Identificatie
referentie code
IT ISCOP VB-1-1-b.1-fasc.1-6
Titel
Certificato di buona condotta civile, morale e politica
Datum(s)
- Milano, 10 dic. 1943 (Vervaardig)
Beschrijvingsniveau
Stuk
Omvang en medium
1 carta.
Context
Naam van de archiefvormer
(1909 set. 28 - 1944 nov. 29)
Biografie
Bruno Venturini nasce il 28 settembre 1909 a Fano da Pietro e Maria Lombardi.
Dopo aver frequentato una scuola professionale e lavorato come garzone presso un barbiere si iscrive al liceo classico, che però deve interrompere per svolgere il servizio militare. Al suo ritorno a Fano preferisce presentarsi agli esami di maturità scientifica. In seguito si iscrive a Medicina e chirurgia veterinaria presso l’Università di Bologna. Dal 1932 svolge attività antifascista con un gruppo di militanti comunisti; a Pesaro e a Fano infatti si erano costituiti, rispettivamente, un comitato provinciale con compiti organizzativi e un centro stampa e propaganda. Venturini, insieme ad altri, scrive i testi di alcuni manifestini. Il 31 gennaio 1933, poco prima della stampa del giornale clandestino “La Scintilla”, per cui aveva già redatto l’editoriale, è arrestato a Bologna e tradotto nel carcere giudiziario di Pesaro. Processato dal Tribunale speciale insieme a gran parte degli appartenenti all’organizzazione fanese e pesarese, è condannato a dieci anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. È tradotto nel carcere di Civitavecchia, dove rimane fino al I febbraio 1938, quando beneficia di un condono di pena. Uscito dal carcere, nel 1939 si laurea in Medicina e chirurgia veterinaria; abilitato all’esercizio della professione, nel febbraio del 1940 si vede però respinta la domanda d’iscrizione. Si iscrive quindi Corso di laurea in Chimica presso l’Università di Camerino ottenendo la seconda laurea nel novembre 1942. Dal febbraio 1943, dopo essere entrato in contatto con il comunista milanese Giovanni Ferro per il tramite di Ugo La Malfa, si trasferisce a Milano dove è attivo nella riorganizzazione del Partito. Il Centro interno lo incarica di prendere contatto con esponenti di altri partiti in vista della costituzione dei Comitati antifascisti nazionali, Celeste Negarville gli affida il compito di trovare dei compagni per la costituzione del Fronte della gioventù e del Gruppo di difesa della donna. La Federazione milanese lo incarica di tenere i contatti con il Centro interno del Partito. È tra gli organizzatori degli scioperi di Milano del marzo 1943. Dopo la caduta del fascismo (25 luglio 1943) entra nell’illegalità riassumendo il nome di Gianni Bianchini, già utilizzato nei rapporti con alcuni compagni. Dopo l’armistizio (8 settembre 1943) si adopera per avviare in montagna i militari sbandati, i ricercati e i giovani renitenti. Il 25 settembre 1943, presso il Comune di Milano, sposa Libera Callegari, con la quale ha una figlia, Anna, nata a Bergamo il 29 luglio 1944. Dopo l’arresto della moglie, della suocera e della cognata Pasqualina (Lina), avvenuto il 30 dicembre 1943, per favoreggiamento di partigiani, il Partito lo invia a Roma per una misura cautelativa. Raggiunge la capitale munito di un certificato falso del Comune di Milano, secondo cui si chiama Carlo Federici, e si mette a disposizione di una delle otto zone (la settima) in cui il Partito aveva diviso Roma, dando il proprio contributo di azione e direzione politica e militare. Il 2 febbraio 1944 riparte per Milano, da dove poi raggiunge il Veneto dove ricopre il ruolo di commissario, con compiti di collegamento, della Brigata Mazzini della Divisione Nannetti, di ispettore, con compiti organizzativi, di tutte le formazioni dipendenti della Delegazione triveneta delle Brigate Garibaldi e di vicecomandante del Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà (CVL). Il 25 novembre è a Milano presso il Comando generale delle Brigate Garibaldi; durante il viaggio di ritorno, il 29 novembre, è riconosciuto a Brescia (mentre attende un mezzo di fortuna) dal suo ex insegnante di ginnastica, divenuto tenente della Guardia nazionale repubblicana. Nel tentativo di evitare la tortura e la fucilazione, tenta la fuga ma viene ucciso da due colpi di pistola.
