbino, attesta che l'archivio fanese venne trasferito a Pesaro, presso il Centro studi per la storia del movimento democratico nella provincia di Pesaro-Urbino, costituitosi in quella stessa Federazione il 2 giugno 1978 (V) e presieduto - almeno inizialmente - da Enzo Capalozza (VI).
Scopo del Centro era quello di recuperare "materiale storico sulle lotte del movimento democratico" raccogliendo documentazione "nelle sezioni di partito, negli organismi di massa, presso gli Enti locali, tra gli antifascisti [...]" (VII).
Nel febbraio 1979, Paladini, riferendosi all'attività del Centro, scriveva infatti che
"I primi risultati ci sono stati: la sezione di Fano ha dato il suo interessante archivio, così anche la sezione di Villa Fastiggi. Anche con la sezione di Urbino si sta vedendo di fotocopiare il materiale più valido. Altre sezioni avranno certamente materiale utile [...]" (VIII).
Non sappiamo con certezza in che misura i documenti fanesi vennero trasferiti a Pesaro ma alcune informazioni ricavate durante un'intervista rivolta ad Andrea Bianchini, che insieme ad altri ha lavorato al primo (parziale) intervento di riordino della documentazione della Sezione e del Comitato di zona, nonché la presenza, presso l'Archivio della Sezione e del Comitato, di documenti successivi al 1979, ci consentono di affermare che il trasferimento riguardò solamente una parte della documentazione.
Bianchini, infatti, ricorda che alla fine degli anni Novanta dello scorso secolo alcuni documenti furono trasferiti dall'ultima sede della Sezione Bruno Venturini e del Comitato di zona di Fano - ubicata in viale Gramsci (IX) - al locale di proprietà della Provincia di Pesaro e Urbino - situato nel Campus scolastico di Pesaro - dove attualmente è depositato l'Archivio della Sezione e del Comitato di zona.
Intorno al 1997, infatti, anche la documentazione 'fanese' già versata alla Federazione alla fine degli anni Settanta era stata trasferita al Campus dall'ultima sede della Federazione pesarese del PCI (ubicata a Pesaro, in via Branca). Lo spostamento delle carte era stato materialmente realizzato da alcuni collaboratori dell'Istituto pesarese per la storia del movimento di liberazione (diretto in quegli anni dallo stesso Bianchini), che di fatto evitarono che buona parte dell'Archivio della Sezione e del Comitato di zona fosse destinata al macero (X).
Considerata l'assenza, nell'Archivio della Sezione e del Comitato di zona, di documentazione posteriore al 1983, si ritiene quindi molto probabile che i documenti prodotti e acquisiti dalla Sezione e dal Comitato nell'ultimo decennio della loro attività non siano stati compresi nel versamento effettuato alla fine degli anni Novanta.
L'Archivio è attualmente di proprietà della Fondazione XXV Aprile di Pesaro, con cui l'Istituto di storia contemporanea della provincia di Pesaro (ISCOP), nel 2009, ha sottoscritto una convenzione per la gestione e la valorizzazione del fondo.
Riguardo all'ordinamento della documentazione, al termine della ricognizione condotta sul fondo e successivamente allo svolgimento delle interviste ad Andrea Bianchini e Franco Costanzi, si è riscontrata la seguente situazione.
1. Uno spezzone dell'Archivio, ovvero gran parte della documentazione degli anni 1944-1949, è stata oggetto di un intervento di riordino a cui ha lavorato Andrea Bianchini sotto la supervisione di Renato Pezzolesi, già segretario della Sezione comunista di Villa Fastiggi (XI). L'intervento ha interessato non soltanto una parte dei documenti fanesi ma anche parte di quelli della Federazione del PCI di Pesaro e Urbino e della Sezione comunista di Villa Fastiggi. Il lavoro è consistito nella creazione di fascicoli formati sulla base di un titolario molto simile a quello già predisposto ed utilizzato da Ferdinando Cavatassi, nel 1992, per il riordino dell'Archivio della Federazione comunista di Ancona (XII). Il titolario di Cavatassi, a sua volta, era stato definito prendendo spunto da quello già adoperato per il riordinamento della documentazione del PCI del secondo dopoguerra (XIII). Il risultato di questo intervento, condotto all'inizio degli anni Novanta (sicuramente non oltre il 1994), è stato lo smembramento di fascicoli originali e la successiva aggregazione dei documenti in essi conservati sulla base della loro data, dell'organismo di Partito cui si riferivano (ad esempio la Sezione di Fano) e del loro contenuto (XIV). In sostanza, l'organizzazione data alle carte da Bianchini e Pezzolesi prevedeva l'aggregazione della documentazione della Federazione del PCI di Pesaro e Urbino e delle Sezioni comuniste di Fano, Santa Maria delle Fabbrecce e Villa Fastiggi in unico fondo, l'Archivio del Partito comunista italiano-Federazione di Pesaro e Urbino, e la sua organizzazione sulla base dell'anno dei documenti e degli organismi di Partito, delle categorie e delle classi cui questi si riferivano (XV). Questa 'nuova' struttura data alle carte risulta evidente dalle modalità con cui alcuni documenti degli anni Quaranta della Sezione fanese sono citati nei volumi contenenti gli atti del convegno svoltosi a Pesaro il 14-15 ottobre 1994 e dedicato agli avvenimenti occorsi nella provincia pesarese negli anni compresi tra il fascismo, la seconda guerra mondiale e la ricostruzione postbellica. Si veda infatti la seguente citazione: "ApcP [Archivio Partito comunista italiano, Federazione di Pesaro e Urbino], 1945, sez. di Fano, fasc. 1303.07" (XVI).
