Zone d'identification
Type d'entité
Collectivité
Forme autorisée du nom
Banda Grossi
Forme(s) parallèle(s) du nom
Forme(s) du nom normalisée(s) selon d'autres conventions
Autre(s) forme(s) du nom
Numéro d'immatriculation des collectivités
Zone de description
Dates d'existence
1861 - 1862
Historique
La Banda Grossi prende il nome dal suo capobanda, Terenzio Grossi nato a Urbania il 25 settembre 1832 e ucciso a Isola di Fano nel settembre 1862 dal brigante Sante Frontini che si era accordato con la Prefettura di Pesaro per la consegna di Terenzio Grossi in cambio di un passaporto per l'estero e una ricompensa di 1000 lire.
La Banda è stata un'organizzazione brigantesca che ha operato, tra il 1861 e il 1862, compiendo omicidi, occupazioni armate di paesi, rapine e furti in tutta l'area del Montefeltro, della Val Metauro e della Valle del Cesano. L'attività brigantesca della banda Grossi e dei suoi componenti è riconducibile al rifiuto e all'opposizione che gruppi organizzati di indigenti e renitenti alla leva hanno adoperato in contrasto all'avvento dell'Unità d'Italia. I moventi rivoltosi socio-politici della banda Grossi si fusero frequentemente con il comune delinquere ed interessarono per la maggior parte i crimini contro la proprietà privata e dello Stato.
La natura filo-pontificia e anti piemontese della banda è senz'altro dovuta all'appoggio sia da parte dello Stato della Chiesa che della popolazione rurale marchigiana, almeno nel primo periodo di attività, fra l'altro generato dal malcontento generalizzato dovuto all'istituzione della leva obbligatoria. Le tracce di una collaborazione anche da parte dello Stato della Chiesa appaiono in diversi momenti della vita criminale della Banda, tra i quali l'arresto per favoreggiamento di un parroco e il passaporto pontificio rinvenuto nel cadavere di Terenzio Grossi, attualmente custodito all'archivio di Stato di Pesaro. Il processo alla banda Grossi si svolse dall'8 giugno al 25 giugno 1864 a Pesaro, tra i capi d'imputazione, oltre ai delitti in contumacia contro le proprietà, figurano anche l'omicidio dei carabinieri Filippo Chiuminato, Giuseppe Dini, Carlo Viggè, Giuseppe Racchini. Il processo si chiude il 25 giugno 1864 con le condanne per i briganti Gaetano Gerboni, Giuseppe Battelli, Pietro Pandolfi, Baldassarre Maccagli e Marco Grossi ai lavori forzati a vita, eccezion fatta per quest'ultimo che si era già pentito in precedenza ed al quale la pena viene ridotta a 20 anni. Sante Frontini, precedentemente dichiaratosi l'uccisore di Terenzio Grossi, viene condannato alla ghigliottina e giustiziato il 25 ottobre 1864 a Pesaro.
La Banda è stata un'organizzazione brigantesca che ha operato, tra il 1861 e il 1862, compiendo omicidi, occupazioni armate di paesi, rapine e furti in tutta l'area del Montefeltro, della Val Metauro e della Valle del Cesano. L'attività brigantesca della banda Grossi e dei suoi componenti è riconducibile al rifiuto e all'opposizione che gruppi organizzati di indigenti e renitenti alla leva hanno adoperato in contrasto all'avvento dell'Unità d'Italia. I moventi rivoltosi socio-politici della banda Grossi si fusero frequentemente con il comune delinquere ed interessarono per la maggior parte i crimini contro la proprietà privata e dello Stato.
La natura filo-pontificia e anti piemontese della banda è senz'altro dovuta all'appoggio sia da parte dello Stato della Chiesa che della popolazione rurale marchigiana, almeno nel primo periodo di attività, fra l'altro generato dal malcontento generalizzato dovuto all'istituzione della leva obbligatoria. Le tracce di una collaborazione anche da parte dello Stato della Chiesa appaiono in diversi momenti della vita criminale della Banda, tra i quali l'arresto per favoreggiamento di un parroco e il passaporto pontificio rinvenuto nel cadavere di Terenzio Grossi, attualmente custodito all'archivio di Stato di Pesaro. Il processo alla banda Grossi si svolse dall'8 giugno al 25 giugno 1864 a Pesaro, tra i capi d'imputazione, oltre ai delitti in contumacia contro le proprietà, figurano anche l'omicidio dei carabinieri Filippo Chiuminato, Giuseppe Dini, Carlo Viggè, Giuseppe Racchini. Il processo si chiude il 25 giugno 1864 con le condanne per i briganti Gaetano Gerboni, Giuseppe Battelli, Pietro Pandolfi, Baldassarre Maccagli e Marco Grossi ai lavori forzati a vita, eccezion fatta per quest'ultimo che si era già pentito in precedenza ed al quale la pena viene ridotta a 20 anni. Sante Frontini, precedentemente dichiaratosi l'uccisore di Terenzio Grossi, viene condannato alla ghigliottina e giustiziato il 25 ottobre 1864 a Pesaro.
Lieux
Statut juridique
Fonctions et activités
Textes de référence
Organisation interne/Généalogie
Contexte général
Zone des relations
Zone du contrôle
Identifiant de la notice d'autorité
Identifiant du service d'archives
Règles et/ou conventions utilisées
Statut
Niveau de détail
Dates de production, de révision et de suppression
Langue(s)
Écriture(s)
Sources
Fortunato Dellagenga, Storia della banda Grossi e dei suoi delitti commessi all'alba dell'unità nazionale nella provincia di Pesaro-Urbino, Fano, (Tipografia Montanari),1907;
Massimo Monsagrati, Riccardo Paolo Uguccioni, Vera storia della banda Grossi, Pesaro, Flaminia, 1983; Banda Grossi in: <https://it.wikipedia.org/wiki/Banda_Grossi>.
Massimo Monsagrati, Riccardo Paolo Uguccioni, Vera storia della banda Grossi, Pesaro, Flaminia, 1983; Banda Grossi in: <https://it.wikipedia.org/wiki/Banda_Grossi>.