Identity area
Type of entity
Person
Authorized form of name
Fabius, Laurent
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Standardized form(s) of name according to other rules
Other form(s) of name
Identifiers for corporate bodies
Description area
Dates of existence
1946 ago. 20 -
History
Laurent Fabius nasce a Parigi il 20 agosto 1946. Dopo le classes préparatoires al liceo Louis-le-Grand è ammesso all'École Normale Supérieure, dove consegue l'agrégation in lettere moderne. Parallelamente, studia all'Institut d'études politiques de Paris (Sciences Po) e, in seguito, all'École nationale d'administration, (1971-1973). Al termine del ciclo all'ENA si classifica terzo della sua promozione, cosa che in base alle regole del classement gli consente di entrare direttamente al Consiglio di Stato. Poco dopo la sua laurea all'ENA, nel 1974, aderisce al partito socialista e incontra François Mitterrand. Lavora per lui al suo fianco fino alla sua vittoria del 1981. Nel frattempo, inizia a installarsi elettoralmente nella circoscrizione ellettorale della Senna Marittima, una delle più a sinistra di tutta la Francia, in cui viene eletto deputato all'Assemblée nationale nel 1978, e che diventerà il suo "feudo" elettorale. Da allora è rieletto deputato a tutte le elezioni, comprese quelle del 2012. In ossequio alle norme sull'incompatibilità, si dimette da deputato nelle occasioni in cui fa parte del governo (1981-1986, 2000-2002, 2012). Subito dopo l'elezione a presidente della Repubblica di François Mitterrand nel 1981 è nominato ministro del Bilancio, poi a partire dal 1983 ministro dell'Industria e della ricerca. Al ministero del Bilancio introduce l'imposta sui grandi patrimoni, successivamente abolita nel 1987 dal governo di coabitazione di Jacques Chirac. Nel 1983 chiede l'applicazione fedele del programma della sinistra, sostenendo la libera fluttuazione del franco francese e il protezionismo industriale. Tuttavia, alla fine aderisce alla "svolta del rigore" voluta dal Primo ministro Pierre Mauroy e da Mitterrand per mantenere la Francia all'interno del Sistema Monetario Europeo.Dopo le dimissioni del governo Mauroy, Mitterrand nomina Primo ministro Laurent Fabius il 17 luglio 1984. A 37 anni è il Primo ministro più giovane della storia della Repubblica francese. Trovandosi in una situazione di crisi economica, persegue una "politica del rigore" per mettere sotto controllo il deficit statale e l'inflazione. Come conseguenza, il partito comunista rifiuta di partecipare al suo governo.
In politica estera sconfina più di una volta nel campo del presidente della Repubblica, in particolare quando nel 1985 incontra il vescovo sudafricano anti-apartheid Desmond Tutu e ottiene di imporre sanzioni contro il regime di Pretoria; oppure quando, sempre nel 1985, si rifiuta di ricevere generale Jaruzelski, il repressore della contestazione di Solidarność. Dopo la sconfitta della sinistra alle elezioni del 1986, lascia la guida del governo. È eletto presidente dell'Assemblée nationale nel 1988 dopo le nuove elezioni legislative successive alla rielezione di Mitterrand alla Presidenza della Repubblica; si dimette nell'aprile 1992 per assumere la guida del PSF. Tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta è impegnato in una rivalità con Lionel Jospin per ottenere la direzione del partito, che invece va a Pierre Mauroy, eletto nel maggio 1988 e al congresso di Rennes del marzo 1990. È eletto primo segretario del partito nell'aprile 1992 e lo rimarrà fino alla pesante sconfitta alle legislative del marzo 1993. Nel 1995 è eletto presidente del gruppo socialista all'Assembleé nationale. Nel 1997, dopo la vittoria socialista alle elezioni e la formazione del governo di coabitazione Lionel Jospin, è eletto per la seconda volta presidente dell'Assemblea Nazionale, carica che manterrà fino al marzo 2000. Inizialmente escluso dal governo Jospin, rientra in gioco succedendo a Christian Sautter, per breve tempo successore di Dominique Strauss-Kahn al ministero dell'economia. È quindi nominato ministro dell'economia, delle finanze e dell'industria il 27 marzo del 2000. Resta in carica fino alla sconfitta di Jospin alle elezioni presidenziali del 2002 e le successive dimissioni del governo guidato da quest'ultimo. Viene poi nominato numero due del partito (primo segretario è François Hollande) e si lancia in una linea politica profondamente caratterizzata a sinistra, rifiutando il liberalismo economico: secondo lui, è stato il rifiuto degli elettori a seguire il partito verso il liberalismo che ha portato alla disfatta delle elezioni del 2002. Nel 2004 si distingue per essere il personaggio più noto a opporsi al trattato per la Costituzione Europea. All'interno del partito questo provoca una certa tensione e una viva polemica tra gli altri partiti socialisti europei, la maggior parte dei quali schierati per il "sì". Un referendum interno agli iscritti del PSF, svoltosi nel dicembre 2004, decide però la linea del partito: il "sì" vince con il 55% dei voti. Contrariamente ad altri socialisti per il "no", che si adeguano alla disciplina di partito, Fabius e la sua corrente decidono di fare ugualmente campagna per il "no". Il referendum si tiene il 29 maggio 2005 e il "no" vince, specie tra gli elettori di sinistra e i simpatizzanti socialisti.