E' importante sottolineare come questo riordino 'per materia', oltre ad aver determinato la perdita dell'ordine originario delle carte, abbia anche provocato l'aggregazione di documenti prodotti, ricevuti e raccolti da soggetti diversi dalla Sezione di Fano: il Fronte della gioventù (FDG)-Comitato provinciale di Pesaro e Urbino e Sezione di Fano; il Movimento giovanile comunista (MGC)-Circolo Giannetto Dini di Fano e il Partito comunista italiano (PCI)-Federazione di Pesaro e Urbino (XVII).
2. L'intervento di Bianchini e Pezzolesi, però, ha riguardato anche un secondo spezzone dell'Archivio ed è consistito nella creazione di fascicoli contenenti documenti di varia natura e di anni diversi (spesso con lacune significative tra l'estremo cronologico iniziale e finale dei documenti). Non è possibile stabilire con certezza la provenienza della documentazione inserita nelle unità archivistiche e quindi non sappiamo se i fascicoli siano stati formati aggregando documenti estrapolati da unità archivistiche originali piuttosto che documenti conservati in forma sciolta presso l'ultima sede della Federazione pesarese del PCI. La presenza, sulle camicie di questi fascicoli, di annotazioni manoscritte relative alla data dei documenti nonché all'organismo del Partito (si veda l'annotazione "Sez. di Fano") e all'argomento cui si riferiscono, suggerisce l'ipotesi che tale intervento fosse comunque propedeutico ad un successivo lavoro di riordino da svolgersi con l'ausilio del titolario cui si è già accennato al punto 1. Su alcune camicie di fascicoli originali, del resto, sono presenti annotazioni, redatte durante il primo intervento di riordino, che dimostrano come ad una prima ricognizione sarebbe successivamente seguita un'attività di "catalogazione e ordinamento" (XVIII).
3. Tra la documentazione prodotta dalla Sezione Bruno Venturini nei primi anni della sua attività si è individuata una serie con ogni probabilità integra - quella costituita dai fascicoli della Commissione Organizzazione - e di alcuni spezzoni di serie, tra cui quella costituita dai fascicoli della Segreteria, rimaneggiate probabilmente sia durante il primo parziale intervento di riordino (vedi il punto 1), sia, negli anni successivi, dagli stessi militanti della Sezione e da componenti del Comitato di zona (XIX).
La serie e gli spezzoni di serie individuate dimostrano quindi che la Sezione, almeno negli anni immediatamente successivi alla sua costituzione, aveva predisposto l'organizzazione delle sue carte secondo criteri definiti; non sempre, però, è stato possibile ricostruirli. Non abbiamo trovato, infatti, tra la documentazione conservata nell'Archivio della Sezione e del Comitato di zona, documenti utili, quali ad esempio titolari o piani di classificazione, a ricostruire le modalità con cui le carte sono state organizzate. E' certo, però, che in quegli anni la Sezione abbia comunque definito dei criteri per la gestione dei propri documenti e la formazione dell'archivio, come dimostrato anche dalla presenza, su buona parte della corrispondenza della seconda metà degli anni Quaranta, del numero di protocollo (tanto sulle minute quanto sulle lettere ricevute) (XX).
4. Già con gli anni Cinquanta, però, la formazione e l'organizzazione dell'Archivio della Sezione non appare più connessa ad alcuna logica predeterminata ma è la conseguenza, di fatto, dei diversi criteri personali seguiti dai militanti durante la costituzione dei fascicoli. L'unica finalità che sembra essere perseguita è quella di conservare la memoria dell'attività svolta, senza preoccuparsi però di dare all'archivio un ordinamento preciso (si veda l'annotazione manoscritta "Archivio" presente in alcuni casi sui documenti).
