Zone d'identification
Type d'entité
Personne
Forme autorisée du nom
Cecchi, Claudio
Forme(s) parallèle(s) du nom
Forme(s) du nom normalisée(s) selon d'autres conventions
Autre(s) forme(s) du nom
Numéro d'immatriculation des collectivités
Zone de description
Dates d'existence
1922 gen. 22 - 2013 lug. 6
Historique
Claudio Cecchi nasce a Pesaro il 20 gennaio 1922.
Il nonno Antonio Cecchi era stato ufficiale di marina ed esploratore delle zone interne dell'Etiopia, contrario ad ogni forma di colonialismo e di schiavismo era sostenitore di un intervento pacifico italiano in Somalia, Nel 1896 muore eroicamente a Lafolè, all'interno della Somalia, nella spedizione che aveva il compito di esplorare la riva sinistra dell'Uebi, e di farsi amiche le popolazioni per stringere con esse trattati ed accordi commerciali.
Il padre, Gino Cecchi, rimasto orfano sia della madre sia del padre appena dodicenne, entra nella carriera diplomatica giovanissimo, sarà console a Hodeida (Yemen), ad Aden, San Francisco, Barcellona, Calcutta, rappresentante per l'Italia in Romania nella Commissione europea per in Danubio, ministro plenipotenziario in Afghanistan e in Colombia. Nel 1932 rifiutò la tessera del PNF dichiarando il dissenso politico al governo, venne quindi arrestato e internato in manicomio, dimesso dopo alcuni mesi riuscì a emigrare con la famiglia in Francia dove rimase fino alla fine della guerra, quando riprese la carriera diplomatica come console generale a Parigi. La madre, Angiola Picciola, figlia del poeta Giuseppe Picciola e nipote di Giuseppe Vaccaj, pittore e uomo politico, era lei stessa una buona pittrice.
Claudo Cecchi seguì la famiglia nelle diverse sedi diplomatiche, senza frequentare le scuole pubbliche, sostituite dalle lezioni della madre e delle governanti, viene ammesso al Liceo Mamiani di Pesaro solo per i primi due anni in quanto il padre non voleva che aderisse alle organizzazioni giovanili fasciste, con il trasferimento della famiglia in Francia frequenterà il liceo e si diplomerà a Grenoble. Dopo lo scoppio della guerra rimarrà a Parigi con il padre e lì si laurea in legge. Rientra in Italia per la chiamata alle armi ed inizia da subito una sua attività anti regime, distribuendo volantini e tracciando scritte antifasciste sui muri della città. Nel febbraio 1943 fu convocato all'Ufficio politico dei Carabinieri e interrogato sulla sua formazione politica, Cecchi non nascose le sue idee, tuttavia il fatto di non appartenere a nessuna formazione sovversiva gli evitò immediate conseguenze repressive, ma non impedirono che fosse segnalato alla scuola per sotto ufficiali di Sassuolo. Dopo l'8 settembre insieme ad altri componenti del battaglione venne fatto prigioniero a Pisa, riesce però a fuggire subito con un compagno e dopo due giorni ad arrivare a Pesaro. A febbraio del 1944 viene contattato dal CLN di Pesaro e il 4 marzo viene convocato per frequentare dal 5 al 16 a San Petro in Calibano (oggi Villa Fastiggi) un corso "di tipo catechistico e d'impostazione marxista" insieme a Giorgio De Sabbata, Carlo Paladini, Elio Della Fornace e Odoardo Ugolini. il 17 marzo raggiunge la zona di Cantiano ed è nominato commissario politico del distaccamento “Pisacane” col quale partecipa alla vittoriosa battaglia di Vilano (25 marzo 1944) in appoggio al Battaglione “Picelli”, aggredito da 500 nazifascisti provenienti da Cagli. Per il ruolo avuto nella battaglia di Vilano Cecchi verrà decorato con la medaglia di bronzo al Valor militare con decreto dell'11 marzo 1953. Nel giugno del 1944, nel territorio della frazione Paravento di Cagli, Cecchi è protagonista della battaglia scatenata dall'attacco del tedeschi dopo l'uccisione di un soldato e la cattura di due loro militari. Dopo oltre ventiquattro ore di assedio, la vocazione diplomatica di Cecchi consente il rilascio di una trentina di ostaggi presi dai tedeschi. Dopo la battaglia di Paravento a Cecchi viene