Unità archivistica 10-b.28-fasc.10 - Partito comunista italiano 1947-1960

Area dell'identificazione

Segnatura/e o codice/i identificativo/i

IT ANPI-PU ANPI-PU-01-3-4-10-b.28-fasc.10

Denominazione o titolo

Partito comunista italiano 1947-1960

Data/e

  • 1947-1960 (Creazione)

Livello di descrizione

Unità archivistica

Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)

Fascicolo cartaceo

Area delle informazioni sul contesto

Denominazione del/dei soggetto/i produttore/i

(1921-1991)

Storia istituzionale/amministrativa

Partito politico fondato a Livorno nel gennaio 1921 nel corso del 17° congresso del PSI, per iniziativa della corrente di sinistra del partito guidata da Amedeo Bordiga e Antonio Gramsci; assume la denominazione di Partito comunista d'Italia - sezione italiana dell'Internazionale comunista, che viene mantenuta fino al giugno 1943, quando è modificata in Partito comunista italiano. I primi anni furono caratterizzati da una parte dalla sconfitta del movimento operaio e dalla reazione statuale e fascista, dall'altro dal rapido spostarsi del gruppo dirigente, guidato da Bordiga, sulle posizioni dell'ala sinistra dell'Internazionale. Ciò determina il diversificarsi delle posizioni all'interno del partito e la decisione dell'Internazionale di sostituire la direzione bordighiana con un esecutivo che includesse l'opposizione di destra. Protagonista della bolscevizzazione fu Gramsci, che dà avvio a un nuovo corso (sancito dal congresso di Lione, 1926) e consolida la presenza del partito nella società. Con la promulgazione delle "leggi speciali" del governo fascista e l'arresto di Gramsci nel novembre 1926, il PCd'I entra nella clandestinità. Gli anni tra il 1927 e il 1943 segnarono per i militanti la stretta tra la clandestinità e l'esilio, soprattutto in Francia, dove il PCd'I fu presente nella concentrazione antifascista. Nel 1927 la direzione fu di fatto trasferita a Mosca, dove emerge il nuovo gruppo dirigente attorno a Palmiro Togliatti. Il partito torna sulla scena politica nazionale nel 1943, svolgendo un ruolo importante nella lotta contro il nazifascismo. La ridefinizione della linea del partito ha luogo a partire dal ritorno di Togliatti in Italia nel marzo 1944: messa provvisoriamente da parte la pregiudiziale repubblicana, Togliatti indica al partito l'unità antifascista come premessa di un radicamento nella società che sarebbe scaturita dalla liberazione. Dopo la liberazione, il partito partecipa alla ricostruzione economica e politica ed estende la sua influenza nella società attraverso una capillare rete di sezioni territoriali. Ha una cospicua presenza nella maggiore organizzazione sindacale (CGIL) e dispone di un diffuso organo di stampa, il giornale l'Unità. Nel 1946 il Partito viene escluso dal governo: costituì da allora la maggiore forza politica di opposizione. La denuncia dello stalinismo operata da Chrusčëv nel XX congresso del PCUS e l'invasione sovietica dell'Ungheria del 1956 costringono il PCI a un'ampia riflessione sulla propria strategia e sul socialismo realizzato: nell'VIII congresso il partito inizia a prendere le distanze dall'unitarismo di stampo sovietico prevalente nel movimento comunismo mondiale, accentuando sul piano della politica interna gli aspetti democratici e gradualisti già presenti nell'elaborazione togliattiana
Alla morte di Togliatti nel 1964, segue la segreteria di Luigi Longo. Il PCI coglie il successo del 26,9% nelle elezioni del 1968. La stagione delle lotte operaie e il processo di unità sindacale, nonché lo spostamento a sinistra della pubblica opinione, determinano nei primi anni Settanta nuove attenzioni e aspettative verso la politica del PCI , cui il nuovo segretario Enrico Berlinguer rispose con il "compromesso storico" (1973), proposta di collaborazione con le forze cattoliche e socialiste per il rinnovamento del paese. La proposta, dopo le ulteriori affermazioni elettorali del PCI (tra queste, il 34,4% nel 1976), si concretizza dapprima nell'accordo sull'astensione al governo presieduto da Giulio Andreotti, poi sul voto al nuovo monocolore Andreotti, inaugurato nel giorno del rapimento di Aldo Moro (16 marzo 1978). La fase di "solidarietà nazionale" ha termine nel 1979 con la decisione comunista di uscire dalla maggioranza, mentre inizia un trend elettorale negativo. Sul terreno internazionale, l'invasione sovietica dell'Afghānistān nel 1979 e la proclamazione della legge marziale in Polonia nel 1981 segnanoun'ulteriore differenziazione dall'URSS (già nettamente criticato per l'intervento in Cecoslovacchia nel 1968). Nel 1984 muore Berlinguer, cui segue nella carica di segretario generale Alessandro Natta. Il dato elettorale continua ad evidenziare una fase di grave difficoltà con un calo di consensi al 26,6% nel 1987. Anche in seguito al crollo del comunismo nei paesi dell'Est europeo il PCI, sotto la guida di Achille Occhetto avvia una profonda fase di trasformazione, culminata nel 1991 nello scioglimento del partito e nella contestuale costituzione del Partito democratico della sinistra (PDS), mentre l'ala contraria al cambiamento dà vita al Partito della rifondazione comunista.

Storia archivistica

Modalità di acquisizione o versamento

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Ambito e contenuto

Il fascicolo comprende documentazione del Partito comunista italiano (PCI) conservata fra le carte della Segreteria, in particolare si segnala:

  • Corrispondenza e circolari in arrivo dal Partito comunista italiano (PCI) protocollata dalla Sezione CARS (Comitato assistenza reduci e soldati) di Pesaro relativa a iniziative di assistenza ai reduci dal 1947 al 1949 e all'organizzazione di iniziative celebrative della Resistenza. Note manoscritte a margine riportano i nomi di: Carrara, Corbucci, Giamperoli.
  • Corrispondenza della Federazione provinciale del Partito comunista italiano con la Segreteria del Partito di Roma relativa ad iniziative sulla Resistenza dal 1957 al 1960. Si segnala la presenza di una dichiarazione dattiloscritta di Walter Biagini posteriore al 1952 con la richiesta di riabilitazione e concessione della tessera del Partito. Biagini fa riferimento ad errori che hanno menomato la dignità dell'ANPI, a margine una nota manoscritta siglata CP [Carlo Paladini] indirizzata a Arcangeli. Si segnala inoltre lettera della Federazione del Partito comunista di Milano in risposta alla richiesta di informazioni su Zuccari Merico del 9 lug. 1952.

Il fascicolo comprende inoltre i testi dattiloscritti anonimi: "Celebrazioni del XXXI anniversario del PCI" e "34. anniversario della Rivoluzione di ottobre".

Procedure, tempi e criteri di valutazione e scarto

Incrementi previsti

Criteri di ordinamento

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Condizioni che regolano l’accesso

Condizioni che regolano la riproduzione

Lingua della documentazione

Scrittura della documentazione

Note sulla lingua e sulla scrittura della documentazione

Caratteristiche materiali e requisiti tecnici

Strumenti di ricerca

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Esistenza e localizzazione di copie

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Descrizioni collegate

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Lingua/e

Scrittura/e

Fonti

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