Dopo aver frequentato una scuola professionale e lavorato come garzone presso un barbiere si iscrive al liceo classico, che però deve interrompere per svolgere il servizio militare. Al suo ritorno a Fano preferisce presentarsi agli esami di maturità scientifica. In seguito si iscrive a Medicina e chirurgia veterinaria presso l’Università di Bologna. Dal 1932 svolge attività antifascista con un gruppo di militanti comunisti; a Pesaro e a Fano infatti si erano costituiti, rispettivamente, un comitato provinciale con compiti organizzativi e un centro stampa e propaganda. Venturini, insieme ad altri, scrive i testi di alcuni manifestini. Il 31 gennaio 1933, poco prima della stampa del giornale clandestino “La Scintilla”, per cui aveva già redatto l’editoriale, è arrestato a Bologna e tradotto nel carcere giudiziario di Pesaro. Processato dal Tribunale speciale insieme a gran parte degli appartenenti all’organizzazione fanese e pesarese, è condannato a dieci anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. È tradotto nel carcere di Civitavecchia, dove rimane fino al I febbraio 1938, quando beneficia di un condono di pena. Uscito dal carcere, nel 1939 si laurea in Medicina e chirurgia veterinaria; abilitato all’esercizio della professione, nel febbraio del 1940 si vede però respinta la domanda d’iscrizione. Si iscrive quindi Corso di laurea in Chimica presso l’Università di Camerino ottenendo la seconda laurea nel novembre 1942. Dal febbraio 1943, dopo essere entrato in contatto con il comunista milanese Giovanni Ferro per il tramite di Ugo La Malfa, si trasferisce a Milano dove è attivo nella riorganizzazione del Partito. Il Centro interno lo incarica di prendere contatto con esponenti di altri partiti in vista della costituzione dei Comitati antifascisti nazionali, Celeste Negarville gli affida il compito di trovare dei compagni per la costituzione del Fronte della gioventù e del Gruppo di difesa della donna. La Federazione milanese lo incarica di tenere i contatti con il Centro interno del Partito. È tra gli organizzatori degli scioperi di Milano del marzo 1943. Dopo la caduta del fascismo (25 luglio 1943) entra nell’illegalità riassumendo il nome di Gianni Bianchini, già utilizzato nei rapporti con alcuni compagni. Dopo l’armistizio (8 settembre 1943) si adopera per avviare in montagna i militari sbandati, i ricercati e i giovani renitenti. Il 25 settembre 1943, presso il Comune di Milano, sposa Libera Callegari, con la quale ha una figlia, Anna, nata a Bergamo il 29 luglio 1944. Dopo l’arresto della moglie, della suocera e della cognata Pasqualina (Lina), avvenuto il 30 dicembre 1943, per favoreggiamento di partigiani, il Partito lo invia a Roma per una misura cautelativa. Raggiunge la capitale munito di un certificato falso del Comune di Milano, secondo cui si chiama Carlo Federici, e si mette a disposizione di una delle otto zone (la settima) in cui il Partito aveva diviso Roma, dando il proprio contributo di azione e direzione politica e militare. Il 2 febbraio 1944 riparte per Milano, da dove poi raggiunge il Veneto dove ricopre il ruolo di commissario, con compiti di collegamento, della Brigata Mazzini della Divisione Nannetti, di ispettore, con compiti organizzativi, di tutte le formazioni dipendenti della Delegazione triveneta delle Brigate Garibaldi e di vicecomandante del Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà (CVL). Il 25 novembre è a Milano presso il Comando generale delle Brigate Garibaldi; durante il viaggio di ritorno, il 29 novembre, è riconosciuto a Brescia (mentre attende un mezzo di fortuna) dal suo ex insegnante di ginnastica, divenuto tenente della Guardia nazionale repubblicana. Nel tentativo di evitare la tortura e la fucilazione, tenta la fuga ma viene ucciso da due colpi di pistola.
archiefbewaarplaats
Geschiedenis van het archief
Directe bron van verwerving of overbrenging
Inhoud en structuur
Bereik en inhoud
Certificato rilasciato dal Podestà del Comune di Milano a Carlo Federici (pseudonimo di Bruno Venturini) (I).
Waardering, vernietiging en slectie
Aanvullingen
Ordeningstelsel
Voorwaarden voor toegang en gebruik
Voorwaarden voor raadpleging
Voorwaarden voor reproductie
Taal van het materiaal
Schrift van het materiaal
Taal en schrift aantekeningen
Fysieke eigenschappen en technische eisen
Toegangen
Verwante materialen
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Related units of description
Aantekeningen
Aantekening
(I) Documento falso.
Alternative identifier(s)
Trefwoorden
Onderwerp trefwoord
Geografische trefwoorden
Naam ontsluitingsterm
- Venturini, Bruno (Archiefvormer)
Genre access points
Beschrijvingsbeheer
Identificatie van de beschrijving
Identificatiecode van de instelling
Toegepaste regels en/of conventies
Status
Niveau van detaillering
Verwijdering van datering archiefvorming
Taal (talen)
Schrift(en)
Bronnen
Digitaal object metadata
Bestandsnaam
19431220.pdf
mediatype
Tekst
Mime-type
application/pdf
Bestandsgrootte
1.8 MiB
ingelezen
23 april 2018 12:06