Zone d'identification
Cote
IT ANPI-PU ANPI-PU-01
Titre
ANPI. Comitato provinciale di Pesaro e Urbino - 1944-2016 con docc. originali e in copia 1850-1882; 1902-1943
Date(s)
- 1902-2016 (Production)
Niveau de description
Fonds
Étendue matérielle et support
181 buste; 709 fascicoli cartacei; 10 registri e 4 cartelle per 30 metri lineari .
Zone du contexte
Nom du producteur
(1944 nov. 01 -)
Histoire administrative
Il Comitato provinciale dell'ANPI di Pesaro e Urbino si è costituito a Pesaro il 1 Novembre 1944. Il 29 novembre 1944 il Comitato, comunica al Sindaco del Comune di Pesaro la nascita dell'Anpi inviando copia del verbale della riunione dove, con la delibera n. 1 del 23 novembre 1944, si nomina Presidente Giuseppe Alciati, che figura nel documento ancora con il nome partigiano di “Bruno Valle”, Segretario Alfio Mauri e Cassiere Siro Lupieri. Alla riunione del Comitato provvisorio sono presenti anche rappresentanti delle tre Brigate partigiane della provincia: Ottavio Ricci, Roberto Carrara, Siro Lupieri, Aldo Carboni, Giuseppe Mari, Urbano Vampa, Manna e Adolfo Andreoni e due appartenenti al Comitato di liberazione nazionale (Armando Lugli per il Partito d’Azione e Cesare Del Vecchio per il Partito socialista).
Con una successiva delibera, la n. 2 del 29 novembre 1944, si costituisce il Comitato di assistenza ai partigiani e la Presidenza viene assegnata al Sindaco del Comune di Pesaro. L'ANPI avvia la sua attività con lo scopo di contribuire all'opera della ricostruzione e di assistenza alle popolazioni più bisognose, affiancandosi all'attività delle autorità italiane e alleate.
Successivamente nei mesi di novembre e dicembre 1944 si organizzano le Sezioni comunali e sotto sezioni nei comuni più grandi e si vivacizza la campagna per incrementare le domande di iscrizione all'ANPI. In breve tempo gli iscritti all'Associazione raggiungono il numero di 2.200 di cui 1.800 riceveranno in seguito il riconoscimento di Partigiani e Patrioti dalla Commissione regionale marchigiana. Parallelamente al lavoro per completare e migliorare l'organizzazione interna dell'Associazione, l'ANPI dà avvio ad una serie di iniziative inerenti la ricostruzione, l'assistenza e la valorizzazione della Resistenza, oltre ad attività politiche, culturali e sportive. L'ANPI provinciale è stata infatti fin dalla sua costituzione molto attiva a fornire sostegno materiale e morale dei partigiani e a mantenere viva nel contesto sociale, politico e culturale la memoria del contributo degli antifascisti alla liberazione dal nazifascismo.
L’attività di assistenza ai partigiani e alle loro famiglie inizia subito nei primi mesi dopo la liberazione grazie al ruolo che viene riconosciuto all'Anpi, a partire dal D.l. n. 319 del 9 novembre 1944, che aveva istituito la "Commissione nazionale per i patrioti dell'Italia Liberata”.
Con il Decreto legge n. 110 del 1 marzo 1945 viene costituito l'Alto Commissariato per i reduci per provvedere all'assistenza morale e materiale, al reinserimento nel contesto sociale e professionale dei militari, ex internati e patrioti, dove nello specifico, all'Art. 5, si prevedeva che le azioni previste dal Decreto legge dovessero essere svolte per mezzo dell'Associazione nazionale combattenti, dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (ANPI) e delle altre istituzioni ed enti esistenti, secondo le rispettive competenze.
Alla luce del Decreto legge viene costituito a Pesaro nel maggio 1945 il "Comitato Assistenza Reduci"sotto la presidenza del Prefetto. Il contributo dell'ANPI riguarda il trasferimento dei reduci provenienti dalla Germania e l’allestimento di alloggi e mense per i reduci in transito.
L’attività assistenziale svolta dall'Anpi comprende anche la realizzazione dell’Ospedale del Reduce, finanziato inizialmente dalla Prefettura e, dal 1 gennaio 1946, gestito direttamente dall'Anpi. L'Ospedale forniva un'assistenza ambulatoriale, a cui venivano sottoposti tutti i reduci, al loro rientro con una prima visita di controllo; l’assistenza, fornita dai medici e farmacisti gratuitamente, ai reduci sul territorio provinciale; il ricovero nell'ospedale, capace di circa 200 posti letto, dei più gravi indirizzati dai Sindaci della provincia; l’assistenza specialistica, fornita dai professionisti di Pesaro, mediante convenzione a tariffe molto modeste.
Fra le attività a sostegno dell’occupazione si deve all'Anpi la costituzione della Cooperativa edilizia "La Patriottica" nata con l'intento di fornire lavoro e costruire case agli stessi soci della cooperativa.
Un’altra importante attività intrapresa dal Comitato provinciale riguarda la bonifica del territorio minato della Valle del Foglia.
Fra le attività che l'Anpi svolge per incarico delle istituzioni rientra anche il servizio annonario, alle dipendenze della Questura di Pesaro, attraverso una squadra annonaria con il compito di effettuare sopralluoghi e controlli nei mulini, nei frantoi e nei granai. Il servizio viene affidato ad agenti scelti tra i partigiani e reduci.
Nella relazione manoscritta, allegata al registro dei verbali, dal titolo “Attività dell'ANPI di Pesaro nel periodo successivo alla Liberazione" si trova dettagliatamente descritta l’attività di assistenza rivolta ai partigiani e alle loro famiglie in particolare stato di bisogno che si trovavano in difficoltà economiche o alle famiglie disastrate dalle rappresaglie tedesche o fasciste fin dai primissimi giorni dalla sua costituzione.
L'elargizione di sussidi e la distribuzione di capi di vestiario veniva decisa dal Comitato di assistenza dopo attento esame della documentazione e valutazione della situazione economica degli interessati. Gli assistiti nella zona di Pesaro nei primi mesi dopo la Liberazione sono numerosi; ad essi si aggiungono gli assistiti delle varie Sezioni su cui il Comitato di assistenza svolge un’azione di controllo. I fondi per l'assistenza vengono reperiti anche attraverso sovvenzioni volontarie da parte di persone più facoltose, dal ricavato di attività ricreative e a carattere sportivo e dagli stanziamenti di Enti pubblici.
Nei primi mesi dalla sua costituzione è anche attiva la propaganda per l'arruolamento dei volontari nel Corpo italiano di liberazione. E' un'attività che porterà ad un numero consistente di arruolati nel CIL, soprattutto ex partigiani, per i quali la liberazione della provincia pesarese e l'attacco alla Linea Gotica aveva costituito il preludio alla fine della guerra in Italia e in Europa.
