Bereich "Identifikation"
Typ des Rechtsträgers
Person
Autorisierte Namensform
Buffarini Guidi, Guido
Parallele Namensformen
Standardisierte Namensform gemäß anderer Regelwerke
Andere Namensformen
Kennzahlen für Körperschaften
Beschreibungsfeld
Daten des Bestehens
1895 ago. 17 – 1945 lug. 10
Geschichte
Volontario alla Prima guerra mondiale, dopo quattro anni al fronte, lascia carriera militare per proseguire gli studi, si laurea nel 1920 in giurisprudenza all'Università di Pisa e incomincia a svolgere la professione di avvocato. Dal 1919 aderisce ai Fasci italiani di combattimento e si dedica attivamente alla politica, prendendo parte alle azioni del nascente squadrismo. Nell'aprile del 1923 viene eletto sindaco di Pisa per il Partito Nazionale Fascista. L'anno seguente diventa deputato e verrà nominato podestà e segretario federale del partito.
Dal maggio 1933 al febbraio 1943 è sottosegretario di stato all'Interno e, di fatto assume il ruolo di ministro in considerazione della titolarità del ministero a Mussolini. Diventa uno dei principali consiglieri di Mussolini e uno dei politici più influenti in Italia. Durante il suo sottosegretariato Buffarini estende il proprio potere sul territorio con la nomina di prefetti a lui fedeli e riuscendo a bilanciare maggiormente le spinte autonomistiche sia degli enti locali sia la burocratizzazione del partito.
Nel 1938 a seguito della promulgazione delle leggi razziali assume un atteggiamento antisemita discostandosi da altri gerarchi frondisti come Balbo, De Bono e Federzoni. Nel 1940, per le pressioni vaticane, propone a Mussolini soluzione per le famiglie miste per risolvere la questione ebraica in Italia parificando giuridicamente ai cittadini "ariani" tutti gli ebrei convertiti e sposati con rito cattolico ed espellendo dall'Italia tutti gli altri.
Buffarini, sulle stesse posizioni di Ciano, nel 1939, è inizialmente favorevole all'entrata in guerra a fianco della Germania, ma dopo poche settimane si rallegra che l'Italia sia rimasta fuori dal conflitto. Il 25 luglio 1943 dà voto contrario all'Ordine del giorno Grandi. La sera stessa si reca a villa Torlonia ad attendere Mussolini, passa la notte nella villa e il 26 luglio mattina viene arrestato e recluso nel carcere di forte Boccea, dal quale viene liberato il 12 settembre dai tedeschi in seguito all'occupazione di Roma.
Dopo essere stato liberato da forte Boccea Buffarini è trasferito a Monaco di Baviera dove apprende della liberazione di Mussolini e scrive un memorandum da sottoporgli, in cui propone l'abolizione della Monarchia in Italia e la proclamazione di una "Repubblica socialfascista con a capo il Duce".
Aderìsce alla Repubblica Sociale Italiana ed entra nel nuovo governo Mussolini ricoprendo la carica di ministro dell'Interno. Buffarini si impegna per ottenere lo scioglimento delle squadre di polizia federali che dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 si erano costituite autonomamente e di portare la responsabilità di far rispettare l'ordine pubblico alle forze di polizia dipendenti dal ministero dell'Interno. Inoltre il 16 novembre presenta un decreto per suddividere i compiti della Polizia e dei Carabinieri che sarebbero dovuti confluire rispettivamente nella Guardia di Polizia destinata al presidio delle città e nella Gendarmeria Rurale da destinarsi nelle aree rurali. L'impostazione viene avversata e fatta fallire con la costituzione della Guardia Nazionale Repubblicana,in cui confluirono i Reali Carabinieri e la MVSN, che rimane un corpo separato, mentre il Corpo di Polizia Repubblicana rimane alle dipendenze del Ministero dell'Interno.
Nel febbraio 1945 Mussolini propone a Buffarini Guidi un nuovo incarico come coordinatore tra i ministeri italiani e gli organismi tedeschi preposti all'economia, i tedeschi protestano e insistono per mantenere Buffarini al ministero dell'Interno, in quanto era considerato un uomo di loro fiducia.
Dopo il dimissionamento Buffarini si trasferisce a Gargnano dove passa gli ultimi mesi di guerra. Il 25 aprile segue Mussolini fino a Como dove insiste a lungo per convincere il Duce ad espatriare in Svizzera. Il giorno seguente, insieme al ministro dell'Economia Corporativa Angelo Tarchi, tentò di raggiungere la frontiera svizzera ma viene arrestato dalla Guardia di finanza che era passata agli ordini del CLN presso Porlezza.
Vengono prima rilasciati, ma Buffarini viene nuovamente arrestato, processato e condannato a morte da una Corte d'Assise straordinaria il 29 maggio 1945; la sentenza è eseguita per fucilazione nel campo sportivo "Giuriati", zona Città Studi a Milano il 10 luglio 1945, poco dopo aver sventato un suo tentativo di suicidarsi con dei barbiturici.