Dopo il 1962, inoltre, la costituzione del Comitato di zona di Fano determinò, almeno fino ai primi anni del decennio successivo, che gli stessi componenti il Comitato direttivo della Sezione Bruno Venturini formassero anche il Comitato di zona. La duplice attività dei compagni è attestata dai documenti contenuti nei fascicoli di quegli anni: spesso, infatti, non è possibile attribuire con certezza le unità archivistiche al Comitato o alla Sezione. Del resto, come ha ricordato Franco Costanzi, non esisteva un archivio della Sezione distinto da un archivio del Comitato. I fascicoli dei diversi militanti, quindi, si conservavano probabilmente presso gli armadi e le scrivanie presenti nelle stanze in cui lavoravano. Negli anni Settanta, per lo meno sulla base di quanto si deduce dalla documentazione conservatasi, e probabilmente nell'ambito dell'attività svolta dal responsabile del Comitato di zona Franco Costanzi, la documentazione torna ad essere in qualche modo organizzata: è in quel periodo, infatti, che i fascicoli relativi ai congressi della Sezione Venturini, alle elezioni, alle feste de l'unità, alle celebrazioni, alle gite e alle manifestazioni sono collocati in buste sulle cui coste vengono redatti titoli relativi all'oggetto dei fascicoli.
6. L'Archivio, come già osservato al punto 1, contiene documenti riconducibili a soggetti produttori diversi dalla Sezione e dal Comitato di zona. Ciò e dovuto, oltre alle modalità del primo parziale intervento di riordino condotto sulla documentazione, a cause diverse.
Se da una parte, infatti, è indubbio che iscritti e segretari della Sezione, ma anche responsabili del Comitato di zona, abbiano conservato, presso le sedi della Sezione e del Comitato, anche fascicoli contenenti documenti relativi all'esercizio di attività svolte al di fuori della Sezione e del Comitato, dall'altra non sembrano esserci dubbi sul fatto che la condivisione della stessa sede, da parte di soggetti diversi, abbia determinato la conservazione di carte di quei soggetti nell'Archivio della Sezione e del Comitato.
Se infatti l'Archivio conserva fascicoli che militanti diversi hanno prodotto e acquisito durante lo svolgimento di attività in seno al FDG-Sezione di Fano e Comitato provinciale di Pesaro e Urbino, alla Sezione fanese della Cooperativa gestioni varie tra partigiani di Pesaro (CoGeVa), al Sindacato Marinai di Fano, alla Sezione comunista Giuseppe Di Vittorio di Fano, al Circolo culturale Antonio Gramsci di Fano, alla Provincia di Pesaro e Urbino, al Comitato comunale del PCI di Fano e durante l'esercizio della libera professione (è il caso delle carte dell'avvocato Sergio Marchegiani) (XXI), l'Archivio conserva anche documentazione di soggetti che condividevano la sede con la Sezione e il Comitato, ovvero l'Associazione nazionale partigiani italiani (ANPI)-Sezione Giannetto Dini di Fano e la Federazione giovanile comunista italiana (FGCI)-Comitato di zona e Circolo Giannetto Dini di Fano (XXII).
7. Una discreta quantità di documentazione (circa 2 metri lineari), riconducibile all'attività della Sezione, del Comitato di zona e della FGCI, è stata ritrovata in forma sciolta all'interno di alcuni scatoloni.
Note
(I) Sulle vicende legate alla prima sede della Sezione Bruno Venturini si rimanda al profilo storico-istituzionale dedicato alla Sezione.
(II) Come sopra.
(III) Informazione ricavata da un'intervista rivolta a Franco Costanzi.
(IV) Come sopra; vedi anche le fotografie scattate il giorno successivo l'incendio conservate nell'Archivio Franco Costanzi, fasc. [Fotografie e materiali a stampa] (b. 1, fasc. 1). L'Archivio è conservato insieme all'Archivio della Sezione e del Comitato di zona presso il Campus scolastico di Pesaro.
(V) Cfr. APCIFPU, fasc. [Centro studi per la storia del movimento democratico nella provincia di Pesaro-Urbino] (b. 173, fasc. 4). L'Archivio è conservato insieme all'Archivio della Sezione e del Comitato di zona presso il Campus scolastico di Pesaro. Sulla bozza di lettera (datt. con correzioni mss.) è presente la data (manoscritta) "1-2-79". La segnatura del fasc., formato durante la ricognizione del fondo aggregando documenti ritrovati in forma sciolta, è provvisoria (l'Archivio della Federazione è in procinto di essere riordinato) ed è stata assegnata durante la ricognizione commissionata dall'Istituto di Storia Contemporanea della Provincia di Pesaro e Urbino (ISCOP) e realizzata tra il giu. 2012 e il feb. 2013 da Matteo Sisti ed Ingrit Vjerdha.
(VI) Cfr. ibidem, la bozza manoscritta (di lettera?) con cui la Federazione comunista di Pesaro e Urbino annunciava, presso la sala consiliare di Pesaro, "l'insediamento ufficiale del Centro Studi [...] costituito dal Partito comunista". Il Centro, come si legge nel documento, era presieduto da Enzo Capalozza.
(VII) Cfr. ibidem.
(VIII) Ibidem.
(IX) La sede di viale Gramsci, come ricorda Franco Costanzi, dopo lo scioglimento del PCI avvenuto nel 1991, ospitò dal 1991 al 1998 la Sezione fanese del Partito democratico della sinistra (PDS) e, dopo lo scioglimento del PDS e fino al 2006, la Sezione fanese dei Democratici di sinistra (DS). Il trasferimento di parte dell'Archivio fanese della Sezione e Comitato di zona di Fano del PCI avvenne quindi, molto probabilmente, nel periodo a cavallo tra lo scioglimento del PDS e la costituzione dei DS.