Con la liberazione, fin dal novembre 1944, l'attività principale dell'ANPI provinciale è rivolta al riconoscimento della qualifica di "partigiano", ovvero all'identificazione di chi avesse titolo a far parte dell'Associazione e a goderne dei benefici anche economici. Il ruolo di "certificatore" per l'ANPI era stato formalizzato dopo il 14 agosto 1944 quando il CLNAI aveva dichiarato nulli tutti i riconoscimenti rilasciati dai comandi partigiani. Dalla fine del 1944 successivi atti legislativi regolano il riconoscimento delle qualifiche, definiscono le forme di assistenza ai patrioti e ai partigiani e confermano il ruolo istituzionale dell'ANPI.
Infatti, dopo il Decreto Legge n. 319 del 9 novembre 1944, che aveva istituito la Commissione nazionale per i patrioti dell'Italia liberata e il decreto legge n. 110 del 1 marzo 1945 che prevedeva la costituzione dell'Alto Commissariato per i reduci, con il Decreto Legge n. 158 del 5 aprile 1945 si unificano le due Commissioni prevedendo una presenza maggioritaria di componenti appartenenti all'Anpi. L’articolo 3 prevede infatti che la Commissione istituita a Roma dovesse essere presieduta da un rappresentante dell’ANPI e composta da dieci componenti, di cui due ufficiali delle Forze armate, sei designati dall'Associazione nazionale partigiani d'Italia, un rappresentante dell'Associazione nazionale dei combattenti e un rappresentante dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra.
Con il D.l. n. 224 del 5 aprile 1945 l'Anpi viene inoltre riconosciuta Ente morale e riconosciuta la personalità giuridica. Lo Statuto, approvato con il Decreto legge, ammetteva l'iscrizione all'Anpi come soci effettivi solo ai partigiani combattenti, ma prevedeva il riconoscimento di coloro che avessero compiuto atti di particolare coraggio senza le armi.
Infine con il Decreto legge n. 518 del 21 giugno 1945 viene razionalizzata per legge la materia del riconoscimento delle qualifiche partigiane, si conferma la centralità dell'Anpi quale garante del corretto svolgimento delle procedure e si sancisce l'acquisizione del termine "partigiano" nella regolamentazione giuridica, definendone le varie tipologie in ragione dei diversi teatri di guerra e ai compiti svolti.
Dopo il primo anno dalla sua costituzione, quando l’attività è soprattutto rivolta all'assistenza materiale ai partigiani e alle pratiche di riconoscimento e, dopo un primo appuntamento congressuale, tenuto nel gennaio 1945, nel settembre 1946 si tiene il I Congresso dell'ANPI provinciale. Nel 1947 si segnala il Convegno della corrente garibaldina e due congressi, il 2. e il 3., ambedue nel 1948, dove agli aspetti organizzativi e associativi si aggiungono i temi politici che troveranno ampia rilevanza nel Convegno provinciale dei partigiani tenuto a Pesaro nel Salone della repubblica del Teatro Rossini il 18 dicembre 1949 dedicato alla difesa della Costituzione e dei valori della Resistenza.
Dopo Giuseppe Alciati, la presidenza, dal 1948 al 1956, passa a Erivo Ferri e l’intensa attività prosegue negli anni Cinquanta e Sessanta con la segreteria di Roberto Carrara (1948-1960) e con quella di Renato Ortolani, ma rallenta poi con la sua morte, nel 1971. Siro Lupieri infatti, nel febbraio del 1972, segnala con una lettera (che si conserva fra la sua corrispondenza) alla Segreteria della Federazione del PCI di Pesaro la cessazione dell'attività e le difficoltà economiche per mantenere la sede e sollecita l'interesse del partito per individuare una possibile soluzione.
La ripresa dell'attività dell'ANPI provinciale si ha a partire dall'Assemblea degli iscritti, tenuta a Pesaro il 1 ottobre 1979, seguita dopo pochi mesi dal Congresso provinciale del 23 marzo 1980. Il Comitato provinciale eletto al Congresso nomina Carlo Paladini Presidente e Renato Pezzolesi Segretario. Con il nuovo Comitato provinciale si aprono due decenni di intensa attività che vedono l’ANPI protagonista nel contesto politico e culturale della Provincia. L’ANPI recupera un ruolo privilegiato nei rapporti con gli enti locali, in particolare con la Provincia, grazie al quale le celebrazioni degli eventi della guerra di liberazione ottengono un riconoscimento istituzionale così come emerge dalla ricca documentazione relativa alle celebrazione del 40. e del 50. della Liberazione.
La valorizzazione del contributo dei partigiani alla Liberazione e la tutela dell'onore contro forme di vilipendio e speculazione sono obiettivi prioritari per l'Anpi fin dalla sua costituzione, per questo motivo grande attenzione viene indirizzata verso la conservazione della memoria e la promozione degli studi rivolti a mettere in rilievo il ruolo dei partigiani nella guerra di liberazione. Nel 1950 nell'ambito di un Convegno nazionale dedicato alla storia della Resistenza Pajetta aveva posto il problema degli archivi e della conservazione dei materiali a fini storici, proponendo l'istituzione di una Commissione per la storia della Resistenza per la raccolta di “memorie” e la raccolta e selezione dei documenti.
Su questa linea d'azione l'Anpi provinciale, con gli anni Ottanta, in aggiunta alle iniziative rievocative degli eventi resistenziali, avvia una importante attività di ricerca storica, con la collaborazione dell’Istituto storico, promuovendo studi, convegni, mostre e pubblicazioni che, grazie alla partecipazione di studiosi italiani e stranieri, costituiscono un fondamentale contributo per la storia politica, economica, militare e sociale del territorio provinciale.
Questa attività ha prodotto la pubblicazione di ricerche storiche sia con taglio scientifico che divulgativo. Tra l'attività degli anni Ottanta sono da segnalare i sei volumi dei quaderni storici IDERS composti di saggi miscellanei che spaziano su vari aspetti della storia del Novecento nella provincia e il volume curato da Giorgio Rochat, Enzo Santarelli e Paolo Sorcinelli: “Linea Gotica 1944. Eserciti, popolazioni, partigiani”, pubblicato dall'editore Franco Angeli nel 1986, che si è servito di un notevole apparato documentario sia nazionale che estero acquisito nel corso delle ricerche realizzate per il Convegno internazionale: “Linea Gotica 1944” del settembre 1984.
Con gli anni Novanta, l'attività editoriale si è ulteriormente intensificata con la creazione, presso la casa editrice CLUEB di Bologna, della collana “Cerchi concentrici”. I testi della collana spaziano dalla Prima guerra mondiale al fascismo e dalla Resistenza alla ripresa democratica, oltre alla realizzazione del periodico dell'Anpi provinciale di Pesaro e Urbino "Memoria Viva".