affidato il comando del I Battaglione di cui i Pisacane era un Distaccamento. Nel 1944, dopo la Liberazione della sua città, Claudio Cecchi è nominato, su indicazione del CLN, Commissario prefettizio all'Amministrazione provinciale di Pesaro, ma si dimette il 28 ottobre per arruolarsi nel Corpo italiano di Liberazione, si ammala però gravemente e sarà ricoverato in sanatorio per tubercolosi polmonare fino al 1950. Dichiarato grande invalido avrà la Croce al merito di guerra. Nell'ottobre 1950 si sposa con Anna Giordani, attivista dell'UDI, impegnata nel Movimento per la pace e tra i delegati al Congresso mondiale del 1949. Si iscrive al Pci ma se ne allontana per i fatti di Ungheria nel 1956; rimane in politica come consigliere e poi assessore al Comune di Pesaro e, successivamente dal 1975 al 1980, come Presidente della Azienda municipalizzata autoservizi e nettezza urbana (Amanup). Nel dopoguerra si dedica anche alla professione forense e all’insegnamento del francese. Sarà presidente per molti anni dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra e componente il Comitato direttivo dell'Anpi provinciale di Pesaro e Urbino. Muore a Pesaro il 6 luglio 2013.
Il nonno Antonio Cecchi era stato ufficiale di marina ed esploratore delle zone interne dell'Etiopia, contrario ad ogni forma di colonialismo e di schiavismo era sostenitore di un intervento pacifico italiano in Somalia, Nel 1896 muore eroicamente a Lafolè, all'interno della Somalia, nella spedizione che aveva il compito di esplorare la riva sinistra dell'Uebi, e di farsi amiche le popolazioni per stringere con esse trattati ed accordi commerciali.
Il padre, Gino Cecchi, rimasto orfano sia della madre sia del padre appena dodicenne, entra nella carriera diplomatica giovanissimo, sarà console a Hodeida (Yemen), ad Aden, San Francisco, Barcellona, Calcutta, rappresentante per l'Italia in Romania nella Commissione europea per in Danubio, ministro plenipotenziario in Afghanistan e in Colombia. Nel 1932 rifiutò la tessera del PNF dichiarando il dissenso politico al governo, venne quindi arrestato e internato in manicomio, dimesso dopo alcuni mesi riuscì a emigrare con la famiglia in Francia dove rimase fino alla fine della guerra, quando riprese la carriera diplomatica come console generale a Parigi. La madre, Angiola Picciola, figlia del poeta Giuseppe Picciola e nipote di Giuseppe Vaccaj, pittore e uomo politico, era lei stessa una buona pittrice.
Claudo Cecchi seguì la famiglia nelle diverse sedi diplomatiche, senza frequentare le scuole pubbliche, sostituite dalle lezioni della madre e delle governanti, viene ammesso al Liceo Mamiani di Pesaro solo per i primi due anni in quanto il padre non voleva che aderisse alle organizzazioni giovanili fasciste, con il trasferimento della famiglia in Francia frequenterà il liceo e si diplomerà a Grenoble. Dopo lo scoppio della guerra rimarrà a Parigi con il padre e lì si laurea in legge. Rientra in Italia per la chiamata alle armi ed inizia da subito una sua attività anti regime, distribuendo volantini e tracciando scritte antifasciste sui muri della città. Nel febbraio 1943 fu convocato all'Ufficio politico dei Carabinieri e interrogato sulla sua formazione politica, Cecchi non nascose le sue idee, tuttavia il fatto di non appartenere a nessuna formazione sovversiva gli evitò immediate conseguenze repressive, ma non impedirono che fosse segnalato alla scuola per sotto ufficiali di Sassuolo. Dopo l'8 settembre insieme ad altri componenti del battaglione venne fatto prigioniero a Pisa, riesce però a fuggire subito con un compagno e dopo due giorni ad arrivare a Pesaro. A febbraio del 1944 viene contattato dal CLN di Pesaro e il 4 marzo viene convocato per frequentare dal 5 al 16 a San Petro in Calibano (oggi Villa Fastiggi) un corso "di tipo catechistico e d'impostazione marxista" insieme a Giorgio De Sabbata, Carlo Paladini, Elio Della Fornace e Odoardo