Dal maggio 1933 al febbraio 1943 è sottosegretario di stato all'Interno e, di fatto assume il ruolo di ministro in considerazione della titolarità del ministero a Mussolini. Diventa uno dei principali consiglieri di Mussolini e uno dei politici più influenti in Italia. Durante il suo sottosegretariato Buffarini estende il proprio potere sul territorio con la nomina di prefetti a lui fedeli e riuscendo a bilanciare maggiormente le spinte autonomistiche sia degli enti locali sia la burocratizzazione del partito.
Nel 1938 a seguito della promulgazione delle leggi razziali assume un atteggiamento antisemita discostandosi da altri gerarchi frondisti come Balbo, De Bono e Federzoni. Nel 1940, per le pressioni vaticane, propone a Mussolini soluzione per le famiglie miste per risolvere la questione ebraica in Italia parificando giuridicamente ai cittadini "ariani" tutti gli ebrei convertiti e sposati con rito cattolico ed espellendo dall'Italia tutti gli altri.
Buffarini, sulle stesse posizioni di Ciano, nel 1939, è inizialmente favorevole all'entrata in guerra a fianco della Germania, ma dopo poche settimane si rallegra che l'Italia sia rimasta fuori dal conflitto. Il 25 luglio 1943 dà voto contrario all'Ordine del giorno Grandi. La sera stessa si reca a villa Torlonia ad attendere Mussolini, passa la notte nella villa e il 26 luglio mattina viene arrestato e recluso nel carcere di forte Boccea, dal quale viene liberato il 12 settembre dai tedeschi in seguito all'occupazione di Roma.
Dopo essere stato liberato da forte Boccea Buffarini è trasferito a Monaco di Baviera dove apprende della liberazione di Mussolini e scrive un memorandum da sottoporgli, in cui propone l'abolizione della Monarchia in Italia e la proclamazione di una "Repubblica socialfascista con a capo il Duce".
Aderìsce alla Repubblica Sociale Italiana ed entra nel nuovo governo Mussolini ricoprendo la carica di ministro dell'Interno. Buffarini si impegna per ottenere lo scioglimento delle squadre di polizia federali che dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 si erano costituite autonomamente e di portare la responsabilità di far rispettare l'ordine pubblico alle forze di polizia dipendenti dal ministero dell'Interno. Inoltre il 16 novembre presenta un decreto per suddividere i compiti della Polizia e dei Carabinieri che sarebbero dovuti confluire rispettivamente nella Guardia di Polizia destinata al presidio delle città e nella Gendarmeria Rurale da destinarsi nelle aree rurali. L'impostazione viene avversata e fatta fallire con la costituzione della Guardia Nazionale Repubblicana,in cui confluirono i Reali Carabinieri e la MVSN, che rimane un corpo separato, mentre il Corpo di Polizia Repubblicana rimane alle dipendenze del Ministero dell'Interno.
Nel febbraio 1945 Mussolini propone a Buffarini Guidi un nuovo incarico come coordinatore tra i ministeri italiani e gli organismi tedeschi preposti all'economia, i tedeschi protestano e insistono per mantenere Buffarini al ministero dell'Interno, in quanto era considerato un uomo di loro fiducia.
Dopo il dimissionamento Buffarini si trasferisce a Gargnano dove passa gli ultimi mesi di guerra. Il 25 aprile segue Mussolini fino a Como dove insiste a lungo per convincere il Duce ad espatriare in Svizzera. Il giorno seguente, insieme al ministro dell'Economia Corporativa Angelo Tarchi, tentò di raggiungere la frontiera svizzera ma viene arrestato dalla Guardia di finanza che era passata agli ordini del CLN presso Porlezza.
Vengono prima rilasciati, ma Buffarini viene nuovamente arrestato, processato e condannato a morte da una Corte d'Assise straordinaria il 29 maggio 1945; la sentenza è eseguita per fucilazione nel campo sportivo "Giuriati", zona Città Studi a Milano il 10 luglio 1945, poco dopo aver sventato un suo tentativo di suicidarsi con dei barbiturici.
Orte
Nato a Pisa e morto a Milano.
Rechtlicher Status
Ämter, Beschäftigungen und Aktivitäten
Mandate/Herkunft der Kompetenz
Interne Strukturen/Genealogie
Allgemeiner Zusammenhang
Beziehungsfeld
Bereich "Kontrolle"
Authority record identifier
Archivcode
Benutzte Regeln und/oder Konventionen
Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), regola E.1.1 Denominazione di autorità. Sistema di datazione utilizzato per indicare le date nel record di autorità: Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), E.2.1 Date di esistenza. Normalizzazione. Allegato C. Normalizzazione della data.
Status
Final
Erschließungstiefe
Teilweise
Daten der Bestandsbildung, der Überprüfung und der Skartierung/Kassierung
Sprache(n)
Schrift(en)
Quellen
Guido Buffarini Guidi: <https://it.wikipedia.org/wiki/Guido_Buffarini_Guidi>.
Anmerkungen zur Wartung
Creazione: Memorie di Marca 31 maggio 2019
Compilazione: Anna Della Fornace in data 31 maggio 2019.
Compilazione: Anna Della Fornace in data 31 maggio 2019.