(X) Informazioni ricavate da un'intervista rivolta a Mauro Annoni, attuale presidente dell'Istituto di Storia Contemporanea della Provincia di Pesaro e Urbino (ISCOP).
(XI) Informazione ricavata anche dall'intervista rivolta a Bianchini, che ricorda come all'intervento abbia partecipato anche un'altra persona di cui però non ricorda il nome.
(XII) Per maggiori dettagli e per la consultazione del titolario si rimanda alla Storia archivistica della serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli, che contiene appunto i fascc. formati sulla base del titolario predisposto ispirandosi a quello già utilizzato da Cavatassi.
(XIII) Per una descrizione dei criteri utilizzati per il riordinamento di tale documentazione cfr. L. Giuva, L'archivio del Partito comunista italiano, in M. Cacioli (a cura di), Gli archivi dei partiti politici: atti dei seminari di Roma, 30 giugno 1994, e di Perugia, 25-26 ottobre 1994, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1996, pp. 70-79.
(XIV) Cfr. A. Bianchini-G. Pedrocco (a cura di), Dal tramonto all'alba. La provincia di Pesaro e Urbino tra fascismo, guerra e ricostruzione, 2 voll., Bologna, CLUEB, 1995. Nei due volumi che ospitano gli atti del convegno svoltosi a Pesaro il 14-15 ottobre 1994 sono presenti citazioni di documenti e fascicoli della Sezione di Fano così come riordinati in seguito all'intervento di Bianchini e Pezzolesi. Cfr. ad esempio, nel II vol., le citazioni di documenti contenute nel saggio di Angelo Ventrone (Propaganda e azione sociale dei partiti, pp. 197-212).
(XV) Dati ricavati in seguito alla ricognizione condotta sull'Archivio del Partito comunista italiano - PCI. Federazione di Pesaro e Urbino (cfr. la nota 5), dall'inventario del fondo della Sezione comunista di Villa Fastiggi (realizzato da Ingrit Vjerdha) e da annotazioni mss. presenti su copie del titolario utilizzato da Bianchini e Pezzolesi, per il quale si rimanda alla Storia archivistica della serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli.
(XVI) Cfr. A. Ventrone, Propaganda e azione sociale dei partiti nell'immediato dopoguerra, in Bianchini-Pedrocco (a cura di), Dal tramonto all'alba cit., vol. II, p. 203 nota 15.
(XVII) Cfr. quanto riportato nel campo Contenuto della serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli.
(XVIII) Cfr. l'annotazione manoscritta presente sulla camicia del fasc. conservato in APCISBVCZF, serie Commissione Organizzazione della Sezione Venturini, fasc. "Relazioni attivisti e cellule" (b. 11, fasc. 4): "[...] a prima vista solo 1950. Da ricontrollare in fase di catalogazione e ordinamento".
(XIX) Cfr. ad esempio ivi, serie Congressi, sottoserie Congressi della Sezione Bruno Venturini, fasc. "Congresso di Sezione 1950 (aprile)" (b. 12, fasc. 1). La camicia del fasc. è stata riutilizzata; il fasc. rimaneggiato era stato formato seguendo criteri analoghi a quelli seguiti per la costituzione dei fascc. conservati in ivi, serie Documenti 1946-1950 in fascicoli originali.
(XX) Cfr. ivi, serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli, sottoserie Documenti 1947, fasc. [1947. 1206 Comitato di Sezione e di coordinamento Bruno Venturini Fano; 1206.03 Riunioni Comitati di rione. 1208 Organismi intersezionali], il verb. di riunione del Comitato direttivo della Sezione Venturini del 19 nov. 1947 in cui "si esamina la necessità di tenere con maggiore metodo le carte verbali, corrispondenza, giornali della Sezione"; cfr. anche l'interessante promemoria per Manna (segretario della Sezione Venturini) e "per il compagno o i compagni che si interesseranno della riorganizzazione amministrativa e burocratica della Sezione", conservato in ivi, sottoserie Documenti 1948, fasc. [1948. 1301 Organizzazione Federazione di Pesaro. Sezione Organizzazione (Quadri); 1301.01 Organizzazione Sezione di Fano; 1301.03 Scuola di Partito; 1301.04 Tesseramento; 1301.06 Note biografiche e richieste d'iscrizione; 1301.07 Richieste informazioni] (b. 5, fasc. 9): "Occorre un ordinato fascicolo intitolato: Pratiche relative alla amministrazione comunale e degli altri enti locali (IRAB ed ECA) con alcune sottocartelle incluse, tra le quali: - Comunicazioni, proposte, reclami degli assessori e dei consiglieri. - Ordini del giorno della Giunta comunale, del Consiglio, dell'Irab e dell'Eca. - Desiderata delle cellule per questioni cittadine per le quali siano competenti le amministrazioni locali Etc. La tenuta in ordine di un siffatto fascicolo è indispensabile per un buon andamento della Sezione".