A partire dagli anni Ottanta l’Anpi insieme all'Istituto rivolge una particolare attenzione al mondo della scuola, svolgendo una importante attività di aggiornamento per gli insegnanti delle scuole elementari e medie anche attraverso un progetto di didattica che utilizzava metodologie e linguaggi differenti. L’iniziativa, nata nel 1982 come “La didattica della storia contemporanea come ricerca”, ha coinvolto centinaia di classi di tutta la provincia.
Con la fine degli anni Ottanta si inaspriscono i contrasti fra la Presidenza di Carlo Paladini e l’Istituto storico e, con il Congresso del 1991, la Presidenza passa a Sandro Severi e la Segreteria a Sebastiano Presti. Con le dimissioni di Severi la Presidenza passa a Giovanni Bischi.
Nell'ultimo decennio l’attività istituzionale dell'Anpi in occasione delle rievocazioni degli eventi legati alla Resistenza e alla Liberazione, è proseguita sia autonomamente sia in collaborazione con l'ISCOP e con la Biblioteca Vittorio Bobbato con convegni, incontri e presentazioni di libri e anche attraverso la valorizzazione del proprio patrimonio documentario. In particolare sono da segnalare le esposizioni dei manifesti che rappresentano una importante testimonianza a partire dagli anni del primo dopoguerra.
La sede dell'Associazione fino al 1946 è a Pesaro in Via Diaz, al n. 7, nel 1950 viene utilizzata anche Via Mazzini al n. 10 come magazzino e nel 1969 la sede si sposta in via Mazzini al civico 49. Negli anni Settanta e fino al 2000 la sede è stata condivisa con l’Istituto storico della resistenza (oggi ISCOP) in Piazzetta Baviera e, successivamente alla separazione dall'Istituto, è stata trasferita nel 2004 in Viale della Vittoria al n. 127 in spazi autonomi. Nel 2019 la sede si è di nuovo trasferita in via Gramsci presso l'Amministrazione provinciale.
Con una successiva delibera, la n. 2 del 29 novembre 1944, si costituisce il Comitato di assistenza ai partigiani e la Presidenza viene assegnata al Sindaco del Comune di Pesaro. L'ANPI avvia la sua attività con lo scopo di contribuire all'opera della ricostruzione e di assistenza alle popolazioni più bisognose, affiancandosi all'attività delle autorità italiane e alleate.
Successivamente nei mesi di novembre e dicembre 1944 si organizzano le Sezioni comunali e sotto sezioni nei comuni più grandi e si vivacizza la campagna per incrementare le domande di iscrizione all'ANPI. In breve tempo gli iscritti all'Associazione raggiungono il numero di 2.200 di cui 1.800 riceveranno in seguito il riconoscimento di Partigiani e Patrioti dalla Commissione regionale marchigiana. Parallelamente al lavoro per completare e migliorare l'organizzazione interna dell'Associazione, l'ANPI dà avvio ad una serie di iniziative inerenti la ricostruzione, l'assistenza e la valorizzazione della Resistenza, oltre ad attività politiche, culturali e sportive. L'ANPI provinciale è stata infatti fin dalla sua costituzione molto attiva a fornire sostegno materiale e morale dei partigiani e a mantenere viva nel contesto sociale, politico e culturale la memoria del contributo degli antifascisti alla liberazione dal nazifascismo.
L’attività di assistenza ai partigiani e alle loro famiglie inizia subito nei primi mesi dopo la liberazione grazie al ruolo che viene riconosciuto all'Anpi, a partire dal D.l. n. 319 del 9 novembre 1944, che aveva istituito la "Commissione nazionale per i patrioti dell'Italia Liberata”.
Con il Decreto legge n. 110 del 1 marzo 1945 viene costituito l'Alto Commissariato per i reduci per provvedere all'assistenza morale e materiale, al reinserimento nel contesto sociale e professionale dei militari, ex internati e patrioti, dove nello specifico, all'Art. 5, si prevedeva che le azioni previste dal Decreto legge dovessero essere svolte per mezzo dell'Associazione nazionale combattenti, dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (ANPI) e delle altre istituzioni ed enti esistenti, secondo le rispettive competenze.
Alla luce del Decreto legge viene costituito a Pesaro nel maggio 1945 il "Comitato Assistenza Reduci"sotto la presidenza del Prefetto. Il contributo dell'ANPI riguarda il trasferimento dei reduci provenienti dalla Germania e l’allestimento di alloggi e mense per i reduci in transito.
L’attività assistenziale svolta dall'Anpi comprende anche la realizzazione dell’Ospedale del Reduce, finanziato inizialmente dalla Prefettura e, dal 1 gennaio 1946, gestito direttamente dall'Anpi. L'Ospedale forniva un'assistenza ambulatoriale, a cui venivano sottoposti tutti i reduci, al loro rientro con una prima visita di controllo; l’assistenza, fornita dai medici e farmacisti gratuitamente, ai reduci sul territorio provinciale; il ricovero nell'ospedale, capace di circa 200 posti letto, dei più gravi indirizzati dai Sindaci della provincia; l’assistenza specialistica, fornita dai professionisti di Pesaro, mediante convenzione a tariffe molto modeste.
Fra le attività a sostegno dell’occupazione si deve all'Anpi la costituzione della Cooperativa edilizia "La Patriottica" nata con l'intento di fornire lavoro e costruire case agli stessi soci della cooperativa.
Un’altra importante attività intrapresa dal Comitato provinciale riguarda la bonifica del territorio minato della Valle del Foglia.
Fra le attività che l'Anpi svolge per incarico delle istituzioni rientra anche il servizio annonario, alle dipendenze della Questura di Pesaro, attraverso una squadra annonaria con il compito di effettuare sopralluoghi e controlli nei mulini, nei frantoi e nei granai. Il servizio viene affidato ad agenti scelti tra i partigiani e reduci.
Nella relazione manoscritta, allegata al registro dei verbali, dal titolo “Attività dell'ANPI di Pesaro nel periodo successivo alla Liberazione" si trova dettagliatamente descritta l’attività di assistenza rivolta ai partigiani e alle loro famiglie in particolare stato di bisogno che si trovavano in difficoltà economiche o alle famiglie disastrate dalle rappresaglie tedesche o fasciste fin dai primissimi giorni dalla sua costituzione.
L'elargizione di sussidi e la distribuzione di capi di vestiario veniva decisa dal Comitato di assistenza dopo attento esame della documentazione e valutazione della situazione economica degli interessati. Gli assistiti nella zona di Pesaro nei primi mesi dopo la Liberazione sono numerosi; ad essi si aggiungono gli assistiti delle varie Sezioni su cui il Comitato di assistenza svolge un’azione di controllo. I fondi per l'assistenza vengono reperiti anche attraverso sovvenzioni volontarie da parte di persone più facoltose, dal ricavato di attività ricreative e a carattere sportivo e dagli stanziamenti di Enti pubblici.
