Área de identidad
Tipo de entidad
Entidad colectiva
Forma autorizada del nombre
Comune di Jesi
Forma(s) paralela(s) de nombre
Forma(s) normalizada del nombre, de acuerdo a otras reglas
Otra(s) forma(s) de nombre
- Iesi
Identificadores para instituciones
Área de descripción
Fechas de existencia
1130/
Historia
La città di Jesi emerge con una chiara fisionomia tra i secoli XI e XII. Ceduta da Ottone III a papa Silvestro II nel 999, sul suo territorio i molti possessi feudali, vescovili e monastici s'intrecciano con quelli dei conti di Jesi, longobardi della stirpe degli Attoni, menzionati dal 970 al 1150. Il potere feudale entra in crisi alla fine del sec. XII e infatti, nel 1130, Jesi si erse a libero comune; i "minores", piccoli proprietari terrieri, commercianti e artigiani alleati ad esponenti della nobiltà locale, organizzati in "scholae", avviarono la conquista del contado, sottraendolo al controllo feudale dei signori laici, del vescovo e dei monasteri.
I documenti dei primi decenni del sec. XIII (al 1230 risale la prima menzione degli statuti) delineano una città piccola, ma compiuta. Dopo la nascita di Federico II, avvenuta a Jesi nel 1194, la città, intorno al 1232, si schierò con il partito ghibellino, rimanendovi legata sino al crollo svevo del 1266. Ottenuto il riconoscimento della propria autonomia e della giurisdizione sul contado, Jesi allargò il proprio dominio su un ampio territorio, sino ai confini con Fabriano, verso l'Appennino, e con Fano, verso il mare. Tale periodo viene definito del "grande contado". Per questa epoca è documentata l'esistenza di un consiglio generale e di uno speciale, organi del potere legislativo; il potere esecutivo è esercitato dai consoli (massari o priori) e dal podestà (più tardi affiancato dal capitano del popolo). Nella "Descriptio Marchiae" e nelle "Costituzioni Egidiane" della metà del sec. XIV, a Jesi è riconosciuto lo status di "civitas magna", con castelli e ville sottoposte. In questo secolo e sino alla metà del sec. XV, le grandi famiglie jesine entrano in lotta nel tentativo di insediare proprie signorie. Ad esse fa seguito il dominio del vicario pontificio Filippo Simonetti, sostituito da Galeotto Malatesta nel 1408.
Il dominio, più avanti, è esercitato da Braccio da Montone (1420-1424 ca.) e da Francesco Sforza a partire dal 1433. Solo nel 1447 Jesi torna sotto il "pacifico governo ecclesiastico" e gli statuti, già riformati nel 1363, sono rielaborati, escludendo dal potere le corporazioni ed avviando una "seconda età comunale", protrattasi per tutto il Settecento.
Il Cinquecento vede delinearsi un modello istituzionale di quello che viene chiamato lo "Stato di Jesi": un territorio vasto, sottoposto alla giurisdizione della città, composto da 16 castelli dotati di limitata autonomia comunale. I castelli, che offrivano pallii in segno di sottomissione già dalla metà del sec. XV, continuano tale prassi sino al 1808. Nel 1586, Sisto V istituì il "Governo libero" a Jesi e nel contado, sottraendo la giurisdizione al governatore provinciale della Marca, sopprimendo il regime podestarile ed affidando l'amministrazione ad un prelato-governatore. Jesi assunse lo status di città "immediate subiecta" ed ogni castello quello di "mediate subiecta" al potere centrale. L'organizzazione istituzionale rispecchia sostanzialmente la struttura giuridica tradizionalmente imposta dalla "Civitas" e dalla sua oligarchia ai castelli del "Comitatus". Supremo organo del Comune è il consiglio generale di città e contado, con potere deliberativo e "potestas statuendi". Il consiglio di credenza di città e contado, composto da 30 membri, esercita un'opera di selezione delle proposte da discutere. In questi consigli il contado è rappresentato pariteticamente. Per gli affari jesini sono delegati i due consigli (generale e di credenza) della sola città. Organo esecutivo è il magistrato, bimestrale, composto da sei priori (tre di città e tre di contado) tra i quali si alternano al gonfalonierato i soli membri cittadini. Cittadini devono essere anche tutti gli ufficiali, dal camerlengo ai vari deputati del Comune. Il governatore, di carica annuale, esecutore degli ordini della Sacra congregazione del buon governo con poteri di controllo sugli atti legislativi ed esecutivi del Comune, ha competenze giudiziarie civili e penali di appello; il giudizio di primo grado è affidato al suo luogotenente. La città, inoltre, manda propri capitani in ogni castello per l'amministrazione della giustizia in prima istanza; ad essi affida anche compiti di potere esecutivo, che viene esercitato congiuntamente ai tre priori del luogo estratti dal locale consiglio. Questa situazione rimane immutata sino al periodo napoleonico.
Nel 1808 Jesi fa parte del dipartimento del Metauro ed è compresa nel Distretto e nel Cantone omonimo.
Con la Restaurazione, tornata sotto lo Stato ecclesiastico, la città è inserita nella Delegazione di Ancona, Distretto di Jesi, con appodiato Santa Maria Nuova.
Nel 1860 entra a far parte del Regno d'Italia, nella Provincia di Ancona e segue le vicende istituzionali ed amministrative di tutti i comuni italiani.