(XXI) Cfr. i docc. conservati in ivi, serie Carte di iscritti, segretari di Sezione e responsabili di zona.
(XXII) Cfr. i docc. conservati in ivi, serie Miscellanea.
Modalità di acquisizione o versamento
Area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura
Ambito e contenuto
L'Archivio comprende carteggio amministrativo, documentazione (soprattutto verbali) relativi alla preparazione e allo svolgimento di riunioni, congressi e conferenze di organizzazione della Sezione Bruno Venturini, delle Sezioni della zona di Fano e del Comitato di zona di Fano, piani di lavoro della Sezione Venturini e (soprattutto) del Comitato di zona di Fano, documenti relativi all'organizzazione e all'amministrazione economica della Sezione e del Comitato ovvero elenchi, quadri, corrispondenza e documenti vari relativi al tesseramento, a sottoscrizioni per la stampa e le elezioni, all'organizzazione delle Feste de l'Unità e alla diffusione della stampa, minute di articoli e articoli per periodici diversi, atti e documenti contabili (bilanci, mandati di pagamento, note delle spese ecc.). L'Archivio conserva anche la documentazione prodotta ed acquisita dalla Sezione e dal Comitato di zona durante lo svolgimento di attività varie nei diversi settori della realtà politica, economica e sociale, ovvero documenti prodotti ed acquisiti prima e dopo le elezioni: elenchi di candidati, scrutatori e rappresentanti di lista, materiali a stampa per la propaganda elettorale (soprattutto volantini), risultati elettorali (soprattutto documenti manoscritti su moduli prestampati); documentazione relativa all'attività del gruppo consiliare comunista e della Giunta comunale di Fano: interrogazioni consiliari, convocazioni a sedute del Consiglio comunale, estratti di deliberazioni del Consiglio e della Giunta, verbali di riunioni ecc.; fascicoli relativi a problematiche riconducibili ad ambiti diversi tra cui il lavoro, il tema della pace, gli enti locali, l'economia e l'organizzazione di convegni, manifestazioni e gite. L'Archivio, inoltre, conserva anche fotografie, volantini, manifesti, rassegna stampa, periodici e letteratura grigia e, infine, documentazione di enti diversi (prevalentemente corrispondenza) che furono in vario modo in relazione con la Sezione, il Comitato di zona e con militanti della Sezione e membri del Comitato e la cui documentazione, per le ragioni già spiegate nella Storia archivistica, è confluita nell'Archivio della Sezione e del Comitato.
I soggetti produttori diversi dalla Sezione e dal Comitato per i quali si conserva una significativa quantità di documentazione sono i seguenti:
- Associazione nazionale partigiani italiani - ANPI. Sezione Giannetto Dini di Fano (già Sezione di Fano);
- Circolo culturale Antonio Gramsci di Fano;
- Cooperativa gestioni varie tra partigiani di Pesaro - CoGeVa. Sezione di Fano;
- Federazione giovanile comunista italiana - FGCI. Circolo Giannetto Dini di Fano;
- Federazione giovanile comunista italiana - FGCI. Comitato di zona di Fano;
- Fronte della gioventù - FDG. Comitato provinciale di Pesaro e Urbino;
- Fronte della gioventù - FDG. Sezione di Fano;
- Movimento giovanile comunista - MGC. Circolo Giannetto Dini di Fano;
- Partito comunista italiano - PCI. Comitato comunale di Fano;
- Partito comunista italiano - PCI. Federazione di Pesaro e Urbino;
- Partito comunista italiano - PCI. Sezione Giuseppe Di Vittorio di Fano;
- Sergio Marchegiani;
- Sindacato Marinai di Fano.
Procedure, tempi e criteri di valutazione e scarto
Incrementi previsti
Criteri di ordinamento
Il quadro delineatosi al termine della ricognizione dell'Archivio e le informazioni acquisite grazie alle interviste rivolte ad Andrea Bianchini e Franco Costanzi (I) hanno rappresentato la base di partenza per il riordinamento e l'inventariazione del fondo. Come abbiamo già avuto modo di spiegare nella Storia archivistica, con la costituzione del Comitato di zona Basso Metauro (poi Comitato di zona di Fano), si è riscontrata la formazione di fascicoli contenenti documenti afferenti sia alla Sezione Bruno Venturini che al Comitato di zona. Ciò si deve, come abbiamo già scritto, al fatto che spesso i componenti del Comitato direttivo della Sezione erano anche membri del Comitato di zona e della sua Segreteria (II).