Ugolini. il 17 marzo raggiunge la zona di Cantiano ed è nominato commissario politico del distaccamento “Pisacane” col quale partecipa alla vittoriosa battaglia di Vilano (25 marzo 1944) in appoggio al Battaglione “Picelli”, aggredito da 500 nazifascisti provenienti da Cagli. Per il ruolo avuto nella battaglia di Vilano Cecchi verrà decorato con la medaglia di bronzo al Valor militare con decreto dell'11 marzo 1953. Nel giugno del 1944, nel territorio della frazione Paravento di Cagli, Cecchi è protagonista della battaglia scatenata dall'attacco del tedeschi dopo l'uccisione di un soldato e la cattura di due loro militari. Dopo oltre ventiquattro ore di assedio, la vocazione diplomatica di Cecchi consente il rilascio di una trentina di ostaggi presi dai tedeschi. Dopo la battaglia di Paravento a Cecchi viene affidato il comando del I Battaglione di cui i Pisacane era un Distaccamento. Nel 1944, dopo la Liberazione della sua città, Claudio Cecchi è nominato, su indicazione del CLN, Commissario prefettizio all'Amministrazione provinciale di Pesaro, ma si dimette il 28 ottobre per arruolarsi nel Corpo italiano di Liberazione, si ammala però gravemente e sarà ricoverato in sanatorio per tubercolosi polmonare fino al 1950. Dichiarato grande invalido avrà la Croce al merito di guerra. Nell'ottobre 1950 si sposa con Anna Giordani, attivista dell'UDI, impegnata nel Movimento per la pace e tra i delegati al Congresso mondiale del 1949. Si iscrive al Pci ma se ne allontana per i fatti di Ungheria nel 1956; rimane in politica come consigliere e poi assessore al Comune di Pesaro e, successivamente dal 1975 al 1980, come Presidente della Azienda municipalizzata autoservizi e nettezza urbana (Amanup). Nel dopoguerra si dedica anche alla professione forense e all’insegnamento del francese. Sarà presidente per molti anni dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra e componente il Comitato direttivo dell'Anpi provinciale di Pesaro e Urbino. Muore a Pesaro il 6 luglio 2013.
Lieux
Pesaro (luogo di nascita e di morte)
Statut juridique
Fonctions et activités
Comandante I Battaglione della V Brigata "Garibaldi" di Pesaro; Avvocato; Presidente della Provincia di Pesaro; Insegnante.
Textes de référence
Organisation interne/Généalogie
Contexte général
Zone des relations
Entité associée
V Brigata Garibaldi Pesaro. I Battaglione
Identifiant de l'entité associée
Type de la relation
hiérarchique
Type de relation
V Brigata Garibaldi Pesaro. I Battaglione est contrôlé par Cecchi, Claudio
Dates de la relation
Description de la relation
Zone du contrôle
Identifiant de la notice d'autorité
MdM_IT_P_00047
Identifiant du service d'archives
Règles et/ou conventions utilisées
Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), regola E.1.1 Denominazione di autorità.
Sistema di datazione utilizzato per indicare le date nel record di autorità: Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), E.2.1 Date di esistenza. Normalizzazione. Allegato C. Normalizzazione della data.
Sistema di datazione utilizzato per indicare le date nel record di autorità: Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), E.2.1 Date di esistenza. Normalizzazione. Allegato C. Normalizzazione della data.
Statut
Final
Niveau de détail
Moyen
Dates de production, de révision et de suppression
8 apr. 2019
Langue(s)
Écriture(s)
Sources
"Note biografiche di Claudio Cecchi" in Archivio Anpi. Personalità della Resistenza e dell'Antifascismo;
Claudio Cecchi, Cronistoria della mia vita. Fino al matrimonio, 1922-1950, Pesaro, Silvia Cecchi, 2013. (Roma, Cromografica Roma Srl).
Claudio Cecchi, Cronistoria della mia vita. Fino al matrimonio, 1922-1950, Pesaro, Silvia Cecchi, 2013. (Roma, Cromografica Roma Srl).
Notes relatives à la mise à jour de la notice
Creazione: Memorie di Marca 5 aprile 2019
Compilazione: Anna Della Fornace in data 8 aprile 2019.
Compilazione: Anna Della Fornace in data 8 aprile 2019.