Nei primi mesi dalla sua costituzione è anche attiva la propaganda per l'arruolamento dei volontari nel Corpo italiano di liberazione. E' un'attività che porterà ad un numero consistente di arruolati nel CIL, soprattutto ex partigiani, per i quali la liberazione della provincia pesarese e l'attacco alla Linea Gotica aveva costituito il preludio alla fine della guerra in Italia e in Europa.
Con la liberazione, fin dal novembre 1944, l'attività principale dell'ANPI provinciale è rivolta al riconoscimento della qualifica di "partigiano", ovvero all'identificazione di chi avesse titolo a far parte dell'Associazione e a goderne dei benefici anche economici. Il ruolo di "certificatore" per l'ANPI era stato formalizzato dopo il 14 agosto 1944 quando il CLNAI aveva dichiarato nulli tutti i riconoscimenti rilasciati dai comandi partigiani. Dalla fine del 1944 successivi atti legislativi regolano il riconoscimento delle qualifiche, definiscono le forme di assistenza ai patrioti e ai partigiani e confermano il ruolo istituzionale dell'ANPI.
Infatti, dopo il Decreto Legge n. 319 del 9 novembre 1944, che aveva istituito la Commissione nazionale per i patrioti dell'Italia liberata e il decreto legge n. 110 del 1 marzo 1945 che prevedeva la costituzione dell'Alto Commissariato per i reduci, con il Decreto Legge n. 158 del 5 aprile 1945 si unificano le due Commissioni prevedendo una presenza maggioritaria di componenti appartenenti all'Anpi. L’articolo 3 prevede infatti che la Commissione istituita a Roma dovesse essere presieduta da un rappresentante dell’ANPI e composta da dieci componenti, di cui due ufficiali delle Forze armate, sei designati dall'Associazione nazionale partigiani d'Italia, un rappresentante dell'Associazione nazionale dei combattenti e un rappresentante dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra.
Con il D.l. n. 224 del 5 aprile 1945 l'Anpi viene inoltre riconosciuta Ente morale e riconosciuta la personalità giuridica. Lo Statuto, approvato con il Decreto legge, ammetteva l'iscrizione all'Anpi come soci effettivi solo ai partigiani combattenti, ma prevedeva il riconoscimento di coloro che avessero compiuto atti di particolare coraggio senza le armi.
Infine con il Decreto legge n. 518 del 21 giugno 1945 viene razionalizzata per legge la materia del riconoscimento delle qualifiche partigiane, si conferma la centralità dell'Anpi quale garante del corretto svolgimento delle procedure e si sancisce l'acquisizione del termine "partigiano" nella regolamentazione giuridica, definendone le varie tipologie in ragione dei diversi teatri di guerra e ai compiti svolti.
Dopo il primo anno dalla sua costituzione, quando l’attività è soprattutto rivolta all'assistenza materiale ai partigiani e alle pratiche di riconoscimento e, dopo un primo appuntamento congressuale, tenuto nel gennaio 1945, nel settembre 1946 si tiene il I Congresso dell'ANPI provinciale. Nel 1947 si segnala il Convegno della corrente garibaldina e due congressi, il 2. e il 3., ambedue nel 1948, dove agli aspetti organizzativi e associativi si aggiungono i temi politici che troveranno ampia rilevanza nel Convegno provinciale dei partigiani tenuto a Pesaro nel Salone della repubblica del Teatro Rossini il 18 dicembre 1949 dedicato alla difesa della Costituzione e dei valori della Resistenza.
Dopo Giuseppe Alciati, la presidenza, dal 1948 al 1956, passa a Erivo Ferri e l’intensa attività prosegue negli anni Cinquanta e Sessanta con la segreteria di Roberto Carrara (1948-1960) e con quella di Renato Ortolani, ma rallenta poi con la sua morte, nel 1971. Siro Lupieri infatti, nel febbraio del 1972, segnala con una lettera (che si conserva fra la sua corrispondenza) alla Segreteria della Federazione del PCI di Pesaro la cessazione dell'attività e le difficoltà economiche per mantenere la sede e sollecita l'interesse del partito per individuare una possibile soluzione.
La ripresa dell'attività dell'ANPI provinciale si ha a partire dall'Assemblea degli iscritti, tenuta a Pesaro il 1 ottobre 1979, seguita dopo pochi mesi dal Congresso provinciale del 23 marzo 1980. Il Comitato provinciale eletto al Congresso nomina Carlo Paladini Presidente e Renato Pezzolesi Segretario. Con il nuovo Comitato provinciale si aprono due decenni di intensa attività che vedono l’ANPI protagonista nel contesto politico e culturale della Provincia. L’ANPI recupera un ruolo privilegiato nei rapporti con gli enti locali, in particolare con la Provincia, grazie al quale le celebrazioni degli eventi della guerra di liberazione ottengono un riconoscimento istituzionale così come emerge dalla ricca documentazione relativa alle celebrazione del 40. e del 50. della Liberazione.
La valorizzazione del contributo dei partigiani alla Liberazione e la tutela dell'onore contro forme di vilipendio e speculazione sono obiettivi prioritari per l'Anpi fin dalla sua costituzione, per questo motivo grande attenzione viene indirizzata verso la conservazione della memoria e la promozione degli studi rivolti a mettere in rilievo il ruolo dei partigiani nella guerra di liberazione. Nel 1950 nell'ambito di un Convegno nazionale dedicato alla storia della Resistenza Pajetta aveva posto il problema degli archivi e della conservazione dei materiali a fini storici, proponendo l'istituzione di una Commissione per la storia della Resistenza per la raccolta di “memorie” e la raccolta e selezione dei documenti.
Su questa linea d'azione l'Anpi provinciale, con gli anni Ottanta, in aggiunta alle iniziative rievocative degli eventi resistenziali, avvia una importante attività di ricerca storica, con la collaborazione dell’Istituto storico, promuovendo studi, convegni, mostre e pubblicazioni che, grazie alla partecipazione di studiosi italiani e stranieri, costituiscono un fondamentale contributo per la storia politica, economica, militare e sociale del territorio provinciale.
Questa attività ha prodotto la pubblicazione di ricerche storiche sia con taglio scientifico che divulgativo. Tra l'attività degli anni Ottanta sono da segnalare i sei volumi dei quaderni storici IDERS composti di saggi miscellanei che spaziano su vari aspetti della storia del Novecento nella provincia e il volume curato da Giorgio Rochat, Enzo Santarelli e Paolo Sorcinelli: “Linea Gotica 1944. Eserciti, popolazioni, partigiani”, pubblicato dall'editore Franco Angeli nel 1986, che si è servito di un notevole apparato documentario sia nazionale che estero acquisito nel corso delle ricerche realizzate per il Convegno internazionale: “Linea Gotica 1944” del settembre 1984.