Vista l'impossibilità, nella maggioranza dei casi, di separare i documenti prodotti dalla Sezione da quelli del Comitato, anche in virtù di quanto affermato da Costanzi, responsabile del Comitato di zona tra il 1968 e il 1976, che ha negato l'esistenza di un Archivio della Sezione distinto da quello del Comitato, si è considerata la documentazione afferente ai due soggetti produttori come un unico Archivio. Solamente nei casi in cui è risultata evidente la diversa provenienza delle carte si è proceduto con la costituzione di serie o sottoserie contenenti documenti esclusivamente della Sezione (vedi le serie Segreteria della Sezione Bruno Venturini e Commissione Organizzazione della Sezione Bruno Venturini e la sottoserie Congressi della Sezione Bruno Venturini) o del Comitato (vedi la sottoserie Congressi delle Sezioni della zona di Fano e le serie Conferenze di organizzazione del Comitato di zona di Fano e Piani di lavoro del Comitato di zona di Fano).
Come rilevato nella Storia archivistica, l'intervento di riordino ha compreso anche una quantità non irrilevante di documenti conservati in forma sciolta (circa 2 metri lineari). Per tali documenti si è proceduto per lo più aggregandoli sulla base di funzioni o argomenti omogenei (III). In alcuni (rari) casi, invece, solamente quando si è ritenuto di poter agire senza alcun dubbio, si è proceduto ricollocando tali documenti nei fascicoli originali nei quali si ritiene fossero contenuti (IV).
Per quanto riguarda la ricostituzione e la costituzione delle serie, dopo l'individuazione di serie e spezzoni di serie originali e di serie costituite durante il primo parziale intervento di riordinamento effettuato sul fondo all'inizio degli anni Novanta dello scorso secolo, si è proceduto aggregando le restanti unità archivistiche originali e quelle formate durante il primo riordino ed il nostro intervento sulla base delle caratteristiche formali della documentazione (vedi ad esempio le serie Verbali, Piani di lavoro e Rassegna stampa) piuttosto che sulla base delle attività e/o delle materie che hanno determinato la costituzione delle unità (vedi ad esempio la serie Ambiti di intervento, le sottoserie Elezioni e Attività politica nel Comune di Fano).
L'articolazione in sottoserie delle serie Organizzazione e amministrazione e Ambiti di intervento si è ritenuta opportuna al fine di distinguere la documentazione prodotta nell'ambito dello svolgimento di attività che, seppure inerenti al funzionamento interno (vedi la serie Organizzazione e amministrazione) ed 'esterno' (vedi la serie Ambiti di intervento) della Sezione e del Comitato, si svolgevano autonomamente le une dalle altre (si pensi, nel caso della serie Organizzazione e amministrazione, allo svolgimento delle attività relative al tesseramento, all'organizzazione delle Feste de l'Unità e all'amministrazione economica). Per quanto riguarda la divisione in sottoserie annuali della serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli, tale articolazione rispecchia l'organizzazione conferita alle carte durante il primo intervento di riordino subito dal fondo.
Ciò detto, si è ritenuto opportuno disporre le serie collocando all'inizio le due serie costituite durante l'ultimo (parziale) intervento di riordino subito dal fondo (ovvero le serie Documenti 1944-1949 riordinati in titoli e Varie. Primo riordinamento), seguite dagli spezzoni di serie e dalla serie originali individuati (Documenti 1946-1950 in fascicoli originali, Segreteria della Sezione Bruno Venturini e Commissione Organizzazione della Sezione Bruno Venturini), che sono stati disposti in ordine cronologico e, relativamente alle serie della Segreteria e della Commissione Organizzazione, tenendo conto del maggior 'peso istituzionale' della prima nei confronti della seconda. Seguono, quindi, le serie costituite durante il riordino, il cui ordine rispecchia la volontà di inserire innanzitutto la documentazione finalizzata a determinare il funzionamento della Sezione e del Comitato di zona (vedi le serie Congressi, Conferenze di organizzazione del Comitato di zona di Fano, Verbali, Carteggio amministrativo e Piani di lavoro del Comitato di zona di Fano) e, di seguito, i documenti che attestano lo svolgimento delle attività necessarie per il funzionamento 'interno' della Sezione e del Comitato (vedi la serie Organizzazione e amministrazione) e per l'organizzazione di iniziative predisposte nei vari settori della realtà politica, economica e sociale (vedi la serie Ambiti di intervento). A seguire sono state disposte le serie Rassegna stampa e Volantini e manifesti e le serie che contengono anche documenti di soggetti produttori diversi dalla Sezione e dal Comitato, ovvero le serie Carte di iscritti, segretari di Sezione e responsabili di zona e la serie Miscellanea. L'ultima serie in cui è strutturato l'Archivio è costituita dalla serie Materiali a stampa, nella quale sono stati aggregati i documenti (per lo più letteratura grigia composta da opuscoli e pubblicazioni a stampa di formati diversi ma anche cartoline e un calendario) trovati in forma sciolta durante la ricognizione.
Note
(I) Si veda a questo proposito quanto scritto nella Storia archivistica.
(II) A titolo esemplificativo cfr. APCISBVCZF, serie Carteggio amministrativo, fasc. "Comitato zona Fano-Fossombrone 5-3-1967. Comitato sezione" (b. 17, fasc. 33).