A seguito del risultato, la posizione di Fabius è sottoposta a diverse critiche internamente al partito. Il 4 giugno del 2005 Fabius e gli appartenenti alla sua corrente sono esclusi dalle riunioni della direzione del partito. Al congresso di Le Mans Fabius propone una mozione alternativa alla maggioranza interna, di cui pure aveva fatto parte; la mozione raccoglie il 21% dei voti, giungendo terza dietro a quella della maggioranza (54%) e quella del "Nuovo partito socialista" (24%). Accetta quindi di votare un testo che cerca di unire le varie mozioni, per evitare di diventare minoranza interna. Rifiuta peraltro di tornare nella direzione del partito, dove però tornano alcuni della sua corrente. Il 10 gennaio del 2006 Fabius si dichiara candidato all'investitura socialista per le elezioni presidenziali del 2007. Oltre a lui, sono in lizza Ségolène Royal e Dominique Strauss-Kahn. Il 16 novembre gli iscritti al Partito socialista votano il proprio candidato: per Fabius è una sonora sconfitta, raccogliendo poco più del 18% dei voti e terminando ultimo. Ségolène Royal risulta vincitrice già al primo turno con il 60% dei voti.
Il 16 maggio 2012 Laurent Fabius fu nominato ministro degli Affari esteri nel governo Ayrault: è al secondo posto dopo il Primo ministro in ordine protocollare; è anche il veterano fra i ministri in carica, essendo entrato per la prima volta nel governo il 23 maggio 1981. Il 15 aprile 2013, nel quadro della dichiarazione patrimoniale di tutti i membri del governo, Laurent Fabius dichiara di possedere un patrimonio stimato a 6,04 milioni di euro. In seguito alle dimissioni del governo Ayrault e alla nomina del nuovo Presidente del Consiglio Manuel Valls il 2 aprile 2014 Fabius è confermato agli Affari esteri nella nuova compagine governativa, aggiungendo alle sue attribuzioni ministeriali il portafoglio dello Sviluppo internazionale. Il 26 agosto 2014, è riconfermato ministro degli Affari esteri con l'ulteriore attribuzione dello Sviluppo internazionale nel secondo governo Valls.
È affetto dalla malattia di Parkinson.
Il 10 febbraio 2016 Fabius si dimette, nell'ambito di un rimpasto di governo, e il presidente della Repubblica, François Hollande, annuncia la sua decisione di nominare Laurent Fabius presidente del Consiglio costituzionale. Il 18 febbraio la nomina è ratificata dalla commissione delle leggi dell'Assemblée nationale e da quella del Senato. Il decreto di nomina è quindi firmato il 19. Fabius giura l'8 marzo 2016, entrando così in carica per un mandato di nove anni.
In politica estera sconfina più di una volta nel campo del presidente della Repubblica, in particolare quando nel 1985 incontra il vescovo sudafricano anti-apartheid Desmond Tutu e ottiene di imporre sanzioni contro il regime di Pretoria; oppure quando, sempre nel 1985, si rifiuta di ricevere generale Jaruzelski, il repressore della contestazione di Solidarność. Dopo la sconfitta della sinistra alle elezioni del 1986, lascia la guida del governo. È eletto presidente dell'Assemblée nationale nel 1988 dopo le nuove elezioni legislative successive alla rielezione di Mitterrand alla Presidenza della Repubblica; si dimette nell'aprile 1992 per assumere la guida del PSF. Tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta è impegnato in una rivalità con Lionel Jospin per ottenere la direzione del partito, che invece va a Pierre Mauroy, eletto nel maggio 1988 e al congresso di Rennes del marzo 1990. È eletto primo segretario del partito nell'aprile 1992 e lo rimarrà fino alla pesante sconfitta alle legislative del marzo 1993. Nel 1995 è eletto presidente del gruppo socialista all'Assembleé nationale. Nel 1997, dopo la vittoria socialista alle elezioni e la formazione del governo di coabitazione Lionel Jospin, è eletto per la seconda volta presidente dell'Assemblea Nazionale, carica che manterrà fino al marzo 2000. Inizialmente escluso dal governo Jospin, rientra in gioco succedendo a Christian Sautter, per breve tempo successore di Dominique Strauss-Kahn al ministero dell'economia. È quindi nominato ministro dell'economia, delle finanze e dell'industria il 27 marzo del 2000. Resta in carica fino alla sconfitta di Jospin alle elezioni presidenziali del 2002 e le successive dimissioni del governo guidato da quest'ultimo. Viene poi nominato numero due del partito (primo segretario è François Hollande) e si lancia in una linea politica profondamente caratterizzata a sinistra, rifiutando il liberalismo economico: secondo lui, è stato il rifiuto degli elettori a seguire il partito verso il liberalismo che ha portato alla disfatta delle elezioni del 2002. Nel 2004 si distingue per essere il personaggio più noto a opporsi al trattato per la Costituzione Europea. All'interno del partito questo provoca una certa tensione e una viva polemica tra gli altri partiti socialisti europei, la maggior parte dei quali schierati per il "sì". Un referendum interno agli iscritti del PSF, svoltosi nel dicembre 2004, decide però la linea del partito: il "sì" vince con il 55% dei voti. Contrariamente ad altri socialisti per il "no", che si adeguano alla disciplina di partito, Fabius e la sua corrente decidono di fare ugualmente campagna per il "no". Il referendum si tiene il 29 maggio 2005 e il "no" vince, specie tra gli elettori di sinistra e i simpatizzanti socialisti.