Con gli anni Novanta, l'attività editoriale si è ulteriormente intensificata con la creazione, presso la casa editrice CLUEB di Bologna, della collana “Cerchi concentrici”. I testi della collana spaziano dalla Prima guerra mondiale al fascismo e dalla Resistenza alla ripresa democratica, oltre alla realizzazione del periodico dell'Anpi provinciale di Pesaro e Urbino "Memoria Viva".
A partire dagli anni Ottanta l’Anpi insieme all'Istituto rivolge una particolare attenzione al mondo della scuola, svolgendo una importante attività di aggiornamento per gli insegnanti delle scuole elementari e medie anche attraverso un progetto di didattica che utilizzava metodologie e linguaggi differenti. L’iniziativa, nata nel 1982 come “La didattica della storia contemporanea come ricerca”, ha coinvolto centinaia di classi di tutta la provincia.
Con la fine degli anni Ottanta si inaspriscono i contrasti fra la Presidenza di Carlo Paladini e l’Istituto storico e, con il Congresso del 1991, la Presidenza passa a Sandro Severi e la Segreteria a Sebastiano Presti. Con le dimissioni di Severi la Presidenza passa a Giovanni Bischi.
Nell'ultimo decennio l’attività istituzionale dell'Anpi in occasione delle rievocazioni degli eventi legati alla Resistenza e alla Liberazione, è proseguita sia autonomamente sia in collaborazione con l'ISCOP e con la Biblioteca Vittorio Bobbato con convegni, incontri e presentazioni di libri e anche attraverso la valorizzazione del proprio patrimonio documentario. In particolare sono da segnalare le esposizioni dei manifesti che rappresentano una importante testimonianza a partire dagli anni del primo dopoguerra.
La sede dell'Associazione fino al 1946 è a Pesaro in Via Diaz, al n. 7, nel 1950 viene utilizzata anche Via Mazzini al n. 10 come magazzino e nel 1969 la sede si sposta in via Mazzini al civico 49. Negli anni Settanta e fino al 2000 la sede è stata condivisa con l’Istituto storico della resistenza (oggi ISCOP) in Piazzetta Baviera e, successivamente alla separazione dall'Istituto, è stata trasferita nel 2004 in Viale della Vittoria al n. 127 in spazi autonomi. Nel 2019 la sede si è di nuovo trasferita in via Gramsci presso l'Amministrazione provinciale.
Histoire archivistique
La valorizzazione del contributo dei partigiani alla Liberazione e la tutela dell'onore contro forme di vilipendio e speculazione sono obiettivi prioritari per l'Anpi fin dalla sua costituzione, per questo motivo grande attenzione viene indirizzata verso la conservazione della memoria e la promozione degli studi rivolti a mettere in rilievo il ruolo dei partigiani nella guerra di Liberazione. già nel 1950, nell'ambito del Convegno per la storia della Resistenza, organizzato dall'Anpi nazionale, viene posto il problema degli archivi e della conservazione dei materiali a fini storici, proponendo l'istituzione di una Commissione per la storia della Resistenza per la raccolta di “memorie” e la conservazione dei documenti.
Il Comitato provinciale di Pesaro, a partire dai primi mesi dalla sua costituzione, per la rilevanza ai fini assistenziali e pensionistici del riconoscimento della qualifica di partigiano, raccoglie le relazioni prodotte dai comandanti partigiani delle diverse formazioni militari corredate con gli elenchi dei partigiani e cura l’archiviazione e la conservazione dei fascicoli personali dei partigiani. La corrispondenza degli anni Quaranta si trova quasi integra, spesso corredata da registri di protocollo, così come la documentazione contabile con le prime note e alcuni registri.
Ma è con la ripresa dell’attività dell’Associazione nel 1980, grazie soprattutto al Segretario Renato Pezzolesi che rivolge grande attenzione all'archiviazione delle pratiche correnti, che si costituisce l’Archivio storico, riordinando la documentazione storica che con grande meticolosità si comincia a recuperare anche da partiti, associazioni e privati.
La documentazione dell'Archivio storico copre un arco cronologico che va dalla sua costituzione, il 1 novembre 1944, ai primi anni 2000, ma comprende anche documenti, prodotti dalle formazioni partigiane e dai comandanti dal luglio 1943. Sono inoltre presenti documenti originali, di altri soggetti produttori degli anni Trenta e Quaranta. Fra questi i fascicoli personali dell'Amministrazione penitenziaria di perseguitati politici (Fastiggi e Carrara), la cui provenienza non è accertata. Sappiamo invece, dalle relazioni dei Comandanti delle Brigate, che nel corso degli assalti alle caserme della Guardia nazionale repubblicana venivano prelevati documenti indispensabili per la guerra partigiana, così come si conosce l'origine della "Carta delle bande" tedesca del 1944, presa a un ufficiale tedesco ucciso in un'azione a Fermignano. Altra documentazione originale, della Prefettura e della Questura, fonti orali testimoniano che possa essere stata recuperata nei giorni successivi alla Liberazione quando, nel caos derivato dall'arrivo a Pesaro degli Alleati e dei Partigiani, dagli uffici le carte venivano buttate via e quindi poi recuperate e conservate. La stessa presenza di dipendenti di queste amministrazioni nelle formazioni partigiane può forse spiegare la provenienza di parte di questa documentazione. Fra la documentazione originale l'Archivio conserva le carte, in alcuni casi anche personali, depositate dai Partigiani che hanno svolto un ruolo nelle strutture periferiche dell'Anpi e documentazione delle Sezioni Anpi dei comuni della provincia.
La maggior parte della documentazione di altri soggetti produttori, anche del sec. XIX, è riprodotta ed è stata acquisita nel corso di progetti di ricerca che l'Anpi, in collaborazione con l'Istituto storico della Resistenza, ha condotto a partire dal 1980. Acquisizione, riproduzione e conservazione della documentazione storica sull’antifascismo, sulla Resistenza e infine sulla storia della frazione di Villa Fastiggi sono obiettivi prioritari per l’ANPI che, fra l’altro, si arricchisce con imponenti raccolte fotografiche relative alla provincia, provenienti dall’Imperial War Museum di Londra e con la raccolta di testimonianze orali e la trascrizione di memorie dei protagonisti della Resistenza e dell’antifascismo.
L’archivio, a partire dai primi anni Ottanta, è stato oggetto di parziali interventi di riordino che hanno preso in considerazione alcune serie, ad esempio la corrispondenza degli anni Quaranta e Cinquanta, e alcuni piccoli fondi tematici. L’elenco dei fondi trattati con una descrizione sommaria, estremi cronologici e consistenza figurano in: Ministero per i beni culturali e ambientali, Guida agli archivi della Resistenza, Roma 1983, p. 845-846; e in: “Rassegna degli archivi di stato”, 2 (2006) n.1-2, p. 484-487.
Di un successivo intervento di riordino si ha invece traccia solo nei titoli e nelle note di contenuto presenti sulle camice dei fascicoli di Personalità della Resistenza e dell'Antifascismo.