(III) Si vedano a puro titolo esemplificativo i seguenti fascc. costituiti durante il riordino: [Tesseramento 1960] (b. 22, fasc. 9), [Referendum sul divorzio del 12 maggio 1974. Materiali per la propaganda] (b. 44, fasc. 68).
(IV) Ad esempio si è ricollocata una bozza di art. per "l'Unità" del 21 apr. 1960 nel fasc. "Corrispondenza "Unità" 1960" (b. 33, fasc. 8).
Area delle informazioni relative alle condizioni di accesso ed utilizzazione
Condizioni che regolano l’accesso
Condizioni che regolano la riproduzione
Lingua della documentazione
Scrittura della documentazione
Note sulla lingua e sulla scrittura della documentazione
Caratteristiche materiali e requisiti tecnici
Strumenti di ricerca
Area delle informazioni relative a documentazione collegata
Esistenza e localizzazione degli originali
Esistenza e localizzazione di copie
Unità di descrizione collegate
Area delle note
Nota
Il presente inventario è il risultato finale dell'intervento di riordino condotto sull'Archivio del Partito comunista italiano-Sezione Bruno Venturini e Comitato di zona di Fano, realizzato nel periodo giugno 2012-febbraio 2013 grazie ad un finanziamento della Regione Marche.
L'inventario è stato realizzato da Matteo Sisti, per conto dell'Istituto di Storia Contemporanea della Provincia di Pesaro-Urbino (ISCOP), con il coordinamento del direttore dell'Archivio di Stato di Pesaro Antonello De Berardinis.
L'inventario è stato compiuto con l'ausilio del software Sesamo 4.1, distribuito dalla Regione Lombardia, nel rispetto degli standard internazionali di descrizione archivistica ISAD (G) e ISAAR (CPF) (I).
Il livello di descrizione archivistica adottato corrisponde a quello immediatamente inferiore all'unità archivistica, ovvero il sottofascicolo.
I livelli individuati sono pertanto cinque: fondo, serie, sottoserie (se presente), unità archivistica (fascicolo o registro) e sottofascicolo (se presente).
Per ciascuno di essi si forniscono informazioni relative a titolo, estremi cronologici e contenuto.
Relativamente agli estremi cronologici si precisa che sono stati indicati con l'anno solare o gli anni solari iniziale e finale dei documenti contenuti nei diversi livelli segnalando tra parentesi tonde la presenza di lacune e/o di documenti sporadici: ad esempio 1949-1979 (con lacune e docc. del 1945). Nel caso in cui gli estremi cronologici siano stati attribuiti sulla base del contenuto dei documenti contenuti nell'ambito dei diversi livelli descritti, l'anno o gli anni sono stati riportati tra parentesi quadre: ad esempio [1958]. Nel caso in cui gli estremi cronologici dei documenti siano stati attribuiti sulla base del contenuto dei documenti contenuti nell'ambito dei diversi livelli descritti ma non siano attribuibili con certezza assoluta, invece, l'anno o gli anni sono riportati tra parentesi quadre e seguiti dal punto interrogativo: ad es. [1968?].
Nel caso del sottofascicolo e dell'unità archivistica sono forniti anche il numero di corda e la segnatura.
Il numero di corda (o numero unità) assegnato dal software esprime la posizione logica del sottofascicolo o dell'unità archivistica nell'ambito del fondo ed è pertanto progressivo al suo interno.
La segnatura esprime la posizione fisica del sottofascicolo e dell'unità archivistica ed è stata indicata con il numero dell'unità di condizionamento (busta o scatola) in cui il sottofascicolo e l'unità archivistica sono conservati seguito dal numero d'ordine del sottofascicolo o dell'unita archivistica all'interno del contenitore: ad esempio b. 1, fasc. 1 indica il 1° fascicolo della busta numerata con il numero 1.
Nel caso del fondo, della serie e della sottoserie, invece, si forniscono anche informazioni relative alla consistenza.
Altri campi ("Storia archivistica", "Criteri di ordinamento" ecc.) sono stati compilati soltanto per descrivere casi particolari o comunque non sufficientemente approfonditi nelle parti introduttive dei livelli immediatamente superiori a quelli descritti.