A seguito del risultato, la posizione di Fabius è sottoposta a diverse critiche internamente al partito. Il 4 giugno del 2005 Fabius e gli appartenenti alla sua corrente sono esclusi dalle riunioni della direzione del partito. Al congresso di Le Mans Fabius propone una mozione alternativa alla maggioranza interna, di cui pure aveva fatto parte; la mozione raccoglie il 21% dei voti, giungendo terza dietro a quella della maggioranza (54%) e quella del "Nuovo partito socialista" (24%). Accetta quindi di votare un testo che cerca di unire le varie mozioni, per evitare di diventare minoranza interna. Rifiuta peraltro di tornare nella direzione del partito, dove però tornano alcuni della sua corrente. Il 10 gennaio del 2006 Fabius si dichiara candidato all'investitura socialista per le elezioni presidenziali del 2007. Oltre a lui, sono in lizza Ségolène Royal e Dominique Strauss-Kahn. Il 16 novembre gli iscritti al Partito socialista votano il proprio candidato: per Fabius è una sonora sconfitta, raccogliendo poco più del 18% dei voti e terminando ultimo. Ségolène Royal risulta vincitrice già al primo turno con il 60% dei voti.
Il 16 maggio 2012 Laurent Fabius fu nominato ministro degli Affari esteri nel governo Ayrault: è al secondo posto dopo il Primo ministro in ordine protocollare; è anche il veterano fra i ministri in carica, essendo entrato per la prima volta nel governo il 23 maggio 1981. Il 15 aprile 2013, nel quadro della dichiarazione patrimoniale di tutti i membri del governo, Laurent Fabius dichiara di possedere un patrimonio stimato a 6,04 milioni di euro. In seguito alle dimissioni del governo Ayrault e alla nomina del nuovo Presidente del Consiglio Manuel Valls il 2 aprile 2014 Fabius è confermato agli Affari esteri nella nuova compagine governativa, aggiungendo alle sue attribuzioni ministeriali il portafoglio dello Sviluppo internazionale. Il 26 agosto 2014, è riconfermato ministro degli Affari esteri con l'ulteriore attribuzione dello Sviluppo internazionale nel secondo governo Valls.
È affetto dalla malattia di Parkinson.
Il 10 febbraio 2016 Fabius si dimette, nell'ambito di un rimpasto di governo, e il presidente della Repubblica, François Hollande, annuncia la sua decisione di nominare Laurent Fabius presidente del Consiglio costituzionale. Il 18 febbraio la nomina è ratificata dalla commissione delle leggi dell'Assemblée nationale e da quella del Senato. Il decreto di nomina è quindi firmato il 19. Fabius giura l'8 marzo 2016, entrando così in carica per un mandato di nove anni.
Places
Legal status
Functions, occupations and activities
Mandates/sources of authority
Internal structures/genealogy
General context
Relationships area
Control area
Authority record identifier
Institution identifier
Rules and/or conventions used
- Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), regola E.1.1 Denominazione di autorità.
- Sistema di datazione utilizzato per indicare le date nel record di autorità: Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), E.2.1 Date di esistenza. Normalizzazione.
Status
Final
Level of detail
Partial
Dates of creation, revision and deletion
Language(s)
Script(s)
Sources
Profilo wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Laurent_Fabius (consultato in data 27/10/2018).
Maintenance notes
Creazione: Memorie di Marca 26 ottobre 2018
Compilazione: Lucia Giagnolini 26 ottobre 2018
Compilazione: Lucia Giagnolini 26 ottobre 2018