Il complesso archivistico conservato dall’ANPI, riconosciuto di interesse storico di particolare rilevanza e sottoposto alla disciplina del D. l. 42/2004, comprende, oltre l’Archivio del Comitato provinciale, anche l’insieme dei fondi archivistici acquisiti nel corso della politica di recupero della documentazione storica del Novecento, di questi sono stati riconosciuti: il fondo della Sezione ANPI “Giannetto Dini” di Fano; il fondo del Comitato partigiani della pace; il fondo del Partito monarchico italiano; il fondo del Corpo italiano di liberazione e il fondo dell’Associazione nazionale perseguitati politici italiani.
La documentazione oggetto del riordino del 2017 si estende su 30 metri lineari ed è formata dai fondi archivistici del Comitato provinciale ANPI e della Sezione ANPI “Giannetto Dini” di Fano e copre un arco cronologico che va dal 1943 al 2005, con carte originali degli anni Trenta e alcuni fascicoli dal 2006 al 2016.
La documentazione, al momento del riordino, si presentava condizionata in faldoni e raccoglitori, di cui alcuni risalenti al primo intervento dell’inizio degli anni Ottanta, altri risalenti a successivi interventi quando, probabilmente perché deteriorati, erano stati sostituiti i faldoni originali con altri di varie tipologie. Purtroppo in qualche caso le carte degli anni Quaranta sono state forate e inserite in raccoglitori ad anelli. Per la Serie relativa alle Celebrazioni degli eventi resistenziali la documentazione, organizzata per evento ed anno, si trovava invece condizionata in cartelline e valigette di plastica di diverso spessore e dimensione. Un’altra parte della documentazione, condizionata in cartelline sospese in un mobile a cassetti, era invece ordinata alfabeticamente secondo un metodo classificatorio per nomi di persona, soggetti e luoghi.
Questa consistente parte dell’Archivio fa riferimento all'archivio, creato da Renato Pezzolesi a partire dagli anni Ottanta nella sede di Piazzetta Baviera, poi collocato nel 2004 nella sede di Viale della Vittoria in un mobile a 12 cassetti. I fascicoli, ordinati alfabeticamente, erano stati condizionati in cartelle sospese, suddivisi in categorie: "Protagonisti Resistenza"; "Anagrafe storia Comuni"; "Militare"; "Partiti"; "Sindacati" e successivamente parzialmente descritti, sotto la guida di Pezzolesi, da Albano Diotalevi, obiettore di coscienza presso l'Anpi. Di fatto svolgeva la funzione di "archivio corrente" per la gestione di pratiche relative a richieste di riconoscimento della qualifica di partigiano a fini previdenziali e pensionistici o per l'organizzazione di cerimonie, ma con il tempo e soprattutto quando Pezzolesi lascia la Segreteria per occuparsi delle ricerche su Villa Fastiggi, diventa un contenitore organizzato alfabeticamente dove vengono accumulati documenti funzionali anche alle ricerche storiche. Nei fascicoli compaiono spesso carte provenienti dall'Archivio storico, troviamo infatti corrispondenza protocollata e documenti originali riferiti ad eventi e persone legati al periodo della guerra partigiana e del primo dopoguerra, quando la documentazione era funzionale alla gestione delle pratiche. Questa prima classificazione originaria non ha mantenuto coerenza nel tempo e fra i protagonisti della Resistenza si trovavano esponenti della cultura, dello sport e della politica della provincia; cosi come fra le categorie: Militari, Partiti e Sindacati comparivano ad esempio fascicoli denominati "Ebrei", "Quartieri pesaresi", così come "Posta da evadere" o "Didascalie Linea Gotica", "Mafie", "Chiesa" e naturalmente "Varie". Nel corso del riordino si sono rinominate le categorie con denominazioni coerenti con la documentazione contenuta. Pertanto si è creata una Serie: “Personalità della Resistenza e dell'Antifascismo”, mentre “Sezioni ANPI” sostituisce "Anagrafe storia Comuni" poiché in ogni fascicolo è conservata documentazione delle Sezioni Anpi con corrispondenza ed elenchi di partigiani; è stata creata una sezione "Rassegna stampa” in cui sono stati ricondotti i fascicoli tematici che contengono esclusivamente o prevalentemente rassegna stampa, opuscoli e volantini originali o riprodotti, la Serie è stata riordinata cronologicamente. Infine il grande complesso documentario comprensivo di carte riprodotte o originali di altri soggetti produttori insieme alla trascrizione di interviste orali ai protagonisti della Resistenza è stata ricondotta ad una serie "Documenti e testimonianze" ordinata cronologicamente.
Complessivamente gli interventi di riordino e le manomissioni di alcune carte e fascicoli, per le esigenze di ufficio o per la ricerca storica, non hanno comportato la completa disgregazione dell’Archivio lasciando le serie principali (Congressi, corrispondenza, anagrafe e amministrazione) abbastanza integre e identificabili, pertanto nella creazione della struttura dell’inventario si è cercato di restituire con le serie I'ordine originario. Attraverso la storia, le funzioni dell’Associazione e gli atti formali e legislativi, si è cercato di comprendere le modalità di produzione delle carte, il lavoro degli uffici e i criteri secondo i quali l’archivio è stato organizzato, tenendo conto degli interventi di ordinamento e dei trasferimenti delle carte nel corso dei traslochi della sede.
La descrizione dei fascicoli è stata realizzata utilizzando la Piattaforma Memorie di Marca che già ospita altri archivi di organizzazioni e personalità politiche della seconda metà del Novecento e che consente la navigazione attraverso accessi per nomi e luoghi in tutti i complessi documentari. La Piattaforma inoltre ospita anche il Fondo Mari, personalità di spicco della Resistenza e del mondo politico della provincia. Giuseppe Mari è stato Comandante del 2. Battaglione della 5. Brigata Garibaldi "Pesaro" e Segretario dell'Anpi dalla sua costituzione fino agli anni Sessanta e ha continuato a frequentare l'Anpi attivamente per tutta la vita. Per la storia della Resistenza nelle Marche i suoi libri rappresentano inoltre una fonte fondamentale. La sua attività è quindi strettamente legata all'Anpi e i due fondi archivistici sono collegati attraverso i documenti presenti nel Fondo Mari che sono prodotti dall'Anpi, corrispondenza ed elenchi, altri che Mari produce in funzione del suo ruolo nell'Associazione, come le relazioni sull'attività delle formazioni, e attraverso documenti personali di Mari che si trovano invece nel Fondo del Comitato provinciale.
Il Comitato provinciale di Pesaro, a partire dai primi mesi dalla sua costituzione, per la rilevanza ai fini assistenziali e pensionistici del riconoscimento della qualifica di partigiano, raccoglie le relazioni prodotte dai comandanti partigiani delle diverse formazioni militari corredate con gli elenchi dei partigiani e cura l’archiviazione e la conservazione dei fascicoli personali dei partigiani. La corrispondenza degli anni Quaranta si trova quasi integra, spesso corredata da registri di protocollo, così come la documentazione contabile con le prime note e alcuni registri.