I documenti dei primi decenni del sec. XIII (al 1230 risale la prima menzione degli statuti) delineano una città piccola, ma compiuta. Dopo la nascita di Federico II, avvenuta a Jesi nel 1194, la città, intorno al 1232, si schierò con il partito ghibellino, rimanendovi legata sino al crollo svevo del 1266. Ottenuto il riconoscimento della propria autonomia e della giurisdizione sul contado, Jesi allargò il proprio dominio su un ampio territorio, sino ai confini con Fabriano, verso l'Appennino, e con Fano, verso il mare. Tale periodo viene definito del "grande contado". Per questa epoca è documentata l'esistenza di un consiglio generale e di uno speciale, organi del potere legislativo; il potere esecutivo è esercitato dai consoli (massari o priori) e dal podestà (più tardi affiancato dal capitano del popolo). Nella "Descriptio Marchiae" e nelle "Costituzioni Egidiane" della metà del sec. XIV, a Jesi è riconosciuto lo status di "civitas magna", con castelli e ville sottoposte. In questo secolo e sino alla metà del sec. XV, le grandi famiglie jesine entrano in lotta nel tentativo di insediare proprie signorie. Ad esse fa seguito il dominio del vicario pontificio Filippo Simonetti, sostituito da Galeotto Malatesta nel 1408.
Il dominio, più avanti, è esercitato da Braccio da Montone (1420-1424 ca.) e da Francesco Sforza a partire dal 1433. Solo nel 1447 Jesi torna sotto il "pacifico governo ecclesiastico" e gli statuti, già riformati nel 1363, sono rielaborati, escludendo dal potere le corporazioni ed avviando una "seconda età comunale", protrattasi per tutto il Settecento.
Il Cinquecento vede delinearsi un modello istituzionale di quello che viene chiamato lo "Stato di Jesi": un territorio vasto, sottoposto alla giurisdizione della città, composto da 16 castelli dotati di limitata autonomia comunale. I castelli, che offrivano pallii in segno di sottomissione già dalla metà del sec. XV, continuano tale prassi sino al 1808. Nel 1586, Sisto V istituì il "Governo libero" a Jesi e nel contado, sottraendo la giurisdizione al governatore provinciale della Marca, sopprimendo il regime podestarile ed affidando l'amministrazione ad un prelato-governatore. Jesi assunse lo status di città "immediate subiecta" ed ogni castello quello di "mediate subiecta" al potere centrale. L'organizzazione istituzionale rispecchia sostanzialmente la struttura giuridica tradizionalmente imposta dalla "Civitas" e dalla sua oligarchia ai castelli del "Comitatus". Supremo organo del Comune è il consiglio generale di città e contado, con potere deliberativo e "potestas statuendi". Il consiglio di credenza di città e contado, composto da 30 membri, esercita un'opera di selezione delle proposte da discutere. In questi consigli il contado è rappresentato pariteticamente. Per gli affari jesini sono delegati i due consigli (generale e di credenza) della sola città. Organo esecutivo è il magistrato, bimestrale, composto da sei priori (tre di città e tre di contado) tra i quali si alternano al gonfalonierato i soli membri cittadini. Cittadini devono essere anche tutti gli ufficiali, dal camerlengo ai vari deputati del Comune. Il governatore, di carica annuale, esecutore degli ordini della Sacra congregazione del buon governo con poteri di controllo sugli atti legislativi ed esecutivi del Comune, ha competenze giudiziarie civili e penali di appello; il giudizio di primo grado è affidato al suo luogotenente. La città, inoltre, manda propri capitani in ogni castello per l'amministrazione della giustizia in prima istanza; ad essi affida anche compiti di potere esecutivo, che viene esercitato congiuntamente ai tre priori del luogo estratti dal locale consiglio. Questa situazione rimane immutata sino al periodo napoleonico.
Nel 1808 Jesi fa parte del dipartimento del Metauro ed è compresa nel Distretto e nel Cantone omonimo.
Con la Restaurazione, tornata sotto lo Stato ecclesiastico, la città è inserita nella Delegazione di Ancona, Distretto di Jesi, con appodiato Santa Maria Nuova.
Nel 1860 entra a far parte del Regno d'Italia, nella Provincia di Ancona e segue le vicende istituzionali ed amministrative di tutti i comuni italiani.
Lugares
Estatuto jurídico
Funciones, ocupaciones y actividades
Mandatos/fuentes de autoridad
Estructura/genealogía interna
Contexto general
Área de relaciones
Área de control
Identificador de registro de autoridad
Identificador de la institución
Reglas y/o convenciones usadas
Norme applicate nella creazione della forma autorizzata del nome: Regole Italiane di Catalogazione (REICAT).
Sistema di datazione utilizzato per indicare le date nel record d’autorità: ISO 8601.
Sistema di datazione utilizzato per indicare le date nel record d’autorità: ISO 8601.
Estado de elaboración
Borrador
Nivel de detalle
Parcial
Fechas de creación, revisión o eliminación
2018-03-29
Idioma(s)
Escritura(s)
Fuentes
Sito web del Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche (SIUSA), consultabile al link: http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=13183 <consultato in data 2018-03-29>.
Notas de mantención
Responsabile della creazione e della compilazione del record di autorità: Lucia Giagnolini (2018-03-29).