Relativamente ai sottofascicoli e alle unità archivistiche sono opportune ulteriori precisazioni:
- il titolo, se originale, è stato riportato tra virgolette (" "); se ritenuto non sufficientemente chiaro o se contenente abbreviazioni è stato integrato e le integrazioni sono state poste tra parentesi quadre;
- il titolo, se attribuito durante il primo intervento di riordino compiuto sul fondo, è stato riportato fedelmente ma senza l'aggiunta di alcun segno grafico; anche in questo caso, se ritenuto non sufficientemente chiaro o se contenente abbreviazioni, è stato integrato e le integrazioni sono state poste tra parentesi quadre;
- il titolo, se assegnato durante il riordino, è stato riportato tra parentesi quadre; poiché si è proceduto con l'assegnazione di nuovi titoli quasi esclusivamente nei casi in cui i sottofascicoli o le unità archivistiche sono stati formati durante il riordinamento (aggregando documenti rinvenuti in forma sciolta durante la ricognizione) oppure nei casi in cui i titoli dei sottofascicoli o delle unità archivistiche non rispecchiavano il loro contenuto (II), nel campo "Notizie di intervento" delle sottoserie o delle serie in cui i sottofascicoli e le unità archivistiche sono contenuti si è specificato quali sottofascicoli e/o unità sono stati formati durante il riordino e a quali fascicoli e/o unità sono stati assegnati 'nuovi' titoli. In questo secondo caso, nel campo Note dei sottofascicoli e delle unità si è quindi riportato il titolo (originale o attribuito durante il primo intervento di riordino subito dal fondo) dei sottofascicoli e delle unità che si è ritenuto opportuno sostituire;
- il contenuto è stato descritto con particolare attenzione alla segnalazione di quei documenti che si sono giudicati di particolare importanza per rilevanza storica o natura (ad esempio carteggi di personalità del mondo politico, verbali, atti di congressi e di conferenze di organizzazione, regolamenti, periodici, fotografie ecc.).
Si è fatto ricorso alle "Note", infine, nei casi in cui si è ritenuto necessario fornire indicazioni che non potevano trovare posto negli altri campi.
Relativamente ai diversi soggetti produttori, oltre alla denominazione e all'arco cronologico di esistenza, si è fornito un essenziale profilo storico-istituzionale.
Tavola delle abbreviazioni e sigle
aa: anni
ACLI: Associazioni cristiane lavoratori italiani
ago.: agosto
ANDE: Associazione nazionale donne elettrici
ANPI: Associazione nazionale partigiani italiani
APCIFPU: Archivio del Partito comunista italiano - PCI. Federazione di Pesaro e Urbino
APCISBVCZF: Archivio del Partito comunista italiano - PCI. Sezione Bruno Venturini e Comitato di zona di Fano
apr.: aprile
ARCI: Associazione ricreativa e culturale italiana
art./artt: articolo/i
b/n: bianco e nero
c.: carta
CARS: Commissione Assistenza a reduci e soldati
cfr.: confronta
CGIL: Confederazione generale italiana del lavoro
CISL: Confederazione italiana sindacato lavoratori
cit.: citato/a
CLN: Comitato di liberazione nazionale
cm: centimetri
CoGeVa: Cooperativa gestioni varie tra partigiani
datt.: dattiloscritto/a/i/e
DC: Democrazia cristiana
dic.: dicembre
doc./docc.: documento/i
ECA: Ente comunale di assistenza
ecc.: eccetera
f./ff.: foglio/i
fasc./fascc.: fascicolo/i
FDG: Fronte della gioventù
feb.: febbraio
FGCI: Federazione giovanile comunista italiana
FILLEA: Federazione italiana lavoratori legno ed affini
GAP: Gruppi d'azione patriottica
gen.: gennaio
giu.: giugno
IRAB: Istituti riuniti di assistenza e beneficienza
l./ll.: legge/i
lug.: luglio
mag.: maggio
mar.: marzo
MGC: Movimento giovanile comunista
ms./mss.: manoscritto/a/i/e
MSI: Movimento sociale italiano
n.: numero
n.u.: numero unico
nov.: novembre
ott.: ottobre
p./pp.: pagina/e
PCI: Partito comunista italiano
PDUP: Partito di unità proletaria
PLI: Partito liberale italiano
PRI: Partito repubblicano italiano
PSDI: Partito socialista democratico italiano
PSI: Partito socialista italiano
PSIUP: Partito socialista italiano di unità proletaria
PSU: Partito socialista unificato
reg.: registro
v.: verso
s.d.: senza data
set.: settembre
SIAE: Società italiana degli autori ed editori
sottofasc./sottofascc.: sottofascicolo/i
tit./titt.: titolo/i
UDI: Unione donne italiane
UIL: Unione italiana del lavoro
UISP: Unione italiana sport per tutti
verb./verbb.: verbale/i
Note
(I) ISAD (G): General International Standard Archival Description, seconda edizione, adottata dal Comitato per gli standard descrittivi, Stoccolma, 19-22 set. 1999; ISAAR (CPF), International Standard Archival Autorithy Records for Corporate Bodies, Persons, and Families, seconda edizione, adottata dal Comitato per gli standard descrittivi, Canberra, 27-30 ottobre 2003.
(II) Solamente in due casi si è proceduto con la formazione di unità archivistica spostando documenti da un fasc. originale: cfr. i fascc. [VIII° Congresso della Sezione Bruno Venturini (Fano 8-9 marzo 1958)] (b. 12, fasc. 4) e [Verbali di riunioni del 1952] (b. 15, fasc. 9).
Segnatura
Punti di accesso
Punti d'accesso per soggetto
Punti d'accesso per luogo
Punti d'accesso per nome
- Partito comunista italiano - PCI. Sezione Bruno Venturini di Fano (Soggetto produttore)
- Partito comunista italiano - PCI. Comitato di zona di Fano (Soggetto produttore)