Ma è con la ripresa dell’attività dell’Associazione nel 1980, grazie soprattutto al Segretario Renato Pezzolesi che rivolge grande attenzione all'archiviazione delle pratiche correnti, che si costituisce l’Archivio storico, riordinando la documentazione storica che con grande meticolosità si comincia a recuperare anche da partiti, associazioni e privati.
La documentazione dell'Archivio storico copre un arco cronologico che va dalla sua costituzione, il 1 novembre 1944, ai primi anni 2000, ma comprende anche documenti, prodotti dalle formazioni partigiane e dai comandanti dal luglio 1943. Sono inoltre presenti documenti originali, di altri soggetti produttori degli anni Trenta e Quaranta. Fra questi i fascicoli personali dell'Amministrazione penitenziaria di perseguitati politici (Fastiggi e Carrara), la cui provenienza non è accertata. Sappiamo invece, dalle relazioni dei Comandanti delle Brigate, che nel corso degli assalti alle caserme della Guardia nazionale repubblicana venivano prelevati documenti indispensabili per la guerra partigiana, così come si conosce l'origine della "Carta delle bande" tedesca del 1944, presa a un ufficiale tedesco ucciso in un'azione a Fermignano. Altra documentazione originale, della Prefettura e della Questura, fonti orali testimoniano che possa essere stata recuperata nei giorni successivi alla Liberazione quando, nel caos derivato dall'arrivo a Pesaro degli Alleati e dei Partigiani, dagli uffici le carte venivano buttate via e quindi poi recuperate e conservate. La stessa presenza di dipendenti di queste amministrazioni nelle formazioni partigiane può forse spiegare la provenienza di parte di questa documentazione. Fra la documentazione originale l'Archivio conserva le carte, in alcuni casi anche personali, depositate dai Partigiani che hanno svolto un ruolo nelle strutture periferiche dell'Anpi e documentazione delle Sezioni Anpi dei comuni della provincia.
La maggior parte della documentazione di altri soggetti produttori, anche del sec. XIX, è riprodotta ed è stata acquisita nel corso di progetti di ricerca che l'Anpi, in collaborazione con l'Istituto storico della Resistenza, ha condotto a partire dal 1980. Acquisizione, riproduzione e conservazione della documentazione storica sull’antifascismo, sulla Resistenza e infine sulla storia della frazione di Villa Fastiggi sono obiettivi prioritari per l’ANPI che, fra l’altro, si arricchisce con imponenti raccolte fotografiche relative alla provincia, provenienti dall’Imperial War Museum di Londra e con la raccolta di testimonianze orali e la trascrizione di memorie dei protagonisti della Resistenza e dell’antifascismo.
L’archivio, a partire dai primi anni Ottanta, è stato oggetto di parziali interventi di riordino che hanno preso in considerazione alcune serie, ad esempio la corrispondenza degli anni Quaranta e Cinquanta, e alcuni piccoli fondi tematici. L’elenco dei fondi trattati con una descrizione sommaria, estremi cronologici e consistenza figurano in: Ministero per i beni culturali e ambientali, Guida agli archivi della Resistenza, Roma 1983, p. 845-846; e in: “Rassegna degli archivi di stato”, 2 (2006) n.1-2, p. 484-487.
Di un successivo intervento di riordino si ha invece traccia solo nei titoli e nelle note di contenuto presenti sulle camice dei fascicoli di Personalità della Resistenza e dell'Antifascismo.
Il complesso archivistico conservato dall’ANPI, riconosciuto di interesse storico di particolare rilevanza e sottoposto alla disciplina del D. l. 42/2004, comprende, oltre l’Archivio del Comitato provinciale, anche l’insieme dei fondi archivistici acquisiti nel corso della politica di recupero della documentazione storica del Novecento, di questi sono stati riconosciuti: il fondo della Sezione ANPI “Giannetto Dini” di Fano; il fondo del Comitato partigiani della pace; il fondo del Partito monarchico italiano; il fondo del Corpo italiano di liberazione e il fondo dell’Associazione nazionale perseguitati politici italiani.
La documentazione oggetto del riordino del 2017 si estende su 30 metri lineari ed è formata dai fondi archivistici del Comitato provinciale ANPI e della Sezione ANPI “Giannetto Dini” di Fano e copre un arco cronologico che va dal 1943 al 2005, con carte originali degli anni Trenta e alcuni fascicoli dal 2006 al 2016.
La documentazione, al momento del riordino, si presentava condizionata in faldoni e raccoglitori, di cui alcuni risalenti al primo intervento dell’inizio degli anni Ottanta, altri risalenti a successivi interventi quando, probabilmente perché deteriorati, erano stati sostituiti i faldoni originali con altri di varie tipologie. Purtroppo in qualche caso le carte degli anni Quaranta sono state forate e inserite in raccoglitori ad anelli. Per la Serie relativa alle Celebrazioni degli eventi resistenziali la documentazione, organizzata per evento ed anno, si trovava invece condizionata in cartelline e valigette di plastica di diverso spessore e dimensione. Un’altra parte della documentazione, condizionata in cartelline sospese in un mobile a cassetti, era invece ordinata alfabeticamente secondo un metodo classificatorio per nomi di persona, soggetti e luoghi.
Questa consistente parte dell’Archivio fa riferimento all'archivio, creato da Renato Pezzolesi a partire dagli anni Ottanta nella sede di Piazzetta Baviera, poi collocato nel 2004 nella sede di Viale della Vittoria in un mobile a 12 cassetti. I fascicoli, ordinati alfabeticamente, erano stati condizionati in cartelle sospese, suddivisi in categorie: "Protagonisti Resistenza"; "Anagrafe storia Comuni"; "Militare"; "Partiti"; "Sindacati" e successivamente parzialmente descritti, sotto la guida di Pezzolesi, da Albano Diotalevi, obiettore di coscienza presso l'Anpi. Di fatto svolgeva la funzione di "archivio corrente" per la gestione di pratiche relative a richieste di riconoscimento della qualifica di partigiano a fini previdenziali e pensionistici o per l'organizzazione di cerimonie, ma con il tempo e soprattutto quando Pezzolesi lascia la Segreteria per occuparsi delle ricerche su Villa Fastiggi, diventa un contenitore organizzato alfabeticamente dove vengono accumulati documenti funzionali anche alle ricerche storiche. Nei fascicoli compaiono spesso carte provenienti dall'Archivio storico, troviamo infatti corrispondenza protocollata e documenti originali riferiti ad eventi e persone legati al periodo della guerra partigiana e del primo dopoguerra, quando la documentazione era funzionale alla gestione delle pratiche. Questa prima classificazione originaria non ha mantenuto coerenza nel tempo e fra i protagonisti della Resistenza si trovavano esponenti della cultura, dello sport e della politica della provincia; cosi come fra le categorie: Militari, Partiti e Sindacati comparivano ad esempio fascicoli denominati "Ebrei", "Quartieri pesaresi", così come "Posta da evadere" o "Didascalie Linea Gotica", "Mafie", "Chiesa" e naturalmente "Varie". Nel corso del riordino si sono rinominate le categorie con denominazioni coerenti con la documentazione contenuta. Pertanto si è creata una Serie: “Personalità della Resistenza e dell'Antifascismo”, mentre “Sezioni ANPI” sostituisce "Anagrafe storia Comuni" poiché in ogni fascicolo è conservata documentazione delle Sezioni Anpi con corrispondenza ed elenchi di partigiani; è stata creata una sezione "Rassegna stampa” in cui sono stati ricondotti i fascicoli tematici che contengono esclusivamente o prevalentemente rassegna stampa, opuscoli e volantini originali o riprodotti, la Serie è stata riordinata cronologicamente. Infine il grande complesso documentario comprensivo di carte riprodotte o originali di altri soggetti produttori insieme alla trascrizione di interviste orali ai protagonisti della Resistenza è stata ricondotta ad una serie "Documenti e testimonianze" ordinata cronologicamente.
