Area dell'identificazione
Tipologia del soggetto produttore
Persona
Forma/e autorizzata/e del nome
Gramsci, Antonio
Forme parallele del nome
Forme del nome normalizzate secondo altre regole
Altre forme del nome
Codici identificativi di enti
Area della descrizione
Date di esistenza
1891 gen. 22 - 1937 apr. 27
Storia
Uomo politico e pensatore (Ales, Cagliari, 1891 - Roma 1937). Membro del PSI e fondatore de L'Ordine Nuovo (1919), fa parte dell'esecutivo dell'Internazionale comunista (1923). Divenuto segretario del Partito comunista d'Italia (PCd'I) e deputato (1924), affronta la questione meridionale, indirizzando la politica dei comunisti verso l'unione con i socialisti massimalisti. Nel 1924 fonda il quotidiano politico l'Unità, organo del Partito Comunista d'Italia (PCd'I). Per la sua attività e per le sue idee viene condannato a venti anni di carcere (1928). Il suo pensiero politico, espresso anche nei numerosi scritti, si articola in una rilettura globale dei fenomeni sociali e politici internazionali dal Risorgimento in poi, che lo porta a criticare per la prima volta lo stalinismo, a teorizzare il passaggio dalla "guerra di movimento" alla "guerra di posizione", a formulare i concetti di "egemonia" e di "rivoluzione passiva". Per la statura del suo impegno intellettuale e politico è considerato una tra le maggiori figure della prima metà del Novecento italiano.
Vicino in gioventù all'autonomismo sardo, frequenta l'Università di Torino dal 1911, avvicinandosi alla milizia socialista e rivoluzionaria. Iscrittosi al Partito Socialista Italiano (PSI) dal 1913, è redattore del Grido del popolo e dell'Avanti!; dopo la sommossa popolare dell'agosto 1917 diviene segretario della sezione socialista torinese. Nel maggio 1919 fonda L'Ordine Nuovo, settimanale di cultura socialista diretto soprattutto alla classe operaia, che militava in favore dell'adesione del Partito socialista all'Internazionale comunista e a sostegno del movimento dei consigli di fabbrica; nel 1920 le posizioni de L'Ordine Nuovo hanno l'approvazione di Lenin e nello scontro interno al PSI Gramsci si avvicina all'ala astensionista guidata da Amedeo Bordiga, che auspica la costituzione del Partito comunista d'Italia (PCd'I), sezione italiana dell'Internazionale comunista. Membro del comitato centrale del nuovo partito, è a Mosca dal giugno 1922 al novembre 1923 ed entra nell'esecutivo dell'Internazionale. Dal 1923 Gramsci matura il distacco dalle posizioni di Bordiga (che si trovava in polemica con l'Internazionale), per cui, rientrato in Italia nel maggio 1924, divenuto segretario del partito (nel 1924 era stato anche eletto deputato) e avendo fondato già a gennaio dello stesso anno il quotidiano politico l'Unità come organo del PCd'I, indirizza, sfidando la dura linea di repressione perseguita dal governo fascista, la politica comunista verso l'unità con i socialisti massimalisti e verso un radicamento nella società italiana che aveva come fine l'alleanza tra gli operai e le masse contadine del Mezzogiorno (la "questione meridionale"), linea che ebbe la definitiva sanzione nel III congresso del PCd'I (Lione, 1926). Arrestato nel novembre 1926 con altri dirigenti del partito, nel 1928 Gramsci è condannato dal Tribunale speciale a venti anni di reclusione per attività cospirativa, incitamento all'odio di classe, ecc., e trascorre il periodo detentivo prevalentemente nel carcere di Turi e, dal 1934, in una clinica di Formia. Le condizioni di salute, già incerte, si aggravano durante la reclusione e Gramsci muore poco dopo la scarcerazione, avvenuta per amnistia.
Vicino in gioventù all'autonomismo sardo, frequenta l'Università di Torino dal 1911, avvicinandosi alla milizia socialista e rivoluzionaria. Iscrittosi al Partito Socialista Italiano (PSI) dal 1913, è redattore del Grido del popolo e dell'Avanti!; dopo la sommossa popolare dell'agosto 1917 diviene segretario della sezione socialista torinese. Nel maggio 1919 fonda L'Ordine Nuovo, settimanale di cultura socialista diretto soprattutto alla classe operaia, che militava in favore dell'adesione del Partito socialista all'Internazionale comunista e a sostegno del movimento dei consigli di fabbrica; nel 1920 le posizioni de L'Ordine Nuovo hanno l'approvazione di Lenin e nello scontro interno al PSI Gramsci si avvicina all'ala astensionista guidata da Amedeo Bordiga, che auspica la costituzione del Partito comunista d'Italia (PCd'I), sezione italiana dell'Internazionale comunista. Membro del comitato centrale del nuovo partito, è a Mosca dal giugno 1922 al novembre 1923 ed entra nell'esecutivo dell'Internazionale. Dal 1923 Gramsci matura il distacco dalle posizioni di Bordiga (che si trovava in polemica con l'Internazionale), per cui, rientrato in Italia nel maggio 1924, divenuto segretario del partito (nel 1924 era stato anche eletto deputato) e avendo fondato già a gennaio dello stesso anno il quotidiano politico l'Unità come organo del PCd'I, indirizza, sfidando la dura linea di repressione perseguita dal governo fascista, la politica comunista verso l'unità con i socialisti massimalisti e verso un radicamento nella società italiana che aveva come fine l'alleanza tra gli operai e le masse contadine del Mezzogiorno (la "questione meridionale"), linea che ebbe la definitiva sanzione nel III congresso del PCd'I (Lione, 1926). Arrestato nel novembre 1926 con altri dirigenti del partito, nel 1928 Gramsci è condannato dal Tribunale speciale a venti anni di reclusione per attività cospirativa, incitamento all'odio di classe, ecc., e trascorre il periodo detentivo prevalentemente nel carcere di Turi e, dal 1934, in una clinica di Formia. Le condizioni di salute, già incerte, si aggravano durante la reclusione e Gramsci muore poco dopo la scarcerazione, avvenuta per amnistia.
Luoghi
Condizione giuridica
Funzioni, occupazioni e attività
Mandato/Fonti normative
Struttura amministrativa/Genealogia
Contesto generale
Area delle relazioni
Area di controllo
Codice identificativo del record d’autorità
Codici identificativi delle istituzioni responsabili
Norme e/o convenzioni
- Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), regola E.1.1 Denominazione di autorità.
- Sistema di datazione utilizzato per indicare le date nel record di autorità: Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), E.2.1 Date di esistenza. Normalizzazione.
Grado di elaborazione
Finale
Livello di completezza
Intermedio
Data/e della descrizione
2018-03-31
Lingua/e
Scrittura/e
Fonti
Sito Web dell'Enciclopedia Treccani, consultabile al link: http://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-gramsci/
Note sulla compilazione
Creazione: Memorie di Marca 31 marzo 2018
Compilazione: Lucia Giagnolini 31 marzo 2018
Compilazione: Lucia Giagnolini 31 marzo 2018