Complessivamente gli interventi di riordino e le manomissioni di alcune carte e fascicoli, per le esigenze di ufficio o per la ricerca storica, non hanno comportato la completa disgregazione dell’Archivio lasciando le serie principali (Congressi, corrispondenza, anagrafe e amministrazione) abbastanza integre e identificabili, pertanto nella creazione della struttura dell’inventario si è cercato di restituire con le serie I'ordine originario. Attraverso la storia, le funzioni dell’Associazione e gli atti formali e legislativi, si è cercato di comprendere le modalità di produzione delle carte, il lavoro degli uffici e i criteri secondo i quali l’archivio è stato organizzato, tenendo conto degli interventi di ordinamento e dei trasferimenti delle carte nel corso dei traslochi della sede.
La descrizione dei fascicoli è stata realizzata utilizzando la Piattaforma Memorie di Marca che già ospita altri archivi di organizzazioni e personalità politiche della seconda metà del Novecento e che consente la navigazione attraverso accessi per nomi e luoghi in tutti i complessi documentari. La Piattaforma inoltre ospita anche il Fondo Mari, personalità di spicco della Resistenza e del mondo politico della provincia. Giuseppe Mari è stato Comandante del 2. Battaglione della 5. Brigata Garibaldi "Pesaro" e Segretario dell'Anpi dalla sua costituzione fino agli anni Sessanta e ha continuato a frequentare l'Anpi attivamente per tutta la vita. Per la storia della Resistenza nelle Marche i suoi libri rappresentano inoltre una fonte fondamentale. La sua attività è quindi strettamente legata all'Anpi e i due fondi archivistici sono collegati attraverso i documenti presenti nel Fondo Mari che sono prodotti dall'Anpi, corrispondenza ed elenchi, altri che Mari produce in funzione del suo ruolo nell'Associazione, come le relazioni sull'attività delle formazioni, e attraverso documenti personali di Mari che si trovano invece nel Fondo del Comitato provinciale.
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Il fondo ha una struttura archivistica formata da dieci Serie che fanno riferimento all’organizzazione del lavoro dell’Associazione. Le prime due Serie (Congressi e Comitato provinciale) rappresentato gli organi deliberanti. La documentazione dei Congressi si conserva dal primo del 1946 al sesto del 1964 e dal 1980, con la ripresa dell'attività associativa, fino a quello del 1996. Del Comitato provinciale di conservano i verbali dalla data di costituzione, 1 novembre 1944, al 1960 e, ma lacunosi, dal 1979 al 2009.
La terza Serie: Presidenza e Segreteria, conserva le carte prodotte nell'ambito dell' attività dell'Associazione. Le sotto serie comprendono la corrispondenza, i rapporti con l'Anpi nazionale e regionale, l'attività della Presidenza e della Segreteria e l'attività ricreativa.
La quarta Serie: Partigiani è formata da tutto il complesso documentario finalizzato al procedimento per il riconoscimento della qualifica e per la gestione dell'attività associativa e comprende le sotto serie: Riconoscimento qualifica; Anagrafe; Tesseramento; Assistenza e Partigiani all’estero.
La quinta Serie: Antifascismo e Resistenza comprende i fascicoli prodotti nell'ambito dell'organizzazione delle Celebrazioni del 25 Aprile e delle Celebrazioni dell'antifascismo e della Resistenza. Conserva inoltre, nella sotto serie Studi e ricerche, la documentazione relativa alle ricerche storiche promosse dall'Anpi:
La sesta Serie: Amministrazione, comprende le registrazioni contabili e il carteggio amministrativo.
La settima Serie: Personalità della Resistenza raccoglie in ordine alfabetico i fascicoli personali e nell'ottava Serie: Sezioni Anpi, sempre in ordine alfabetico, è conservata la documentazione delle Sezioni Anpi della provincia.
La Nona Serie: Documenti e testimonianze riguarda una imponente mole di carte, prevalentemente in copia, acquisita in campagne di ricerca.
Infine la Serie 10 raccoglie la Rassegna Stampa prevalentemente tematica, locale e nazionale, ordinata cronologicamente.
La terza Serie: Presidenza e Segreteria, conserva le carte prodotte nell'ambito dell' attività dell'Associazione. Le sotto serie comprendono la corrispondenza, i rapporti con l'Anpi nazionale e regionale, l'attività della Presidenza e della Segreteria e l'attività ricreativa.
La quarta Serie: Partigiani è formata da tutto il complesso documentario finalizzato al procedimento per il riconoscimento della qualifica e per la gestione dell'attività associativa e comprende le sotto serie: Riconoscimento qualifica; Anagrafe; Tesseramento; Assistenza e Partigiani all’estero.
La quinta Serie: Antifascismo e Resistenza comprende i fascicoli prodotti nell'ambito dell'organizzazione delle Celebrazioni del 25 Aprile e delle Celebrazioni dell'antifascismo e della Resistenza. Conserva inoltre, nella sotto serie Studi e ricerche, la documentazione relativa alle ricerche storiche promosse dall'Anpi:
La sesta Serie: Amministrazione, comprende le registrazioni contabili e il carteggio amministrativo.
La settima Serie: Personalità della Resistenza raccoglie in ordine alfabetico i fascicoli personali e nell'ottava Serie: Sezioni Anpi, sempre in ordine alfabetico, è conservata la documentazione delle Sezioni Anpi della provincia.
La Nona Serie: Documenti e testimonianze riguarda una imponente mole di carte, prevalentemente in copia, acquisita in campagne di ricerca.
Infine la Serie 10 raccoglie la Rassegna Stampa prevalentemente tematica, locale e nazionale, ordinata cronologicamente.
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4 juillet 2018 10:18